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GESTIONE
PUBBLICA DELL’ACQUA
NAPUL’ E’……. ABC!
Il 9
marzo 2015 è una data storica per il movimento Acqua di Napoli
perché il Consiglio Comunale di Napoli ha finalmente votato lo
Statuto di ABC –Napoli (Acqua Bene Comune) ed ha affidato , con una
Convenzione , l’acqua di Napoli ad ABC , Azienda Speciale, che non
può lucrare sull’acqua.
Per
sei lunghe ore in piedi, con i rappresentanti del movimento acqua di
Napoli, ho potuto seguire il dibattito delle forze politiche, che per
la prima volta hanno votato compatte per la gestione pubblica
dell’acqua, incluso il PD . Astenuti, invece,i Fratelli d’Italia,
Nuovo Centro Destra e Forza Italia.
Quando
il presidente del Consiglio Comunale ha annunciato l’esito del voto
,l’assemblea lo ha accolto con un scrosciante applauso . Consiglia
Salvio, la coordinatrice del movimento acqua in Campania ha alzato un
cartellone con la scritta “Napul’è ….ABC”. Euforia
per una vittoria quasi insperata: abbracci, strette di mano, foto e
sventolii di bandiere.
“Questa
è una pagina storica che Napoli oggi scrive”- tuona in aula il
sindaco Luigi De Magistris, soddisfatto anche per l’appoggio quasi
unanime del Consiglio.
Napoli
diventa così l’unica grande città in Italia che ha avuto il
coraggio di obbedire al Referendum sull’acqua del 2011 che
sancisce (è legge di Stato!) che l’acqua deve uscire dal mercato e
che non si può fare profitto su questo bene che è un diritto
fondamentale. Ero così felice perché Napoli, una città così
malfamata in Italia, dava a tutto il paese una lezione di civiltà,
di coraggio. Mi sembrava di sognare! Ce l’avevamo fatta. Il merito
va tutto ai comitati. Il Sindaco nel suo discorso ha infatti
sottolineato la ‘tenacia’, ma anche la ‘pazienza’ dei
comitati.
Una
lunga lotta questa , iniziata con l’impegno del sindaco De
Magistris in campagna elettorale, di tradurre in pratica il
Referendum. I comitati dell’acqua, ben coordinati in chiave
provinciale e regionale, hanno continuato a fare pressione sul
sindaco perché mantenesse la promessa . E De Magistris l’ha
mantenuta, quando, appena eletto, ha trasformato l’ARIN ,
un’impresa totalmente pubblica ma gestita da una SPA (Società per
Azioni) che serve a fare profitti, in ABC (Acqua Bene Comune),
Azienda Speciale . E’ stato un passaggio epocale. I comitati
esultarono per la vittoria.
Ma
ben presto ci accorgemmo che mancava qualcosa di importante:il Comune
non aveva mai affidato con una convenzione l’acqua di Napoli
ad ABC .Chi aiutò a capire questo, fu un giovane avvocato, Maurizio
Montalto, che ci ha da sempre aiutato. Seguirono altri due anni di
dure lotte e di scontri con De Magistris per forzarlo a fare questo
passo, ma inutilmente!Il primo segno di una svolta l’abbiamo avuto
quando il sindaco ha scelto , lo scorso anno, l’avv. M. Montalto a
presidente dell’ABC (al posto del prof. U.Mattei). E così il 9
marzo la grande svolta.
“Nessuno guadagnerà più sull’acqua- ha esultato l’avv.
Montalto dopo il voto.Tutti gli utili saranno reinvestiti nel
servizio. Non ci sarà più lucro. Oggi non siamo più una società
di mercato, ma siamo diventati tutori di un diritto. E’ una svolta
storica.”
La
prima mossa della nuova ABC sarà di togliere a giugno ogni
competenza a Equitalia sulle bollette non pagate, e la seconda è la
decisione di dare l’1% degli utili per portare l’acqua a chi non
ce l’ha nei pesi del Sud del mondo. Per di più , il presidente
dell’ABC ,Montalto ha deciso che i comitati acqua di Napoli possano
partecipare al Consiglio di amministrazione dell’Azienda Speciale.
E’ fondamentale questo processo di partecipazione democratica su un
tema così fondamentale.Inoltre la delibera votata dal Consiglio
comunale prevede che l’ABC, tra le sue attività, non potrà mai
realizzare programmi che prevedono l’imbottigliamento e la vendita
dell’acqua. Tutto questo avrà grandi ripercussioni sia in Campania
come in Italia.
In
chiave campana, il presidente Caldoro sta varando una legge che mira
alla privatizzazione dell’acqua, ponendola sotto l’unico soggetto
giuridico esistente che è la GORI, una società mista
pubblico-privata che gestisce 76 comuni dell’area vesuviana. E’
da anni che i comitati dell’acqua stanno lottando contro la pessima
gestione della GORI, con bollette salate ,ma finora inutilmente. Con
questa legge Caldoro sperava così di poter mettere le mani anche
sull’ABC di Napoli.Ma la Convenzione con la quale il Comune di
Napoli affida per trent’anni l’acqua ad ABC, blocca il piano di
Caldoro . Ecco perché abbiamo premuto su De Magistris perché
mettesse ABC “in sicurezza”.
“Mi
auguro- ha detto il sindaco dopo il voto- che questo segnale del PD
che ha votato per la gestione pubblica dell’acqua, vada anche verso
la Regione che cerca di affondare ABC.Saremo noi ad affondare le mire
di Caldoro e della GORI. E vogliamo anche inserire la gestione
pubblica dell’acqua pubblica nello statuto della Città
Metropolitana”.
Ma
la scelta del Comune di Napoli va non solo contro Caldoro , ma anche
contro il governo Renzi che con lo Sblocca Italia spinge verso la
privatizzazione dell’acqua , favorendo le grandi multiutilities
Hera, A2 A, Iren…E’ questa la politica neoliberale del governo
Renzi che è la negazione del Referendum del 2011.
Per
questo Napoli invita oggi città come Milano, Torino, Reggio Emilia,
Trento,Savona, Venezia a imitarla . E’ solo partendo dal basso che
riusciremo a sconfiggere il Sistema. E sempre partendo dal basso
Napoli sollecita oggi i nostri Parlamentari a far discutere la Legge
di iniziativa popolare sulla gestione pubblica dell’acqua che è
stata rivista e firmata da oltre 200 deputati dell’attuale
Parlamento, ma che resta ancora nel cassetto della Commissione
Ambiente della Camera.
Mi
auguro che la vittoria che abbiamo ottenuto a Napoli dia uno scossone
a tutto il movimento dell’acqua in Italia perché si risvegli dal
proprio torpore e obblighi il governo Renzi ad obbedire alla volontà
del popolo, democraticamente espressa nel referendum del 2011.
Dal
basso, e insieme, si può!
Alex ZanotelliNapoli,
10 marzo 2015
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