[NuovoLab] Servizi pubblici Risposta di Emilio Molinari a Er…

Delete this message

Reply to this message
Author: Antonio Bruno
Date:  
To: Altra Liguria Forum, Forum Sinistra Europea 1, Forum Sociale Ponente Genovese, amici barcellona, lilliput-ge, Mailing list del Forum sociale di Genova
Subject: [NuovoLab] Servizi pubblici Risposta di Emilio Molinari a Erasmo D'Angelis.
5 luglio 2015
Risposta di Emilio Molinari a
Erasmo D'Angelis.

Prima dei contenuti
colpisce il linguaggio di quanto scrive su il manifesto Erasmo
D'Angelis, nuovo direttore dell'Unità (giornale fondato da
Antonio Gramsci), rivolgendosi a Marco Bersani a proposito di
privatizzazione dei servizi pubblici locali e idrici in particolare (http://ilmanifesto.info/erasmo-dangelis-lo-sblocca-italia-e-di-sinistra/). Rozzo, con paradossi estremi, nel giudicare coloro che difendono il
servizio pubblico, D'Angelis dice che l'Italia è “l’ultimo
paese sovietico d’Europa” e chi sostiene i servizi pubblici
è fermo a Giolitti (liberale) cioè ad un Paese arretrato e
miserabile, dove“la civiltà e il progresso si misuravano
nella gratuità e nell’universalità dei servizi” (presumo
intendesse l’universalità del diritto all’acqua potabile).

Ne discende che per l’ex
presidente di Publiacqua Spa il diritto è un qualcosa che si
acquista e la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica,
testuali parole di D'Angelis, “si esprime comprando azioni delle
imprese” e giocando in Borsa. E’ un modo di pensare
che merita di essere ripreso, perché vi si possono leggere,
brutalizzate, le fondamenta di quel pensiero politico e di quella
cultura amministrativa che oggi, come un cancro, sta uccidendo la
Comunità Europea, la Grecia, la democrazia; che strangola i Comuni,
li spinge alla privatizzazione ricattandoli con lo Sblocca Italia
(che per l’Erasmo è di “sinistra”,
cretini noi a non capirlo) e si sta disfacendo non solo delle
aziende municipalizzate ma anche delle Istituzioni.

Io, lo confesso, sono
vecchio ed ho rispetto per la storia. Penso che ci siano diritti e
servizi fondamentali che attengono alla vita degli essere umani,
l'accesso ai quali deve essere garantito a tutti, universalmente e
gratuitamente (nel minimo) per
vivere decentemente. Questa è la missione della politica dei
“beni comuni” dalla Rivoluzione francese in poi. Non so se Turati e altri
socialisti, oggi, avrebbero cambiato idea come dice l’Erasmo; so
che questo è il pensiero della Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani del 1948 e delle Costituzioni italiana ed europee nate dalla
Resistenza e lo è stato della politica d’ogni colore... fino
all’arrivo dei Chicago Boys.

Noi, inoltre, non abbiamo
mai parlato di totale gratuità per tali servizi, abbiamo detto che
non si devono fare profitti e che si deve garantirne l’accesso;
abbiamo detto poi che la fiscalità generale deve garantire tali
servizi e la loro efficienza e che questa è una priorità superiore
agli armamenti, ad Expo, alle grandi opere inutili disseminate sul
territorio italico ed alle migliaia di Enti inutili.
Chiariamoci
subito alcune questioni: il movimento dell’acqua non ha mai
difeso gli ottomila Enti pubblici, molti dei quali inventati dalla
casta.
Le domande, a questo
proposito, sono altre.
Perché,
se proliferano gli Enti inutili, per la casta politica che li ha
generati diventa un buon pretesto per privatizzare servizi essenziali
come quelli idrici, dello smaltimento dei rifiuti o del trasporto
pubblico?
Perché la questione
morale, l’inefficienza, la corruzione degli amministratori pubblici
devono essere impugnate dagli stessi come ragione per svendere al
privato il patrimonio pubblico?
Perché il Sud viene
presentato come il modello corrotto ed inefficiente, dimenticando che
i servizi idrici del sud (salvo Napoli e l’acquedotto pugliese in
house che se la cavano) sono già stati tutti privatizzati?
Perché non si denuncia
che in Italia gli investimenti nei servizi sono 10 euro per persona
all’anno contro gli 80/120 in Europa ?
Chi non investe sono
coloro che tagliano la spesa pubblica e strangolano i Comuni e tutti
quei privati a cui è stata affidata la gestione del 50% dei servizi
idrici italiani (in particolare Acea, Iren, A2A, Hera, Suez, Veolia,
tutte quotate in borsa). Vorrei fare una scommessa,
sicuro di vincerla: sono convinto che tutti gli amministratori
indagati per corruzione siano stati sostenitori delle
privatizzazioni!!!

