Come ogni settimana, attivi tutti i laboratori del Casale! Qui il
programma completo:
http://www.casalealba2.org/orari-laboratori/
Il laboratorio di erboristeria riprenderà a settembre!
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Da qualche giorno i ragazzi del Centro di Accoglienza di via Visso,
sulla Tiburtina, stanno esprimendo un netto no al loro trasferimento
coatto verso Casale San Nicola, tristemente noto alle cronache per i
fatti avvenuti nella giornata di venerdì. Ci teniamo a far sapere la
verità sul loro conto e a supportare le loro ragioni, sia per l’infame
gestione che si continua a perpetrare nei confronti dei migranti, sia
per il profondo legame che ci lega ai ragazzi grazie al corso di
italiano e altre attività che frequentano da quasi un anno. Invitiamo
tutti e tutte a passare al presidio istituito nei pressi del Centro e
portare solidarietà alla loro lotta!
Di seguito riportiamo la lettera aperta scritta dai ragazzi e il
comunicato sui fatti di questi giorni:
Vogliamo Pace e Giustizia
Spettabili signori e signore,
é un grande piacere e onore per noi scrivervi cosa ci affligge.
Crediamo che ci possiate sinceramente aiutare a raggiungere Pace e
Giustizia.
Innanzitutto, noi siamo qua per cercare asilo internazionale: questo è
quanto ci è stato promesso.
Nel posto in cui ci vogliono portare, invece, c’ è stata una
manifestazione contro i migrant in questi giorni. C’ è seriamente il
rischio che lì qualcuno ci possa ferire gravemente o addirittura
uccidere.
Non possiamo e non vogliamo andare in un posto in cui la nostra vita è
messa in pericolo.
Ognuno di noi ha seri problemi nel proprio paese di origine: alcuni sono
stati imprigionati, altri minacciati di morte.
Inoltre, ci era stato detto che prima avremmo avuto la nostra
commissione (il colloquio per ottenere l’ asilo) e dopo ci avrebbero
trasferito. Invece non abbiamo ancora avuto la commissione e ora loro
vogliono spostarci in un altro posto.
Noi non ci trasferiremo senza aver avuto la commissione.
Chiediamo a tutta la comunità di aiutarci a risolvere questo problema.
I ragazzi del Centro di via Visso
COMUNICATO SUI FATTI DI CASALE SAN NICOLA E VIA
VISSO
Ci risiamo. La storia, purtroppo, si ripete, e ci troviamo oggi ad
affrontare l’ennesimo sopruso sulla pelle dei migranti a meno di due
mesi di distanza dallo sgombero di Ponte Mammolo, l’ultimo grave
episodio nel quadrante tiburtino in materia di “accoglienza”.
La “rivolta” di Casale San Nicola ha, infatti, una genesi molto più
ampia e articolata di quanto non sia apparso nel solito circo mediatico
che, dolosamente, continua a mettere al centro della narrazione solo la
parte utile a fomentare la xenofobia e l’odio razziale. Protagonisti
della vicenda le amministrazioni e i soliti “comitati” di quartiere,
strumentalizzati da razzisti e fascistoidi vari per soffiare sul fuoco
dell’emergenza e dirottare sull’immigrato cariche di rabbia altrimenti
pericolose per il potere costituito.
Ma andiamo con ordine. A settembre 2014 sbarcano in Sicilia, tra le
migliaia di altri, 60 ragazzi provenienti da Gambia, Senegal, Mali. Dopo
pochi giorni di permanenza nei centri locali vengono trasferiti a Roma,
insieme a un gruppo di pakistani e bengalesi, in una struttura a via
Visso, sulla Tiburtina, dove sarebbero dovuti rimanere temporaneamente
fino al colloquio con la Commissione giudicante lo status di rifugiato.
La data di tale colloquio, tuttavia, rimane vaga per lunghi mesi,
durante i quali i ragazzi iniziano a vivere attivamente il territorio in
cui sono inseriti: chi lavorando, chi iscrivendosi a scuola, chi
frequentando gli spazi sociali del quartiere attraverso corsi di
italiano e altre attività. Lentamente iniziano a fare comunità, a
integrarsi tra loro e con l’esterno, a uscire sempre più dal ghetto che
viene costruito intorno alla figura del migrante.
