[Forumlucca] UN ARTICOLO PER I GIOVANI DI ASCANIO CELESTINI …

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Auteur: teletu
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Sujet: [Forumlucca] UN ARTICOLO PER I GIOVANI DI ASCANIO CELESTINI DA COMUNE-INFO

<http://comune-info.net/2015/03/ascanio-cinema-america/> A vent’anni non
puoi aspettare le istituzioni


<http://comune-info.net/autori/ascanio-celestini/> Ascanio Celestini | 22
marzo 2015 |
<http://comune-info.net/2015/03/ascanio-cinema-america/#comments> 5 Commenti


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“La Digos il 21 marzo ha fatto incursione nel condominio che ci ha ospitato
per salire sul tetto – raccontano i ragazzi del cinema America – Cosa hanno
trovato? Le terrazze pulite e le scale del palazzo bagnate dal nostro mocio,
la nostra gentile protesta era già finita. Chiacchierando ci hanno confidato
di essere stati sollecitati e chiamati dal sindaco Ignazio Marino al fine di
“sgomberarci dal tetto immediatamente”, ancora più paradossale è stato il
loro sgomento nel sapere che il Sindaco non ci avesse ancora assegnato uno
spazio. La nostra risposta è stata chiara: “Noi avevamo passato il mocio e
voi avete lasciato le pedate, tocca a voi ripulire”



di Ascanio Celestini*

A vent’anni non hai tempo per la legalità dei burocrati che hanno tirato il
freno a mano e inchiodato il mondo. A vent’anni apri il portone di un cinema
chiuso e monti su una terrazza per proiettare un film.

A vent’anni non puoi aspettare che le istituzioni si muovano col peso di un
elefantequando fa il passo della formica. Non hai tempo per la delibera del
sindaco che prende una decisione solo dopo aver messo d’accordo le correnti
del suo partito, e poi il proprio partito con gli altri della coalizione, e
poi tutta la coalizione con i partiti d’opposizione, e poi l’amministrazione
comunale con Provincia, Regione e governo nazionale, e poi la politica con
gli affari, e poi la massoneria e il salotto e l’economia e la Chiesa e
l’altare e il confessionale e la sagrestia e tutta la catena di
sant’antonio.

Non hai tempo per il palazzinaro che compra un cinema chiuso e poi deve
convincere i politici dell’inutilità di uno spazio culturale a favore di un
bel centro commerciale o di un mucchio di appartamenti di lusso perché la
gente ricca c’ha bisogno di comodi cuscini, perché i poveracci vogliono il
pane a un euro e cinquanta e non gliene importa che è cotto nei forni della
camorra dove bruciano le bare.

A vent’anni non perdi tempo a leggere, in rete o sui giornali, di lotte
combattute dall’altra parte della città, del paese o del mondo. Non ti
interessa se siano più belli i combattenti di Kobane o i partigiani che
cantavano Bella Ciao, i venticinque che nel 1857 sequestrarono il Cagliari
per iniziare la “rivoluzione italiana” o quelli della Val di Susa che
tagliano le reti per riprendersi una terra che gli è stata sequestrata.

“A vent’anni non c’è bisogno di attendere l’amministrazione” dice Valerio
del cinema America. “A vent’anni le cose si fanno! L’amministrazione, se
vuole, ti segue. Se no risulta in totale contrasto coi territori”.

Eppure gli occupanti del cinema America ci sono andati a parlare con le
istituzioni eFranceschini s’è pure seduto a guardare i film che hanno
proiettato.

Hanno parlato con tutti e hanno fatto tutti i passetti da formica che le
istituzioni elefantiache gli hanno chiesto di fare, ma intanto hanno pure
riaperto un cinema chiuso da oltre un decennio. Una scatola vuota che si
sono messi a riempire. Il cinema America è stato questo: “uno spazio dove si
entrava ad offerta libera. Era il cittadino che riconosceva un valore a
quello che si stava facendo. Pagava per sostenere l’esperienza. Con le
offerte dei residenti l’immobile è stato restaurato e messo in sicurezza”.

Un mese e mezzo fa si sono incontrati col sindaco Marino e il loro
comunicato terminava con queste parole: il Sindaco ha la nostra più totale
fiducia, Grazie.

Un mese dopo scrivono “il sindaco Marino promette soluzione e poi sparisce”
e “oggi il Sindaco Marino ha dimostrato di non avere il coraggio di dare
opportunità a dei giovani che, a titolo gratuito, hanno garantito tre anni
di servizi non-profit a tutta la cittadinanza”. E così i giovanissimi
occupanti (anche di venti e quindici anni)sono saliti sul tetto del cinema.

“In assenza di un tetto sotto il quale fare cultura abbiamo portato la
cultura sul tetto. E stiamo lì con l’aula studio, le proiezioni, la
biblioteca e proiettiamo film, facciamo cultura e soprattutto stiamo
insieme. Vogliamo creare legami sociali che forse possono far rinascere
quello che è il tessuto popolare di questi rioni che sono ormai diventati
dei quartieri vetrina. C’è bisogno di spazi dove la cultura è accessibile e
condivisibile e non solo un prodotto da acquistare”.

Occupare un edificio è illegale. Chi passa attraverso la porta del cinema
America entra in un luogo dove si fa cultura, un laboratorio di cittadinanza
e contemporaneamente nell’illegalità. Personalmente è un’azione che compio
da quasi trent’anni. I miei figli sono più criminali di me perché
frequentano spazi occupati da quando sono nati. Ci giocano, mangiano,
partecipano agli spettacoli e spesso ci hanno pure dormito.

Ma c’è un confine tra legalità e illegalità? Di che tipo di confine si
tratta? È come quello che sta tra Roma e Grottaferrata che quando lo passi
nemmeno te ne accorgi? È tipo quello altrettanto invisibile, ma drammatico,
che divide l’Africa da Lampedusa? Funziona come la mezzanotte per
Cenerentola?

I difensori della legalità senza compromessi mi fanno paura. Nei secoli
hanno inventato la sedia elettrica e la bomba atomica, i manicomi e la
segregazione razziale, le classi differenziali e i Cie, eccetera eccetera…
dalla punizione dietro alla lavagna fino ai campi di rieducazione. Da
Spartaco a Rosa Parks. Sono solo esempi messi in fila. Qualcuno dirà che non
sono paragonabili. È così, ma infatti non sono paragoni. Sono suggestioni.

Allora chiedo a Valerio che cosa ne pensa lui. “Secondo noi non c’è un
confine tra legalità e illegalità. C’è una battaglia e un obiettivo. E se
l’obiettivo è giusto… bisogna compiere tutti gli atti a nostra disposizione
per raggiungerlo. Il nostro obiettivo era salvare l’immobile e non potevamo
salvarlo senza occuparlo. Una volta salvato l’immobile noi saremmo anche
stati disponibili a uscire pacificamente dal cinema. È solo
l’amministrazione che si pone il problema della legalità perché i vincoli
per salvare il cinema America li abbiamo ottenuti proprio grazie
all’occupazione”.

A vent’anni non perdi tempo con i confini. Soprattutto se stai dalla parte
giusta.




* Questo articolo, pubblicato con il consenso dell’autore, è apparso anche
su un blog del fatto quotidiano.