Mercoledì 17 @ LAMEZIA TERME - Un ciclo dei rifiuti condivis…

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Autor: fraticello
Data:  
A: retecosenza
Assumpte: Mercoledì 17 @ LAMEZIA TERME - Un ciclo dei rifiuti condiviso per uscire dalla barbarie






PER ARRIVARE AL PARCO IMPASTATO DI LAMEZIA TERME
          -> 
https://goo.gl/maps/kmKAa


UN CICLO DEI
                  RIFIUTI CONDIVISO PER USCIRE DALLA BARBARIE

Se esiste una descrizione
      adeguata del pachidermico e inquinante sistema dei rifiuti
      calabrese, tale descrizione è quella fornitaci dalla Commissione
      Parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei
      rifiuti in Calabria, la quale ha individuato con chiarezza “un
      sistema di potere non estraneo agli interessi
      politico-malavitosi”.

È il sistema delle deroghe
        alle normative sanitarie ed ambientali, degli impianti privati e
        degli interventi senza alcuna logica né pianificazione, del
        business “tal quale” e dei prezzi gonfiati, dell'eterna
        emergenza e delle decisioni prese nel chiuso delle stanze, che
        costringono i territori a scendere sistematicamente in strada.


A quattro anni dalla
      pubblicazione di quella spaventosa relazione, nulla sembra
      cambiato.

Durante l'Amministrazione
      Scopelliti – Pugliano - Gualtieri i comitati territoriali si erano
      prodigati per la chiusura dell'ufficio del Commissario, dopo 15
      anni di disastri e di sprechi enormi. Queste azioni hanno colpito
      nel segno e hanno impedito il rinnovo dell'emergenza ambientale in
      Calabria all'inizio del 2013.

Ma le scorie di quell’epoca
      continuano ancora a contaminare gli uffici della burocrazia
      regionale. Sono le scorie di un modello obsoleto funzionale solo
      alla speculazione quasi mai trasparenze, spesso 'ndranghetista,
      basato su mega impianti, incenerimento e discariche private,
      spesso gestite in maniera poco trasparente. 

      Un modello che continua a condannare la 
Calabria al degrado ed
        all'arretratezza
.
Solo grazie alla volontà
      popolare, alcuni di questi progetti sono stati bloccati: la
      discarica di Battaglina altrimenti destinata diventare la più
      grande d’Europa, la questione di Donnici, o ancora il bando per
      l'esportazione di rifiuti all’estero, che avrebbe regalato milioni
      di euro ai soliti noti senza risolvere nulla e devastando ancora i
      territori.

E tanti, ancora oggi, sono i
      territori impegnati su un duplice fronte, bloccare gli scempi e
      risanare quelli già perpetrati. Gli esempi sono noti e molteplici:

Celico, Pianopoli, Sambatello, Bisignano, Castrolibero,
        Rossano, Scala Coeli, Crotone
, per citarne solo alcuni. La popolazione calabrese tutta
        chiede 
una svolta, chiede la fine dell’eterna bugia sui rifiuti, la
        risoluzione di questo scempio continuo che 
umilia una
        regione e un popolo
.
Ma la battaglia dei comitati
e

        della società civile
è
        anche e soprattutto di 
proposta. I territori chiedono senza
      posa di 
essere ascoltati e i comitati sono disponibili e
      pronti ad 
interloquire
        in maniera proficua con le istituzioni
, sia per trovare
      una via d'uscita dall'emergenza, sia per strutturare un ciclo dei
      rifiuti realmente virtuoso. Eppure fino ad ora abbiamo sempre
      trovato porte chiuse, a prescindere dal colore politico di chi
      occupa le istituzioni competenti.

