[RSF] SIAMO COLOMBIANE, SIAMO COMBATTENTI, SIAMO LA PACE

Supprimer ce message

Répondre à ce message
Auteur: Associazione nazionale Nuova Colombia
Date:  
À: forumroma
Sujet: [RSF] SIAMO COLOMBIANE, SIAMO COMBATTENTI, SIAMO LA PACE


SIAMO COLOMBIANE, SIAMO COMBATTENTI, SIAMO LA PACE
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/documenti-analisi/5949-siamo-colombiane-siamo-combattenti-siamo-la-pace.html>

Sotto-commissione di genere delle FARC-EP | mujerfariana.org

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e
Documentazione Popolare

Col saluto fraterno delle combattenti e dei combattenti delle
FARC-EP, diamo il benvenuto ai rappresentanti delle organizzazioni
sociali, alle combattenti e ai combattenti per la pace ed il buon
vivere. Allo stesso modo salutiamo gli esperti che ci accompagnano ed
i rappresentanti del governo nazionale, oltre ai rappresentanti dei
paesi garanti ed
accompagnatori. La Sotto-commissione di genere è espressione e
risultato della volontà politica di ambo le parti nel riconoscere il
ruolo della donna nella società e nella negoziazione del processo di
pace ed ovviamente, delle esigenze del movimento delle donne in
Colombia.

Voi e noi siamo la complessa espressione della diversità delle donne
colombiane: donne contadine, indigene, afro-discendenti, dei quartieri
poveri, impiegate, intellettuali, attiviste sociali e femministe,
dirigenti culturali, madri, figlie, zie, nonne, mogli e sorelle,
tutte stiamo imparando e costruendo nel corso di questi dialoghi.
Questa Sotto-commissione di genere ha cominciato ad ascoltare la voce
diversa e plurale delle donne e della popolazione LGBT nelle sue
aspirazioni e richieste di pace.

Intendiamo parlare di pace dalla parte delle donne. E' vero, tutte
siamo differenti, ognuna ha la sua singolarità, ma con problematiche
comuni. Soffriamo la stessa discriminazione prodotta dal patriarcato
come sistema di dominazione universale legato al capitalismo, che non
solo sfrutta socialmente ed economicamente le maggioranze, ma le
esclude e le violenta. Quindi ci troviamo di fronte alle stesse sfide
in Colombia, in Europa, in Africa o in altre parti del mondo, col
risultato che in mezzo a tanta diversità ci uniamo per lottare per
la parità dei diritti e delle opportunità in ambito nazionale ed
internazionale.

Incominciamo col riconoscere il ruolo storico delle donne che ci
hanno preceduto nella lotta per l'emancipazione, a tutte quelle che
coscientemente si sono impegnate e hanno rischiato perfino la vita
per la conquista piena dei nostri diritti umani. Facciamo omaggio
alle suffragiste ed alle femministe rivoluzionarie che riuscirono ad
ottenere il diritto delle donne al voto, al lavoro salariato, allo
studio. Salutiamo le donne del movimento sociale della nostra patria,
uno dei maggiori supporti affinché la pace che costruiamo sia
duratura e trasformatrice.

Rivendichiamo il ruolo centrale e storico che hanno giocato le donne
nelle insurrezioni armate. Non crediamo che il ruolo delle donne
debba essere quello di un pacifismo essenzialista.

La pace è un punto di arrivo, una condizione alla quale aspiriamo
tutte e tutti, ma se attaccano il nostro popolo, le donne e gli
uomini hanno il diritto ed il dovere di difenderlo. Questo spiega la
crescente partecipazione e la presenza attiva delle donne nelle fila
delle FARC-EP, che dimostra non solo il nostro impegno e dedizione
alla causa rivoluzionaria, ma anche la nostra competenza, il nostro
coraggio e la nostra eroica resistenza in questa lunga lotta.

Questa è l'occasione per presentarci come donne combattenti nel
pieno esercizio del loro diritto legittimo a ribellarsi contro un
regime patriarcale e di esclusione. Noi siamo entrate nelle FARC-EP
di nostra volontà e per le circostanze di oppressione contro il
nostro popolo.

Chiariamo questo, perché riteniamo ci sia una campagna mediatica che
cerca di presentare le guerrigliere come sottoposte. Siamo donne
pensanti, la nostra lotta è per una vita migliore per il popolo e
per le donne. Qui stiamo parlando come soggetti politici, come
contadine, come studentesse e professioniste, ma anche come
intellettuali.

In questa cornice esprimiamo il nostro rifiuto ad ogni falso pretesto
e manipolazione nella comunicazione che si possa costruire contro le
FARC-EP e che pretenda di confondere in merito al ruolo e alla
posizione delle donne nella guerriglia. Questa vecchia e nota
strategia di insultare, diffamare, disonorare la controparte, si è
rafforzata davanti all'evidente presenza e alla forza assunta dalle
donne nel Dialogo di Pace. Insistiamo con forza nella nostra
partecipazione al Processo, senza lasciarci ostacolare da assurde
accuse e menzogne.

