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Szerző: Aldo Zanchetta
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Sicilia: arriva il treno superveloce Catania - Palermo. Il miracolo dopo il
crollo del viadotto


in <http://www.forexinfo.it/-Italia-52-> Italia

di <http://www.forexinfo.it/_Vittoria-Patane_> Vittoria Patanè | 14 Maggio
2015 - 11:05


Dopo il crollo del viadotto Himera sull'autostrada Catania - Palermo, in
Sicilia spunta per miracolo il treno superveloce che collega le due città in
2 ore e 40 minuti. Ma dov'è stato per 40 anni?




Sicilia terra di miracoli. Crolla il viadotto e per magia arriva il treno
superveloce. Sì, proprio per magia, perché a questo punto sorge spontaneo
chiedersi per quale motivo questo treno non sia stato attivato in passato e
a prescindere da frane e cedimenti autostradali. Ci si chiede perché fino a
ieri i siciliani dovessero impiegare 9 ore per andare da Catania a Trapani e
8 ore da Messina ad Agrigento utilizzando il trasporto ferroviario e invece
oggi la situazione sia stata risolta con una rapidità degna
dell’Amministrazione più efficiente. Se questo treno c’era e si poteva
utilizzare, perché abbiamo aspettato di non avere alternative per percorrere
un’isola che fino a un mese fa era collegata solo ed esclusivamente da
un’autostrada, perché abbiamo atteso quarant’anni?

Domande che non trovano risposte, o meglio forse trovano sempre le solite
che ci siamo stancati di sentire. Ma facciamo un passo indietro.

Sicilia: il crollo del viadotto Himera
Il 10 aprile del 2015, in un assolato pomeriggio primaverile,
sull’autostrada Catania - Palermo crolla il viadotto Himera, una frana
verificatasi in corrispondenza di Caltavuturo, che ha spostato l’assetto
della carreggiata provocando un avvallamento, dicono gli esperti. Da quel
momento la Sicilia è divisa in due come neanche la Germania in tempo di
guerra. A questo punto rimane da sperare che i siciliani per ripercorrere
l’A-19 non debbano aspettare lo stesso numero di anni che i tedeschi hanno
atteso per l’abbattimento del Muro di Berlino, ma le prospettive non sono
buone. Ad oggi, un mese e quattro giorni dopo il fatto, i lavori non sono
ancora iniziati e, a causa dello scontro tra Governo e Regione, nessun
progetto è ancora partito. Servono 345 milioni e non si sa chi deve
scucirli. Nel frattempo per spostarsi da oriente a occidente occorrono circa
sei ore tra strade provinciali e secondarie, dato che, l’autostrada era
l’unico modo per attraversare l’isola.

Sicilia: treno superveloce
Fino a ieri sembrava che non ci fossero alternative e c’era già chi
fantasiosamente pensava a dividere ufficialmente la Regione in due, con due
capoluoghi e blablabla. Parole da ultras che nessuno ha mai preso sul serio.

Oggi però, arriva appunto il miracolo: il treno superveloce che copre il
percorso Catania - Palermo in due ore e 40 minuti. Secondo le ferrovie dello
Stato tra pochi giorni sarà pronto a partire e «occidentali e orientali
potranno riabracciarci». Ma come? In un mese siamo riusciti a creare ciò che
in quarant’anni appariva come un’utopia? Va bene che i siciliani sono sempre
stati famosi per fare di necessità, virtù ma forse in questo caso stiamo
esagerando.

La spiegazione «dell’avvenimento miracoloso» è la seguente: qualche anno fa
la Regione Sicilia grazie agli eco-finanziamenti è riuscita ad acquistare i
treni «Minuetto» finora rimasti inutilizzati ma pronti a partire e a
collegare le due maggiori città dell’isola in due ore e quaranta minuti. Le
due Sicilie sono di nuovo uniche e unite.

All’improvviso dunque l’auto non serve più, l’A19 può essere ricostruita
«con calma» e il tratto ferroviario che prima veniva coperto in 6 ore e
mezza adesso viene percorso in meno della metà del tempo. Le Ferrovie
sicule, da anni soggette a smantellamenti, diventano di colpo efficienti e
veloci. In un mese è arrivato il progresso che non siamo riusciti a compiere
in 40 anni.

Per mezzo secolo solo autobus ( in mano ad aziende private sovvenzionate
dall’ARS) e auto, da oggi finalmente arriva il treno. Un’ultima domanda a
questo punto: per collegare in maniera decente le altre sette province (o
forse dopo la cura Renzi sarebbe più corretto dire ex province), dovremo
attendere altri crolli dovuti al maltempo?