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Subject: (ComitatoNoNato) deposito nucleare senza il parere dei sismologi
Date: Fri, 10 Jul 2015 14:49:55 +0200
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/10/scorie-nucleari-la-scelta-del-deposito-nazionale-senza-il-parere-dei-sismologi/1861234/
 
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
 
Scorie nucleari: la scelta del deposito nazionale senza 
il parere dei sismologi
 
Singolare procedura dell'Ispra. L'istituto che sta preparando lo 
studio sulla individuazione del luogo migliore dove seppellire i rifiuti. E che 
a giorni dovrebbe essere consegnato. A denunciarlo è anche l'ex presidente 
dell'Ingv Boschi. Secondo il quale non risulta ci sia "alcun reale parere 
sismologico dietro la mappa dei luoghi che dovrebbero accogliere le 
scorie"
Daniele Martini - 10 luglio 
2015
 
Grava tutto sulle esili spalle di Massimo 
Chiappini l’enorme peso di scovare in Italia, terra di terremoti, un 
posto strasicuro dal punto di vista sismico dove stoccare 
chissà per quanti secoli i circa 60/90 mila metri cubi di scorie 
nucleari prodotte in passato e per il momento «parcheggiate» in 
Francia, in Gran Bretagna e in vari siti sparsi nella nostra penisola. Chi 
è Chiappini? Un dirigente dell’Istituto di geofisica e vulcanologia 
(Ingv), che al momento gestisce solo una delle sezioni territoriali, 
Roma 2, un signore a cui sono stati quindi affidati compiti prevalentemente 
amministrativi. E’ su lui, solo su lui, che è stata caricata la 
croce di una scelta delicatissima e con forti implicazioni 
economiche (l’affare dello stoccaggio vale circa 1 miliardo e 200 
milioni di euro, 
i lavori per la costruzione dureranno almeno 8 anni).
Solo Chiappini è stato interpellato quasi a 
titolo personale in occasione di un paio di riunioni dall’Ispra 
(Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale), l’ente 
che dopo tanti annunci deve ancora  fornire alla Sogin e ai 
ministeri interessati, a cominciare da quello 
dell’Ambiente, lo studio dettagliato sulla scelta del 
luogo dove seppellire le scorie. Sentito dal ilFattoquotidiano.it 
Chiappini ha ammesso in due mail: «L‘Ingv non è 
stato coinvolto nella faccenda, io ho partecipato solo a due riunioni». 
La mappa del sito per le scorie è in preparazione da mesi in un clima di grande 
segretezza che non è un buon viatico per scongiurare l’effetto 
Nimby (Not in my backyard, fuori dalle mie parti). Ora all’Ispra 
assicurano al Fatto che la mappa sarà consegnata «a 
giorni» ai diretti interessati.
Il problema è che, a dispetto 
di tanta attesa, quel protocollo sta nascendo male proprio a 
causa della sostanziale 
emarginazione della comunità scientifica dei sismologi. E’ forse 
inutile ricordare che la valutazione del rischio sismico è uno degli aspetti 
fondamentali, forse il più importante di tutti, per l’individuazione di un 
sito sicuro. Non sono ammessi errori perché le conseguenze 
potrebbero essere tragiche esponendo gli italiani e l’ambiente ai gravissimi 
effetti di contaminazioni.
Conferma al Fatto Claudio Chiarabba, 
direttore della struttura Terremoti di Ingv: «Non sono stato affatto 
coinvolto nella vicenda». Con lui sono stati ignorati 
decine di scienziati, almeno una trentina, che hanno dedicato una vita allo 
studio dei sismi. Fonti interne all’Ingv sostengono che nella vicenda scorie le 
sezioni da coinvolgere dovevano essere almeno tre: il 
Cnt (Centro nazionale terremoti), Roma 1 e Palermo oppure 
Catania. Su «Il Foglietto della Ricerca», un giornalino indirizzato alla 
comunità degli scienziati italiani, i professori Enzo Boschi, 
ex presidente dell’Ingv per 12 anni, e Benedetto De Vivo hanno 
scritto sconsolati che non risulta ci sia «alcun reale parere 
sismologico dietro la mappa dei luoghi che dovrebbero accogliere le 
scorie».
Nell’ordine non sono stati consultati 
i dirigenti di ricerca che hanno a che fare con argomentazioni sismologiche, 
quelli che si occupano di temi geologico strutturali o geochimichi e neanche 
l’unico dirigente di ricerca della linea energia e georisorse, Fedora 
Quattrocchi, che nel passato si era occupata in modo trasparente delle 
scorie nucleari, organizzando tra l’altro una scuola con la 
partecipazione di molti centri di ricerca internazionali e la Sogin. 
Per stilare la mappa del sito l’Ispra ha 
acquisito le vecchie mappe sul rischio sismico, carte note da tempo e senz’altro 
molto importanti anche se vecchiotte, ritenute dai sismologi un 
punto di partenza su cui però lavorare parecchio considerata la delicatezza 
della faccenda delle scorie nucleari. Delegazioni dell’Ispra si sono poi recate 
nella Champagne e in Spagna a visitare i siti 
costruiti in quelle zone.
Chiappini è stato spedito alle due riunioni con l’Ispra dal 
presidente Ingv, Stefano Gresta, un professionista ben 
introdotto in ambienti governativi, in particolare con i renziani. Suo grande 
sponsor è Davide Faraone, il capo dei renziani in Sicilia, un 
politico che quando nel 2010 si candidò sindaco di Palermo fece sapere a tutti 
che lo faceva seguendo il modello di Renzi a Firenze. Ora Faraone è 
sottosegretario alla Ricerca scientifica e in passato è stato deputato 
all’Assemblea siciliana. Per quel periodo è indagato con altri 
87 politici per la storia delle «spese pazze». Anche su 
Chiappini grava qualche ombra. Il responsabile dell’ufficio Prevenzione 
della corruzione dell’Ingv, Tullio Pepe, in una nota interna e 
riservata (che Il Fatto si è procurata), indirizzata al direttore 
dell’istituto, Massimo Ghilardi, segnalava la partecipazione di 
Chiappini ai consigli di amministrazione di Crati Scarl 
e Maris Scarl, ruoli ritenuti incompatibili con la 
guida della sezione Roma 2. Per questo motivo il responsabile 
Anticorruzione sollecitava la rimozione di Chiappini 
dall’incarico.
    
        
            
                
            
        
        
            
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