Abbiamo creato, insieme al governo, questa Sotto-commissione di
genere alla quale stanno giungendo donne provenienti da diversi
movimenti sociali della Colombia. Questa è la cosa più importante.
Abbiamo arricchito il dialogo con la presenza diretta di un gruppo di
rappresentanti delle organizzazioni sociali ed in particolare delle
donne. I risultati di questa importante azione non devono essere
sminuiti o ignorati con argomenti che ne distorcono la sostanza.

Per questo motivo vogliamo spiegare alle illustri Nobel della Pace,
che ammiriamo, che non siamo ciò che loro immaginano, che non
parliamo in veste di sottoposte, che siamo soggetti che decidono. Vi
invitiamo a confrontarvi direttamente con noi sul ruolo delle donne
nella preservazione delle risorse naturali, nelle lotte sociali
specifiche delle donne e dei popoli.

La grande battaglia, amiche e compagne, è quella per sradicare il
patriarcato legato essenzialmente al capitalismo come sistema di
dominio universale e di esclusione delle donne e dei poveri. Per noi,
la lotta contro il patriarcato non è una battaglia contro gli uomini.
Si tratta di una lotta di donne e uomini alleati coscientemente da
principi e valori di giustizia ed uguaglianza per tutte e tutti.

Con la nostra esperienza e le nostre idee stiamo arricchendo i
colloqui di pace. Non sprechiamo questa opportunità. La pace in
Colombia è ora e deve contare sulle donne, con le loro lotte, le
loro aspettative, i loro dibattiti e i loro sogni.

Approfittiamo della fine della guerra anche per sradicare la violenza
contro le donne. In Colombia, tra gennaio ed ottobre 2014 sono stati
registrati 637 omicidi di donne. Ci uniamo alle parole d'ordine: "mai
più una donna picchiata, né una donna assassinata, né una donna
esclusa o violentata".

Ma leviamo anche la nostra voce contro tutte le altre ingiustizie.
Costituiamoci in un grande movimento sociale affinché questo
processo trasformi le leggi, le istituzioni, ma soprattutto i
costumi.

In questo senso, la Sotto-commissione di genere accoglie le
problematiche della popolazione LGBT. Non siamo d'accordo con
l'esclusione delle persone a causa della loro condizione sessuale,
identità di genere o il loro modo di vestire.

La pace non può essere solo la fine del conflitto armato. Si
richiede la partecipazione attiva delle donne alla vita economica,
sociale, culturale e politica del paese. C'è bisogno della
partecipazione diretta dei gruppi esclusi. Continuiamo ad essere uno
dei paesi più disuguali ed arretrati per quel che riguarda
l'inclusione delle donne e la distribuzione della ricchezza.

Gli accordi sulla terra e la partecipazione politica devono avere una
prospettiva di genere. Non è coerente lottare per la terra ai
contadini se non includiamo in maniera specifica le contadine. Non è
la stessa cosa chiedere la partecipazione politica dell'opposizione in
generale, invece di lottare per la partecipazione politica equa, in
cui ci siano donne e uomini.

Questo processo deve incidere sulla trasformazione profonda della
cultura politica contro le donne. Non bastano discorsi, né leggi. È
ora che insieme pensiamo al fatto che costituiamo più del 50% della
popolazione, cioè che siamo elementi costitutivi della nazione e che
allora abbiamo il diritto e l'obbligo di proiettare una nuovo quadro
istituzionale che renda possibile il grande salto politico e
culturale, da e per le donne. Proponiamo allora di aggregarci al
grande movimento che sta costruendo il popolo colombiano. Ci
dichiariamo costituenti. Ciò significa che insieme possiamo
costruire questo paese nella pace e nella giustizia sociale.

La pace della Colombia è anche la pace della regione, così come la
realtà della Nostra America ci riguarda come donne e come
rivoluzionarie. Perciò, le donne delle FARC-EP fanno appello alle
donne della Colombia, affinché insieme a quelle dell'America Latina
e dei Caraibi sviluppino un nuovo femminismo a partire dalla loro
realtà.

Benvenute tutte le lotte e tutte le teorie femministe del mondo.
Siamo donne, siamo combattenti, siamo colombiane, siamo
latinoamericane, siamo caraibiche. Noi siamo la pace.

Sotto-commissione di genere delle FARC-EP.

L'Avana, Cuba, sede dei dialoghi di pace, 11 febbraio 2015

--
Per cancellarti da questa lista clicca qui:
http://news.nuovacolombia.net/lists/index.php?p=unsubscribe&uid=96538dc975d921b6eaf8b35e2622f4d8