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Szerző: Alessio Di Florio
Dátum:  
Címzett: fori-sociali, retenowar, pescarafree, avantipopolo, fortecomunismo, fuser, riscossarossa
Tárgy: [Retenowar] Fwd: Popoff Quotidiano. Sevel, il Grande Fratello prima del jobs act
http://popoffquotidiano.it/2015/06/27/sevel-il-grande-fratello-prima-del-jobs-act/

Sevel, il Grande Fratello prima del jobs act 27 giugno 2015


*Alla Sevel, fabbrica abruzzese del gruppo Fca, un lavoratore è stato
licenziato dopo esser stato pedinato per diverso tempo. Indetto sciopero
dal sindacato di base*

da Chieti, *Alessio Di Florio*

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Jobs act: uno spettro si aggira per le fabbriche italiane. Ma non è uno
spettro proletario e non annuncia lotta di classe dei lavoratori. E’ uno
spettro padronale, è uno spettro repressivo. Con i decreti attuativi del
Jobs Act è stata liberalizzata ogni possibile forma di controllo e
vigilanza sul lavoratore. Sarà quindi possibile per il datore di lavoro
controllare e videoregistrare ogni singolo movimento del lavoratore. La
motivazione addotta è che così si aumenterà la produttività, quella
produttività che “*il padronato ci ha raccontato era il vero problema del
nostro paese*” come scrive *Sergio Bellavita* portavoce de “Il Sindacato è
un’altra cosa”, l’opposizione di sinistra in Cgil, denunciando che in
realtà “*dicevano produttività per dire sfruttamento, cioè maggiore
quantità di lavoro*”. E, insieme alla produttività, una delle maggiori
litanie del padronato è stata quella sull’assenteismo. Secondo lor signori
son tanti, troppi i lavoratori che restano a casa, che cercano “scuse” per
non andare al lavoro ma essere retribuiti. Messa così apparirebbe una
gravissima scorrettezza dei lavoratori, il “trionfo” dei fannulloni che
danneggerebbero l’economia italiana e il futuro di tutti e tutte. Ma, nello
spulciare le statistiche spuntano beneficiari della legge 104/92 per
l’assistenza a familiari disabili, invalidi, persone gravemente malate e …
sindacalisti, militanti politici. E’ la denuncia che in questi anni è
venuta soprattutto da partiti comunisti e sindacalisti “non allineati” con
i confederali padronali.

Lo *Slai Cobas* ha recentemente reso noto che un suo iscritto è stato
licenziato da Sevel dopo essere stato pedinato e sorvegliato da un’agenzia
investigativa privata. Il sindacato di base denuncia che Luigi, il
lavoratore licenziato, “*è rimasto vittima dei metodi usati nei regimi
autoritari quali il pedinamento e la sorveglianza a distanza a seguito di
un precedente periodo di infortunio e successiva malattia*” definendo
questo atteggiamento dell’azienda “*ricorrenti provocazioni vengono
aziendalmente adottate con l’obiettivo di licenziare lavoratori ritenuti
scomodi e indesiderati in quanto agevolati dalla riforma dell’art.18
introdotta con la limitazione della tutela reale dalla legge 92/2012
(cd.Fornero) che consente la risoluzione del rapporto con la miserevole
corresponsione di indennità economiche.(max24 mensilità)*”. Per questo è
stato proclamato lo sciopero degli straordinari nello stabilimento
abruzzese che fa riferimento al gruppo FCA.

Il *Coordinamento lavoratori e lavoratrici FCA **ritiene “**inaccettabile
il comportamento di Fca che adotta sistemi di controllo e repressione sui
propri dipendenti*” attaccando un comportamento aziendale che “*fa venir
meno, a chi lo subisce, la serenità necessaria per una vita professionale e
familiare sacrosanta! Questo è il nuovo sistema Marchionne? Questi sono i
nostri nuovi padroni? Gli stessi che un giorno si lasciano fotografare
sorridenti con Renzi e i lavoratori sulla catena di montaggio e il
successivo ingaggiano professionisti dello spionaggio? Quanti di noi
vengono spiati e a che titolo?*” e che “*diventerà uno strumento spietato
in mano ai padroni per far fuori in massa lavoratori scomodi, esuberi della
produzione o non inclini a piegare la testa. Se passa, nell’indifferenza
generale, la logica che l’azienda può spiarci dovunque senza apparente
motivo, potremmo iniziare a sentir parlare di licenziamento per
diffamazione, perché, mentre ti trovavi al* *bar con gli amici, ti è
scappata una parolaccia pensando ai carichi di lavoro piuttosto che ai
tanti straordinari da eseguire per il profitto di pochi*”. Considerazioni
condivise anche da *Sinistra Anticapitalista Abruzzo *che denuncia “*una
netta compressione dei diritti dei lavoratori, considerati sempre più non
come persone ma solo come ingranaggi meccanici. La politica aziendale di
Marchionne è una punta avanzata di questo arretramento che in FCA avviene
da diversi anni. I costi della crisi economica si sono abbattuti
esclusivamente sui lavoratori. L’azienda ha recentemente annunciato un
considerevole aumento delle vendite ma le condizioni di lavoro degli operai
continuano a peggiorare. Se i sacrifici dei lavoratori e delle lavoratrici
fossero serviti a far fronte alla crisi oggi la situazione doveva
invertirsi. Non è così, e questo dimostra ancora una volta che le
motivazioni dei padroni sono ben altre*”.

Tanti gli attestati di sostegno e solidarietà giunti allo sciopero e al
lavoratore licenziato, tra cui il PdAC della Provincia di Chieti, il
coordinamento No Austerity,*la Segreteria nazionale della CSP Conlutas del
Brasile, la Federazione Democratica dei metalmeccanici di Minas Gerais
(Brasile), il Sindacato dei metalmeccanici di Sao José dos Campos (Brasile)
e Germán Tonero, operaio della GM, ex-delegato sindacale, membro del Pstu e
candidato a deputato del Fronte di Sinistra e dei Lavoratori.*