Porte che sono rimaste chiuse
      anche negli ultimi mesi, nonostante i proclami in campagna
      elettorale e appena dopo, di tavoli con le associazioni, di
      dialogo coi territori, di 
modello rifiuti zero, alle volte trasformato astutamente nella formula
        “impatto zero”
che può
        significare tutto e niente
. Alle porte dell’estate, a
      quasi un anno dalle elezioni regionali, non si riscontra alcuna
      discontinuità nel comportamento con cui la Regione gestisce il
      settore, né in termini di scelte strategiche, né (cosa ancor più
      grave) nelle modalità di gestione, pianificazione e decisione che
      ignorano sistematicamente le istanze dei territori, in perfetta
      continuità col passato.

È di questi giorni, tanto per
      fare un esempio, l’annuncio a mezzo stampa della costruzione di 
tre
nuovi

        impianti
nella province di Reggio Calabria, Catanzaro e
      Cosenza. Nel cercare di capire di cosa si tratta, ci chiediamo
      anche 
dove saranno
        collocati e soprattutto 
quanto costeranno e cosa lasceranno, nel bene e nel male,
        sui territori.

Fino ad oggi, purtroppo, a
      decidere la direzione della Calabria in tema di rifiuti sono stati

piccoli e grossi speculatori che hanno costruito un business

        milionario
sul ciclo dei rifiuti, con la compiacenza
        delle istituzioni
e a scapito dei territori, della salute
      dei cittadini e delle prospettive economiche e occupazionali della
      Calabria.

La Calabria ha bisogno di un ciclo dei
        rifiuti condiviso e partecipato
, costruito insieme ai
      territori e non calato dall'alto, 
basato realmente sulla strategia “rifiuti
        zero”
, nel solco tracciato da esperienze positive e
      esemplari in Italia e nel resto del mondo e nello stesso tempo
      aderente alle esigenze ed alle caratteristiche delle tante aree
      della Calabria. 
Un ciclo
        rifiuti che parli chiaramente di 
impianti di riciclo
        e di riutilizzo.
Questi impianti non solo non avrebbero
      alcun impatto ambientale, ma si tradurrebbero in sviluppo,
      ricchezza ed occupazione di qualità per i territori, in rottura
      col presente ciclo dei rifiuti che devasta e affama.

Non solo. La Calabria ha bisogno di un ciclo
        dei rifiuti distanti dagli interessi delle 
lobby paracriminali. Non esiste
      alcuna possibilità di unire gli interessi delle comunità con gli
      interessi di questo stormo di sciacalli senza scrupoli. 
La
        classe dirigente regionale deve decidere senza ambiguità da che
        parte stare.

Costruire questo diverso
      ciclo dei rifiuti ed imporlo, se necessario, alle istituzioni
      competenti significa affrontare nuovamente la questione rifiuti in
      Calabria
non come una sommatoria
        di piccole vertenze territoriali, ognuna 
peculiare e
      assolutamente fondamentale, ma come un'
unica grande vertenza
        regionale
che sia in grado di unire l'opposizione a progetti
      ignobili alla spinta permanente verso un modello diverso e
      realmente virtuoso che valorizzi, da ogni punto di vista, la
      nostra splendida regione.

È pertanto fondamentale
        riaprire il confronto tra comitati ed associazioni
che
      lavorano per la difesa dei propri territori e per impostare
      modelli nuovi e virtuosi di gestione. Queste realtà territoriali
      vivono sulla propria pelle, quotidianamente, l’urgenza di dover
      intervenire in singole lotte ed allo stesso tempo avvertono la
      pressante necessità di un respiro e di una visione più ampia,
      almeno regionale, che dia forza ed autorevolezza alle loro
      proposte.

Per questo
            chiediamo e invitiamo tutte queste realtà territoriali a
            vederci il giorno:


mercoledì 17
          giugno 2015 ore 
17.30 c/o il parco Impastato di Lamezia
            Terme
,
...prima che sia troppo
      tardi!

Terra di Calabria, domenica 14 giugno 2015.
Rete per la Difesa del
        Territorio “Franco Nisticò”

rdt.stampa@???