[RSF] FW: [donneinnero] Fwd: Fwd: un film per la bosnia

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Autore: pilar castel
Data:  
To: Poema, forumroma@inventati.org, cristina.torelli@fastwebnet.it, ass.zabaglia@libero.it, juliavshawlawrence@gmail.com, sandropiatti@tiscali.it, sai@slc.cgil.it, stefano imaie, casa memoria, s.pierpaoli@indicinemaitalia.it, info@indicinemaitalia.it, giulietta
Oggetto: [RSF] FW: [donneinnero] Fwd: Fwd: un film per la bosnia


Date: Wed, 3 Jun 2015 14:43:18 +0200
From: ionnegue@???
To: donneinnero@???
Subject: [donneinnero] Fwd: Fwd: un film per la bosnia







    


    Care DIN


      


       vi segnalo questo articolo di
        Nicole Corritore su OBC


        Noi come DIN di Ravenna abbiamo dato il nostro contributo per la
        realizzazione del documentario sulla Coop Insieme di Bratunac,
        abbiamo prenotato quote per 200 euro


        Vi segnalo il sito nel caso altre decidano di dare un contributo
        dato che sono gli ultimi giorni della Campagna


        https://www.produzionidalbasso.com/project/dert/


        


        Ionne



          























                                      Nicole



                                          Corritore 
                                       23 aprile 2015 










                                    DERT: un documentario per raccontare
                                    "Insieme" 







                                    DERT, tratta dal documentario





                                  E' aperta fino al 29 giugno la
                                    campagna di crowdfunding per il
                                    documentario DERT dei registi Mario
                                    e Stefano Martone.
                                    Racconta l'esperienza della
                                    cooperativa agricola bosniaca
                                    "Insieme" attraverso l'amicizia tra
                                    i fondatori, Rada Žarković e Skender
                                    Hot, il fotogiornalista Mario Boccia
                                    e la grande rete di amicizia
                                    solidale che dall'Italia ha
                                    sostenuto e sostiene la cooperativa




                                  Fonti: Produzioni dal
                                      Basso e Cooperativa
                                      Insieme-Zajedno


                                  Mancano poco meno di seimila euro
                                    per dare la possibilità Mario e
                                    Stefano Martone di terminare la
                                    lavorazione del documentario “DERT”,
                                    la storia della cooperativa agricola
                                    bosniaca “Insieme” e dell’amicizia
                                    che l’ha resa possibile, quella tra
                                    i due fondatori – Rada Žarković e
                                    Skender Hot - il fotoreporter
                                    italiano Mario Boccia e la grande
                                    rete di amicizia solidale che si è
                                    costituita tra Bosnia Erzegovina e
                                    Italia fin dalla nascita della
                                    cooperativa. Prosegue dunque il
                                    crowdfunding, aperto a chi volesse
                                    contribuire nelle varie forme
                                    previste, direttamente dalla pagina dedicata a
                                      DERT sul sito di Produzioni
                                    dal Basso.


                                  A vent’anni dai tragici avvenimenti
                                    che hanno sconvolto la Bosnia
                                    Erzegovina, DERT si muove nei luoghi
                                    della memoria di un paese segnato
                                    dalla guerra ma non è un film sulle
                                    vittime e sul dolore. E’ la
                                    testimonianza di una straordinaria
                                    esperienza collettiva fondata sulla
                                    dignità e sul lavoro. Un esempio di
                                    convivenza a dispetto di tutti i
                                    nazionalismi.


                                  La cooperativa Insieme viene
                                    fondata nel 2003 a Bratunac, sulla
                                    riva occidentale della Drina, al
                                    confine tra la Bosnia Erzegovina e
                                    la Serbia, a pochi chilometri da
                                    Srebrenica.


                                  Dall’inizio di aprile del 1992,
                                    dopo il collasso della Jugoslavia,
                                    la Bosnia Erzegovina ha sofferto una
                                    sanguinosa guerra d’aggressione
                                    terminata nel novembre 1995. Più di
                                    centomila morti, migliaia di
                                    scomparsi, oltre due milioni di
                                    profughi, economia ed infrastrutture
                                    distrutte. Il conflitto ha provocato
                                    un profondo cambiamento della
                                    struttura demografica della
                                    popolazione, come risultato delle
                                    operazioni di “pulizia etnica” dei
                                    territori.


