Lähettäjä: EHLINFO Päiväys: Vastaanottaja: ehlinfo Aihe: Un altro contributo sulla sentenza delle Herriko taberne
Paese Basco: il Tribunale Supremo ordina la confisca di 107 herriko taberna
[image: Paese Basco: il Tribunale Supremo ordina la confisca di 107
herriko taberna]
E' di ieri la notizia della conferma da parte del Tribunale Supremo dello
Stato Spagnolo che mantiene la condanna nei confronti di 20 militanti e
dirigenti della sinistra indipendentista basca e l'ordine di confisca di
107 herriko taberna, le sedi sociali del movimento sparse in tutto il
territorio basco. Così facendo il tribunale conferma in parte la sentenza
della scorsa estate, accogliendo però la richiesta di alcune attenuanti che
riducono la pena carceraria dei militanti indipendentisti a circa un anno e
mezzo di carcere, dimezzando così la condanna inflitta la scorsa estate.
Stando al dispositivo nessuno degli imputanti dovrà tornare in carcere,
avendo già scontato più di un anno e mezzo di carcere preventivo nelle
prigioni spagnole all'inizio del processo, cominciato nel 2002.
L’accusa nei confronti della rete di herriko taberna, letteralmente
“taverne del popolo”, è quella di esser state strumento di finanziamento
dell’ETA e rientra pienamente nella visione espressa più volte dai
tribunali spagnoli per i quali “tutto è ETA”, una lettura utilizzate più
volte per mettere fuori legge le organizzazioni politiche della sinistra
basca a partire dal partito Batasuna e dall'organizzazione giovanile Segi.
[image: 1herriko]
L'attacco nei confronti delle “herrikos”, locali importantissimi per il
finanziamento e per l'insediamento e l’aggregazione popolare del movimento
indipendentista basco, si inserisce pienamente nella spirale repressiva che
lo Stato spagnolo sta continuando a condurre nei confronti della sinistra
abertzale nonostante la fine della lotta armata da parte
dell’organizzazione fondata nel ’59.
E' di poche settimane fa infatti l'incarcerazione di cinque giovani
attivisti condannati non per reati specifici ma solo a causa della loro
militanza in Segi, a protezione dei quali si era messa in campo la pratica
del “muro popolare” con la mobilitazione di centinaia di giovani per
impedire o quantomeno ritardare l’arresto. Senza contare che sta arrivando
a conclusione anche il processo nei confronti di Askapena, la principale
organizzazione internazionalista basca, per la quale la magistratura chiede
lo scioglimento e l'illegalizzazione, oltre alla condanna di sei militanti
6 anni di carcere ciascuno.
Un attacco frontale da parte dello Stato spagnolo nei confronti della
sinistra indipendentista basca che continua a mostrare la mancanza assoluta
di volontà politica, da parte del governo, di portare a compimento un serio
processo di risoluzione del conflitto basco che sia basato su un negoziato
e sulla rimozione della legislazione d’emergenza.
Già nella giornata di ieri sono stati decine i presidi e le manifestazioni
organizzate in diverse località contro la sentenza che ordina il sequestro
delle sedi del movimento, definita da Pernando Barrena, rappresentate di
Sortu, “la più grande confisca di beni per persecuzione politica dai tempi
del Franchismo”. Oggi si replica e nel fine settimana altre iniziative
denunceranno il tentativo da parte di Madrid di chiudere letteralmente la
bocca alla sinistra basca espellendola dai quartieri e anche dai centri più
piccoli, dove dalla fine del franchismo le Herriko Taberna hanno
rappresentato un fondamentale centro di socializzazione politica di
un’intera comunità popolare.