ANED Monza e Sesto San Giovanni, in collaborazione con FOA Boccaccio 003
e ANPI Monza sezione "Gianni Citterio" organizza
SABATO 18 e DOMENICA 19 APRILE 2015
Dalle ore 10 alle ore 18, giardini di via Azzone Visconti, Monza
Operai aggiustatori, meccanici, tornitori,
saldatori, manovali, rifilatori, attrezzisti,
in una parola
ANTIFASCISTI
Due giorni di saldatura artistica live per la realizzazione
dell'installazione permanente dedicata agli scioperanti monzesi
deportati nei campi di concentramento e sterminio nazifascisti.
Opera site specific in ferro saldato di Daniele Napoli.
https://boccaccio.noblogs.org/post/2015/04/04/in-una-parola-antifascisti-2/
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Nell'ambito delle iniziative correlate alla ricorrenza del Settantesimo
anniversario della Liberazione dal Regime nazifascista, attraverso la
realizzazione di questa installazione si intende mettere in evidenza
l'importanza nel processo storico che portò all'abbattimento del
Fascismo della scelta dei tanti operai e operaie che nel marzo 1943 e
nel marzo 1944 scioperarono contro il Regime e contro la prosecuzione
del conflitto, sottolineando il contributo che tanti monzesi diedero in
quel drammatico frangente, pagando con la deportazione e in tanti casi
anche con la morte il prezzo della scelta di schierarsi contro il
Regime.
L'installazione si colloca inoltre nell'ambito delle iniziative connesse
allo sviluppo del progetto del Bosco della Memoria (memoriale dedicato
ai deportati politici e razziali monzesi) e ne ricalca in pieno le
finalità, lo spirito e le modalità di rappresentazione: il progetto
dell'installazione prevede infatti la realizzazione di un albero in
ferro saldato da parte dell'artista scultore saldatore Daniele Napoli.
Né la scelta del materiale né la scelta dell'albero come elemento
rappresentativo sono quindi casuali. Il ferro (e in generale il metallo)
rappresenta in primo luogo il materiale con cui la maggior parte di
queste persone era quotidianamente abituata a lavorare nelle grande
fabbriche di Sesto San Giovanni, in particolare la Breda e la Falck. In
secondo luogo l'uso di un metallo pesante allude direttamente alla
consistenza della volontà di questi uomini e donne che non si piegarono
alla minaccia del Regime. La scelta dell'albero si pone in continuità
con l'idea che sta alla base della futura realizzazione del Bosco della
memoria, in quanto le inumane vessazioni subite nell'esperienza
drammatica della deportazione trovano in questo legame simbolico con un
elemento naturale forte e vitale un riscatto indelebile.
www.boscodellamemoria.com