                                  Durante il conflitto, l’area di
                                    Bratunac è teatro di scontri
                                    durissimi. Molte famiglie si
                                    rifugiarono nella cittadina di
                                    Srebrenica, enclave a maggioranza
                                    musulmana in un territorio a
                                    maggioranza serbo-ortodosso, che era
                                    stata dichiarata area protetta dalle
                                    Nazioni Unite. L’11 luglio 1995
                                    l’esercito serbo-bosniaco viola
                                    l’area protetta, entra nella città e
                                    commette un massacro sistematico
                                    degli uomini musulmani, inclusi i
                                    giovanissimi e gli anziani. Le donne
                                    e i bambini sopravvissuti sono
                                    trasferiti in campi profughi. La
                                    strage è di dimensioni inaudite, le
                                    vittime stimate sono più di
                                    ottomila. E’ il primo genocidio
                                    riconosciuto in Europa dopo la
                                    seconda guerra mondiale.


                                  Mario Boccia, fotogiornalista che
                                    ha seguito e documentato il
                                    conflitto nei Balcani fin
                                    dall'inizio, è legato da un'amicizia
                                    profonda e solidale con Rada e
                                    Skender, presidente e direttore
                                    della cooperativa che raccoglie
                                    piccoli frutti e li lavora per farne
                                    succhi e marmellata. La raccolta
                                    avviene in estate nelle terre vicino
                                    a Bratunac e nella regione della
                                    Bosnia centrale, da cui provengono i
                                    mirtilli selvatici per i prodotti
                                    biologici. Molti direbbero che i
                                    soci della cooperativa, ormai più di
                                    500, in prevalenza donne, sono di
                                    “etnie” diverse. Loro rifiutano
                                    questa distinzione. Lavorano fianco
                                    a fianco uniti dal desiderio di
                                    restare nella loro terra comune.
                                    Ricostruiscono un presente insieme,
                                    a dispetto di un passato che li
                                    vorrebbe divisi. Il loro esempio
                                    sembra gridare alla Bosnia
                                    Erzegovina e all'Europa intera: se
                                    si può fare qui, sarà possibile
                                    ovunque.








                                              Per approfondire 











                                              Sulla storia della
                                                cooperativa Insieme
                                                leggi l'articolo "Dopo la
                                                  guerra, frutti di Pace"
                                                scritto da Obc per
                                                l'edizione 2015 dell'
                                                "Atlante delle guerre e
                                                dei conflitti del
                                                mondo", realizzato
                                                dall'Associazione 46°
                                                Parallelo e distribuito
                                                nelle librerie da AAM
                                                Terranuova








                                  I registi del documentario DERT,
                                    Mario e Stefano Martone, hanno
                                    realizzato in passato lavori di
                                    documentazione sociale e
                                    antropolgica, in collaborazione con
                                    ONG ed enti pubblici, in Bosnia
                                    Erzegovina, Sud America, Palestina e
                                    Libano. Dal 2006 al 2010 hanno
                                    coordinato corsi di realizzazione
                                    video in campi profughi palestinesi
                                    del Libano. Sono tra gli autori del
                                    documentario “Napoli 24”. Il loro
                                    ultimo lavoro “Lucciole per
                                    lanterne”, ambientato nella
                                    Patagonia cilena, è stato presentato
                                    in più di 70 festvial in 25 paesi,
                                    ricevendo premi e riconoscimenti.


                                  Per partecipare al crowdfunding non
                                    è richiesto nessun pagamento
                                    anticipato. C’è la possibilità di
                                    scegliere la quota che si vuole
                                    donare e che poi verrà saldata su
                                    richiesta degli autori solo se alla
                                    scadenza della campagna il
                                    finanziamento collettivo sarà andato
                                    a buon fine. A ogni quota
                                    corrisponde una ricompensa oltre ai
                                    ringraziamenti nei titoli di coda
                                    del documentario: dalla possibilità
                                    di vedere in streaming il
                                    documentario, al ricevimento di una
                                    copia del DVD e di una confezione di
                                    marmellate della cooperativa
                                    “Insieme”, una stampa di una foto
                                    autografata di Mario Boccia, fino
                                    alla licenza per una proiezione in
                                    presenza degli autori e/o dei
                                    protagonisti.















        


        


        


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