Condividiamo il seguente appello, esprimendo la nostra solidarietà e
complicità con chi è imputato. Che nessun* resti sol*, quel 14
dicembre in piazza c’eravamo tutt*!
Vag61 – Spazio libero autogestito
_ Quel 14 dicembre in piazza c’eravamo tutt* _
14 dicembre 2010. Nel giorno del voto di fiducia al Governo
Berlusconi, un’imponente manifestazione nazionale inondava le strade
di Roma. Una marea umana provava in quel giorno ad opporsi allo
scempio della compravendita di voti in Parlamento. Un Parlamento
completamente delegittimato da quanto accadeva al suo interno con la
fiducia strappata grazie ai vari Scilipoti e Razzi, ma anche con il
beneplacito di chi oggi gode della nomea mediatica di “unica
opposizione” al governo Renzi (la Lega Nord di Salvini) che, a
braccetto con la grande coalizione, ha votato le maggiori riforme
strutturali vigenti in questo paese, dalla Biagi alla Gelmini,
passando naturalmente per l’approvazione dell’introduzione del
pareggio di bilancio in Costituzione.
Cinque anni dopo, la Procura romana cerca di agire la propria rivalsa
chiedendo pene spropositate per alcuni manifestanti, identificati come
presunti “organizzatori” di quella giornata. Una sete di vendetta
alimentata non solo dal protagonismo politico di alcuni magistrati, ma
anche e soprattutto da valutazioni politiche volte a legittimare un
sistema in cui le uniche opposizioni riconosciute al “partito unico”
di Matteo Renzi sono quelle funzionali alla narrazione neoliberale,
come la “nuova” Lega Nord. Questo perché quella giornata fu figlia di
un lungo percorso che vide in quel 14 dicembre uno dei momenti di
apice per un movimento che dispiegò in quell’autunno tutta la sua
capacità di mobilitazione, diffusa a livello nazionale. Un movimento
composto dai più diversi settori sociali e dalle più eterogenee
rivendicazioni. Che prese le mosse dagli studenti che si opposero con
forza e per mesi alla Riforma Gelmini e che ebbe la capacità di
generalizzare, nel pieno della crisi economica, le ragioni
dell’opposizione al governo, costruendo il primo tentativo di
movimento anti-crisi nel nostro paese: dai senza casa perennemente in
emergenza abitativa, ai cittadini aquilani devastati dal terremoto e
dalle speculazioni successive, dalle lotte sul lavoro e contro la
precarietà, fino alle popolazioni campane in lotta contro gli
inceneritori.
Un movimento composito dunque, fuori dallo schema della compatibilità
politica perché unica opposizione credibile nel Paese. Da qui deriva
il tentativo di reprimerlo ed escluderlo da ogni forma di legittimità.
Quel che è accaduto quel 14 dicembre non è infatti riconducibile a
dinamiche avanguardiste, a fantomatici gruppi organizzati di
“spaccavetrine” evocati in continuazione dai media, non è tantomeno
possibile individuarne gli “organizzatori”: quella giornata fu la
giornata di centinaia di migliaia di persone, per questo Piazza del
Popolo fu e resta la piazza di tutt*! Il tentativo è quello di ridurre
una complessa storia collettiva fatta di discussioni, azioni, cortei,
condivisione, emozioni, notti insonni, assemblee e voglia di
partecipazione, desiderio di esserci attraverso le più diverse forme,
scritta da un pezzo rilevante del nostro paese, ad un banale episodio
di criminalità. Ricordiamo il forte consenso di buona parte della
società verso quel movimento, consenso che portò centinaia di migliaia
di persone a scendere in piazza e a manifestare la propria rabbia
verso lo scempio che si consumava ai piani alti della politica di
questo paese. Ricordiamo le macchine in coda applaudire i cortei che
bloccavano la circolazione e gli abitanti sostenere dalle finestre i
serpentoni che si dispiegavano anche nelle periferie, ricordiamo la
frequenza con cui accadevano queste cose, in quelle intense settimane
vissute “in movimento”. Quell’approvazione sociale, quel conflitto
inscritto in un larghissimo consenso, sono la misura della gravità
delle accuse che i magistrati rivolgono a quei cittadini ora
ingiustamente inquisiti in Tribunale per il 14 dicembre; accuse che si
inseriscono all’interno di un quadro che ha visto moltiplicarsi i
procedimenti giudiziari e il numero di persone inquisite sui fatti di
quell’autunno del 2010.
Oggi questo paese vive una chiusura degli spazi di agibilità
democratica senza precedenti e a tutto tondo, fortemente collegata
all’acuirsi della crisi e del carico delle misure d’austerity su tutt*
noi, quell* che non hanno prodotto alcun debito da ripagare e che non
si sono arricchiti dalla e nella crisi finanziaria. Come nel caso del
14 dicembre 2010 e delle tante giornate di quell’autunno finite nelle
aule di Tribunale, apprendiamo con sdegno che ad altri che hanno
portato avanti quel movimento, come a Palermo, vengono notificate 17
obblighi di firma, con tanto di “teorema” volto a ipotizzare una
presunta associazione a delinquere degli stessi. Allo stesso modo
consideriamo più che un campanello d’allarme il fatto che misure
cautelari vengano applicate verso chi partecipa a uno dei tanti e
quotidiani picchetti antisfratto, come accaduto a Roma qualche giorno
fa; segno che dai momenti più larghi e diffusi alle pratiche più
quotidiane e locali il tentativo è proprio quello di eliminare ogni
forma di dissenso e di conflitto dal novero della compatibilità
democratica, quella interna al regime delle “larghe intese”.
Invitiamo tutti i cittadini e le cittadine, i lavoratori e le
lavoratrici, gli studenti e le studentesse, i cassintegrati, le realtà
organizzate che erano in piazza quel 14 dicembre a prendere parola e
difendere la Storia che insieme abbiamo costruito e che, oggi, è messa
alla sbarra per essere riscritta. Non lasciamo soli gli imputati e
rivendichiamo la libertà di opporci, di manifestare e di costruire una
vera opposizione sociale nel paese.
Il 14 dicembre 2010 è un patrimonio collettivo: se cercano criminali
da isolare, basta cercare tra i nomi di quelli che sedevano in
Parlamento.
Che nessun* resti sol*, quel 14 dicembre in piazza c’eravamo tutt*
Invitiamo tutte e tutti, da oggi al 2 aprile stesso, giorno della
sentenza, ad esprimere solidarietà e complicità attraverso una
campagna virale con striscioni, cartelli, articoli e foto da far
girare ed inviare alla mail: dicembrequattordici@???
#14D 2010 La piazza è del Popolo, tutti e tutte liber@
#14D 2010 La Piazza è del Popolo, Nessun* resti sol*!
Link:
http://vag61.noblogs.org/post/2015/03/28/quel-14-dicembre-in-piazza-ceravamo-tutt/
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