Nel frattempo, a maggio inizia a circolare la voce che verrà aperto un
nuovo centro di accoglienza sulla Cassia, all’incrocio tra La Storta e
la Braccianese. Sull’onda di quanto già successo a Tor Sapienza subito
si attivano gli abitanti del quartiere che, fomentati da Casapound e le
solite destre romane, occupano simbolicamente l’ex scuola che dovrebbe
ospitare il centro e istituiscono un presidio permanente di protesta.
Pochi giorni fa, le due vicene si sono intrecciate in un disegno che ha
ben poco di casuale. Ai ragazzi di via Visso viene comunicato, con sole
48 ore di anticipo, lo spostamento nell’edificio in questione, a decine
di chilometri da dove hanno iniziato, tra mille difficoltà, a crearsi
un’esistenza minimamente dignitosa. La motivazione ufficiale, peraltro
tenuta nascosta fino all’ultimo, è il cambio di cooperative nell’appalto
per l’accoglienza dei ragazzi, nell’ambito della riorganizzazione
seguita a Mafia Capitale e al rapporto del prefetto Gabrielli. Da subito
i ragazzi, che dunque dovrebbero essere spostati come pacchi postali
senza minimamente essere interpellati, esprimono la ferma volontà di non
volersi muovere verso la nuova collocazione, non volendo rinunciare ai
percorsi già avviati e rifiutando di essere pedine di un meccanismo che
trae profitto dalla loro deportazione. Tuttavia, la condizione di
ricatto in cui versano a causa della richiesta d’asilo, un vero e
proprio “limbo” giuridico, non consente loro di agire liberamente,
poiché qualsiasi comportamento anche solo ai limiti della legalità
potrebbe compromettere la richiesta stessa.
Accade così che la mattina di venerdì, sotto la minaccia di pregiudicare
il parere della commissione d’asilo e di non ricevere più il “pocket
money” e i pasti, il primo gruppo di ragazzi accetta a malincuore di
andare a Casale San Nicola. Al loro arrivo trovano ad attenderli un
centinaio tra residenti e fascisti inferociti, che tentano di opporsi
fisicamente al passaggio del pullman dando vita ad un comico teatrino
con le forze dell’ordine. Da qui inizia la narrazione tossica dei
mass-media che, in un gioco delle parti già visto, trasformano la
protesta, per quanto veemente, di qualche decina di persone in un evento
di respiro nazionale con scontri e feriti.
E’ ormai evidente che non si tratta di casi isolati o di episodi di
cronaca ordinaria, ma di strumenti che mirano a contrapporre soggetti
vittime dello stesso sistema di sfruttamento quotidiano come i migranti
e gli abitanti delle periferie. Nel solo quadrante tiburtino esistono
decine di Centri SPRAR, CPT, CARA dove centinaia di persone vivono
assiepate per mesi o anni senza un briciolo di prospettiva, incastrati
nei meccanismi dello status di rifugiato, della richiesta d’asilo, di
procedure europee che hanno il sapore di un lavaggio d’immagine rispetto
agli interventi imperialisti che manu militari l’Occidente continua a
perpetrare nei Paesi di provenienza dei profughi. L’unica risposta delle
amministrazioni a un flusso migratorio sempre più imponente sembra
essere quella che stiamo vedendo a Ponte Mammolo prima e a via Visso
poi, con l’intento di trattare i migranti unicamente come problema di
ordine pubblico finalizzato al mantenimento dell’emergenza e, dunque,
alla speculazione su di essa da parte del sodalizio
governanti-cooperative.
Per denunciare tutto questo abbiamo dunque deciso di dare vita a un
presidio permanente diurno nei pressi del Centro, a cui invitiamo tutti
e tutte a passare, affinchè i ragazzi abbiano la possibilità di
comunicare le loro ragioni e smascherare l’enorme quantità di bugie
dette a loro insaputa.
NON CI CASCHIAMO PIU’: IL VERO DEGRADO SONO POLITICI E AFFARISTI CHE
SPECULANO SULLA PELLE DEI MIGRANTI E DEI QUARTIERI!
Presidio Solidale Via Visso
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Continua il progetto di regalare un cinema popolare ai nostri
quartieri…
Per tutta l’estate, come negli ultimi due anni, continua il progetto di
regalare un cinema popolare ai nostri quartieri.. L’estate romana
ce la facciamo da soli, al centro della periferia!
Ogni lunedì e giovedì:
ore 20 cena popolare
ore 21:30 proiezione
Ar cinema senza pagà er bijetto!
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CasaleAlba2
via Paternò di Sessa o via Fermo Corni
www.casalealba2.org
coordinamentoparcoaguzzano@???
Su Aguzzano e i suoi Casali non si specula!