[Forumlucca] I: Una sconfitta che ci riguarda

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"Un’Unione Europea che si prepara a cristallizzare
queste politiche rendendole “oggettive” e “indiscutibili” attraverso il TTIP, il
trattato finalizzato a realizzare l’area di libero commercio più grande del
pianeta al completo servizio delle multinazionali europee e statunitensi."

----Messaggio originale----

Da: marcattac@???

Data: 15-lug-2015 10.18

A: "Marco Bersani"<marcattac@???>

Ogg: [hyperlink] Una sconfitta che ci riguarda









UNA SCONFITTA CHE CI
RIGUARDA
Una netta sconfitta, senza se e senza
ma. Chiunque abbia sostenuto con passione, empatia, solidarietà e intensità la
durissima lotta del popolo greco e del governo di Siryza di fronte
all’oligarchia che detta legge nell’Unione Europea credo debba con altrettanto
coraggio, amarezza e rabbia prenderne atto. E’ anche l’unico modo per ripartire
con nuove consapevolezze.
Il “Memorandum” –di questo si tratta- è una nuova
pesantissima gabbia alla sovranità del popolo greco nonché la prosecuzione del
massacro sociale di un popolo stremato, ma mai domo, di cui si è voluta colpire
la dignità, dimensione non monetizzabile, sconosciuta e pertanto temuta dai
tecnocrati europei.
Occorre guardare in faccia alla realtà: il
cosiddetto accordo prevede un avanzo di bilancio del 3,5% crescente in un paese
che ha visto il suo Pil crollare del 25% in cinque anni (l’equivalente del
crollo del Pil della Germania durante la seconda guerra mondiale); il ritiro
delle leggi per l’occupazione approvate e la totale liberalizzazione del mercato
del lavoro, con la possibilità dei licenziamenti collettivi; la
costituzionalizzazione del fiscal compact e del pareggio di bilancio, l’aumento
dell’IVA e il taglio delle pensioni, l’incredibile messa a garanzia di 50
miliardi di beni pubblici da privatizzare ( i cui primi 25 miliardi andranno
direttamente alle banche e i secondi verranno divisi tra riduzione del debito
pubblico e investimenti).
Il tutto con il rientro a pieno titolo della
Troika che detterà l’agenda legislativa del governo greco e
l’esclusione netta di ogni ipotesi di taglio
nominale del debito, unica possibilità di allentare il nodo scorsoio che strozza
- e continuerà a strozzare- il popolo greco.
L’accordo è incommensurabilmente peggiore di
quello proposto dal Presidente della Commissione Europea Juncker e giustamente
respinto dal popolo greco nel referendum.
“Not with tanks, but with banks” (Non con i carri
armati, ma con le banche), così dicono giustamente in Grecia per indicare quello
che è stato un vero colpo di stato e che disvela, forse per la prima volta in
maniera così netta, la natura dell’attuale Unione Europea.
Un’Unione Europea che non solo è ademocratica, ma
considera come nemico assoluto la democrazia: la parola data al popolo greco da
parte del governo di Siryza è stata considerata un’intollerabile provocazione a
cui rispondere con la vendetta più feroce possibile.
Un’Unione Europea che ha fatto degli interessi dei
grandi capitali finanziari e del loro bisogno di espandersi sull’economia, la
società, la natura, mercificando l’intera vita delle persone, il vero timone
della propria politica, costruita trattato dopo trattato e alimentata con la
trappola/shock del debito pubblico per soggiogare le popolazioni attraverso
l’austerità.
Un’Unione Europea che si prepara a cristallizzare
queste politiche rendendole “oggettive” e “indiscutibili” attraverso il TTIP, il
trattato finalizzato a realizzare l’area di libero commercio più grande del
pianeta al completo servizio delle multinazionali europee e statunitensi.
Anche su questo occorre un nuovo coraggio:
un’Unione Europea che alimenta una guerra militare dentro i propri confini, che
non riesce a dare una risposta di civiltà a 75 migranti appesi da più di un mese
ad una scogliera a Ventimiglia, che risponde con la dittatura finanziaria ad un
popolo che rivendica dignità è un’Unione Europea irriformabile.
Non si tratta banalmente di rispolverare il tema
euro/no euro (a mio avviso un’arma di distrazione di massa), né di dimenticare
l’orizzonte europeo come dimensione politica, sociale e culturale: si tratta di
dire a chiare lettere che, proprio per conquistare quella dimensione, questa
Unione Europea va combattuta alle radici, aprendo una battaglia diretta per il
ripudio del trattato di Maastricht e successivi, per l’abolizione del debito e
per un nuovo processo costituente europeo, partendo non più dall’”Europa dei
popoli” ma dai “popoli dell’Europa”. Una battaglia che non può avere scorciatoie
sovraniste e/o nazionaliste, ma che deve investire l’intera dimensione
continentale, prefiggendosi da subito l’obiettivo di definanziarizzare la
società, rivendicando, contro chi parla di pareggio di bilancio finanziario, la
priorità del pareggio di bilancio sociale e ambientale, contro chi parla di
deficit della bilancia commerciale, la priorità della chiusura del deficit di
diritti in cui vive la maggioranza delle popolazioni. E pretendendo da subito
democrazia.
A partire dal popolo greco, cui credo vada ridata
subito la parola sul proprio futuro.
Marco Bersani (Attac
Italia)




Marco Bersani
Attac Italia
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