Perché non si vuole
vedere quali disastri hanno fatto nel nostro Paese i privati:
Parmalat, Cirio, Fiat, Ilva e poi Telecom, Alitalia ecc.?
Provi, D'Angelis, ad
andare in Liguria ed a chiedere ai cittadini un po' anziani cosa
pensano di Iren, o provi a Milano a chiedere come funziona la quotata
in borsa A2A; vedrà quanta nostalgia per la vecchia municipalizzata
AEM che funzionava benissimo.
E’ immorale, questo sì,
sentire tanta furia privatizzatrice e tanto accanimento contro ogni
gestione pubblica da chi ricopre da anni ruoli di amministratore
della cosa pubblica.
Erasmo D'Angelis è stato:
Consigliere regionale, Presidente di Publiacqua, Presidente della
Commissione Ambiente, Sottosegretario alle infrastrutture e trasporti
e infine responsabile dell'unità contro il dissesto idrogeologico. E’ mai possibile che uno
che ha ricoperto tante cariche pubbliche e gestito direttamente
aziende pubbliche, debba essere l’accusatore della mala gestione e
si permetta di definire i movimenti ed i 27 milioni di cittadini che
hanno votato per la ripubblicizzazione come retrogradi sovietici?
Viene spontaneo chiedersi:
ma dove ha vissuto e dove vive costui?
Dove si è costruito una simile lettura del passato e del presente, dell’Italia e dell’Europa?
In Europa e nel mondo le cose vanno in modo diverso da quanto D'Angelis sostiene: Parigi,
Bordeaux, Nizza, Stoccarda, Berlino, Napoli, hanno ripubblicizzato;
in Olanda ed in Belgio non hanno mai privatizzato; l’Irlanda è
stata percorsa da manifestazioni per l’acqua pubblica; la
Commissione del Parlamento europeo ha di recente votato per l’acqua
diritto umano e aperto la discussione sul bene comune non
mercificabile.Dal marzo 2000 al marzo
2015 si sono verificati nel mondo 235 casi di rimunicipalizzazione
dell'acqua in 37 Paesi diversi, per un totale di più di 100 milioni
di persone; la maggioranza delle città sono in Francia (94) e negli
USA (58, tra cui Atlanta e Houston); in Colombia Bogotà, in
Argentina Santa Fè, Rosario, Mendoza, la provincia di Buenos Aires,
in Guinea Conakry, in Uganda Kampala, in Mali Bamako, in SudAfrica
Johannesburg, in Malesia Kuala Lumpur, ecc.

Tutti bolscevichi? Tutti non hanno capito la “modernità”?
I ricercatori dell’Università di Greenwich hanno anche indicano le ragioni di
insoddisfazione per la gestione privata: scarsi investimenti in
infrastrutture; degrado nella qualità dell'acqua; mancanza di
trasparenza sui costi e sull'aumento delle tariffe; crescita
esponenziale dei costi; rischi ambientali; non trasparenza
finanziaria; riduzione dei posti di lavoro e prestazione di servizi
scadenti.
Infine mi chiedo: ma il nostro detrattore della cosa pubblica si è accorto che anche il Papa
è uno degli ultimi sovietici?
Ha letto l'Enciclica dove si dichiara, senza se e senza ma, che l’acqua
potabile è un diritto umano e non si deve privatizzare némercificare?
Che facciamo, rottamiamo anche il Papa?

Emilio Molinari