[Redditoxtutti] Assemblea pubblica 17 Giugno ore 16.30 Unive…

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Autore: usiait1@virgilio.it
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To: pop
CC: precari_roma, redditoxtutti
Oggetto: [Redditoxtutti] Assemblea pubblica 17 Giugno ore 16.30 Università La Sapienza di Roma aula 2 facoltà di Lettere: 100 giorni di jobs act, promossa da Laboratorio romano per lo sciopero sociale. Adesi


COMUNICATO E AVVISO, PER DIFFUSIONE, DIVULGAZIONE E PUBBLICAZIONE, grazie






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http://blog.scioperosociale.it/17-06-assemblea-pubblica-del-laboratorio-romano-per-lo-sciopero-sociale-a-100-giorni-dal-jobs-act-tempo-scaduto/
evento fbhttps://www.facebook.com/events/1607132322859463/




A 100 giorni dal Jobs Act: tempo
scaduto!

Verso il 24 giugno e lo Speakers'
Corner sotto il Ministero del Lavoro

Salario minimo europeo, reddito e welfare
universali



La retorica renziana che promuove una fantomatica ripresa del
tasso di occupazione e un aumento dei posti di lavoro diventa ogni giorno più
ridicola di fronte ai dati che ci consegna la realtà. I (pochi) nuovi
contratti di lavoro stipulati negli ultimi mesi sono in realtà fortemente
precari e malpagati, e indotti dalla possibilità, fornita alle imprese, di
accedere a ingenti incentivi fiscali, decontribuzioni e bonus occupazionali.
Questa sì, vera e propria forma di sostegno assistenziale.

Il governo sta provando a costruire un immagine distorta degli
effetti del Jobs Act, sia attraverso una fantasiosa interpretazione dei dati
sull’occupazione sia tramite un’esaltazione dei nuovi ammortizzatori sociali
indicati come «universalizzazione delle tutele». I dati reali, invece, ci
consegnano una povertà in dilagante aumento e ammortizzatori sociali iniqui ed
insufficienti per chi ha una storia contributiva e lavorativa intermittente, e
oltre tutto non ancora erogati. Nonostante siano uscite le due circolari
INPS riferite alla DIS-COLL e alla NASpI, la situazione è ancora completamente bloccata per evidenti
ritardi e inadempienze procedurali. In questo contesto, il 6 giugno il
Presidente del Consiglio ha con violenza respinto la proposta di introduzione
di un reddito garantito, definendolo misura «incostituzionale» e «assistenzialistica». Una misura
– occorre ricordarlo – assente solo in Grecia e Italia, che rappresenta per i
movimenti sociali e per larghi strati dall'associazionismo di base un orizzonte
di lotta irrinunciabile contro il ricatto della precarietà e della povertà.

Abbiamo iniziato, lo scorso settembre, a confrontarci tra varie
realtà sociali, sindacati conflittuali e reti studentesche, analizzando e
mettendo a nudo la pericolosità delle riforme del lavoro del governo
Renzi-Poletti. Durante l'autunno abbiamo lavorato per costruire lo Sciopero
sociale del 14 Novembre, un radicale atto di rifiuto del Jobs Act che ha visto
mobilitate oltre 45 città. L’obiettivo era quello di estendere socialmente lo
sciopero, per farne una pratica capace di coinvolgere e connettere tanto il
lavoro dipendente quanto, soprattutto, i lavoratori precari, le partite IVA,
gli studenti medi ed universitari. L’esperimento si può dire più che riuscito
e, nonostante le evidenti difficoltà di far scioperare un mondo del lavoro
sempre più frammentato, decine di migliaia di persone sono scese in piazza in
tutta Italia per la prima grande manifestazione di dissenso al governo Renzi.

Il lavoro autunnale di opposizione al Jobs Act è proseguito,
nonostante l’approvazione della riforma avvenuta pochi giorni prima di Natale.
L’abbiamo portato avanti sperimentando inedite forme di sindacalismo sociale,
attraverso vertenze e campagne concrete su tematiche decisive come il reddito
di base, il salario minimo, il nuovo welfare e le stabilizzazioni. Un
esempio è certamente quello del percorso “Garantiamoci un Futuro”, campagna che
ha cominciato a smascherare e denunciare il business della disoccupazione
giovanile che si cela dietro il programma Garanzia Giovani. Con occupazioni,
volantinaggi e assemblee, “Garantiamoci un Futuro” è riuscito a ottenere
una vittoria piccola ma importante: l’ aumento di 100 € (da 400 a 500 €) del
“rimborso” destinato ai giovani tra i 15 ed 29 anni che andranno a svolgere gli
stage previsti dal programma. Esempio altrettanto importante è il contributo
che il Laboratorio romano ha dato alla nascita e allo sviluppo della “Coalizione
27 febbraio”, coalizione nata dalla convergenza di associazioni e reti di
partite Iva, professionisti atipici e degli ordini, precari del mondo della
ricerca, lavoratori parasubordinati. Con la pretesa dell'equità fiscale e
previdenziale, la “Coalizione 27 febbraio” si è mobilitata sotto l'INPS il 24
aprile, ottenendo l'incontro con il Presidente Boeri, e tornerà a farlo il 24
giugno, sotto il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

A 100 giorni dall’approvazione dei primi decreti attuativi del
Jobs Act, mentre il Consiglio dei Ministri si appresta a completare quanto
previsto nella delega sul lavoro, sentiamo l’esigenza di tornare a
confrontarci, con un momento pubblico che possa cominciare a demistificare i
numeri e ad approfondire le reali conseguenze della riforma del lavoro. Vorremmo farlo, però, ripartendo
anche dalla possibilità, dimostrata durante quest’anno, di continuare a
costruire forme espansive e generalizzate di conflitto contro il piano delle
riforme di Renzi basato essenzialmente su precarizzazione e sostituzione del welfare
con il workfare. Un’opposizione che di fatto già
abbraccia le importantissime mobilitazioni nel mondo della scuola e della
formazione, ulteriormente colpito dalla così detta “Buona Scuola”.



Invitiamo tutte e tutti all’assemblea
pubblica che si terrà Mercoledì 17 Giugno alle 16.30 presso l’Università “La
Sapienza”, facoltà di Lettere, aula II.



Laboratorio romano dello Sciopero
Sociale







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