Ecco come vanno
http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/06/16/news/il_cantiere_in_giardino_fiaccolata_solidale_contro_l_esproprio-116937582/ Hanno finito di espropriare il tutto... A prestoDavide
----Messaggio originale----
Da: maurilio.orione@???
Data: 26/06/2015 14.53
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Ogg: Re: [forum-dei-beni-comuni-genova] Terzo Valico, esproprio a oratorio e asilo un milione di indennizzo al parroco
A due anni e mezzo come vanno le cose?fare un report con qualche testimonianza potrebbe comunicare i fatti e i soprusi con la complicità di chi governa!
maurilio
2014-02-20 11:32 GMT+01:00 statodiallucinazione@??? <statodiallucinazione@???>:
Terzo Valico, esproprio a oratorio e asilo un milione di indennizzo al parroco
Don Paolo Micheli: i soldi saranno destinati ai bisogni della gente
GIULIA DESTEFANIS
LA STORIA nella storia è quella della parrocchia di Pontedecimo, e di due “istituzioni” del quartiere, l’oratorio e l’asilo: le due strutture sono finite nel mezzo del tracciato della nuova strada di by-pass di Pontedecimo, un viadotto che risalirà la sponda destra del torrente Verde ed è opera di compensazione al Terzo Valico – la linea di alta velocità per treni merci Genova-Tortona. Alla fine, dopo lunghe contrattazioni e l’intercessione di Comune e Regione, la società costruttrice Cociv si è presa i due cortili e una parte di campo da calcio dell’oratorio. Pagandoli una cifra più che importante.
Lo riconosce lo stesso don Paolo Micheli, parroco di Pontedecimo: «In effetti è così, anche perché questo da catasto è terreno da pascolo – racconta – quindi possiamo ritenerci soddisfatti dell’indennizzo, che utilizzeremo per progetti sui locali dell’oratorio ». E quello che resterà servirà per le necessità della parrocchia.
Certo, lo sa don Paolo che «non è bello finire sotto una strada. Faremo il possibile per ovviare al problema, pensando a piantare alberi davanti ai piloni. Ma la strada è necessaria perché il traffico nel quartiere, con i camion che arrivano da Mignanego e Campomorone, è insostenibile. Se la nuova arteria deve arrivare come compensazione del Terzo Valico, va bene così». Sull’alta velocità il parroco non si esprime:
«Mi interessa solo la strada che libererà Pontedecimo dal traffico».
Anche a costo di sacrificare quell’oasi di verde e colori.
«Almeno abbiamo salvato l’asilo, che nel progetto originario doveva essere in parte demolito. Si preferirebbe sempre che le opere pubbliche non ci toccassero direttamente, ma ogni tanto bisogna essere disponibili. Tanto più – dice con franchezza – se ti restituiscono quello che perdi sotto altra forma. Non so se alla fine ne guadagneremo, ma il milione che ci danno risolleverà le sorti di questi spazi».
Sabato, a pochi metri dall’oratorio, è stata demolita la prima casa per la costruzione del by-pass:
«Abbiamo seguito i lavori con un volantinaggio – spiega Davide Ghiglione, esponente del comitato No-Tav Terzo Valico e consigliere del Municipio Valpolcevera – Chi si aspettava contestazioni violente è rimasto deluso. Vogliamo solo diffondere il nostro punto di vista: il Terzo Valico è inutile e dannoso, e lo è anche il by-pass, una strada con i piloni dentro il torrente. Cosa succederà in caso di piene? Dispiace che don Paolo la pensi diversamente».
Del resto, spiega, quella di “convertire” sulla via del Terzo Valico gli spiriti più diversi «è una pratica ricorrente da parte di Cociv.
Si mormora di indennizzi più alti dei prezzi di mercato».
Il giro dei cantieri già aperti, inizia a Fegino.
I proprietari espropriati sono soddisfatti degli indennizzi «ma preferiamo non dire la cifra, e comunque niente ci ripagherà della qualità di vita perduta – spiega Tiziana Garrone, che a lottare per i suoi 2.800 metri di terra ci aveva provato – eccoli i miei vecchi alberi da frutta, fatti a pezzetti». Qui verrà l’imbocco della galleria che porterà a Tortona.
A Trasta, nell’ex parco ferroviario, si lavora anche di domenica al campo base che accoglierà gli operai.
Poi ci sono i cantieri di stoccaggio a Bolzaneto e quello dietro al mercato dei fiori di San Quirico, per lo scavo di una galleria. «Ci hanno tagliato il terreno in due – racconta Davide Ciccia – e senza avviso, perché la notifica l’avevano mandata al vecchio proprietario deceduto».
C’è chi concede le terre, nella Valpolcevera che cambia. E chi invece resiste. «E noi li sosteniamo rallentando i lavori – conclude Ghiglione – Ha presente la bellezza? È un concetto che qui si è perso, e tanti pensano che un po’ di cemento in più non peggiori le cose. Per noi cambia, eccome».
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