Autore: Jaromil Data: To: hackmeeting Oggetto: Re: [Hackmeeting] cancellazione almeno di una mail dagli archivi
On Wed, 04 Mar 2015, Marco A. Calamari wrote:
> Grazie del complimento, che credo di meritare. Parlare in maniera
> semplice di problemi complessi e' una abilita' che si guadagna
> con fatica. Questo non significa semplificare i problemi,
> e neppure non averli considerati nella loro complessita'.
hai ragione a leggerci un complimento velato anche io ammiro la
semplicita' e mi piacerebbe fosse cosi' semplice affrontare il connubio
sempre piu' stretto tra umani e macchine e le loro storie (che ahime'
sta lasciando indietro quello della terra che ancora ci nutre.. 'sciam
perder).
la mia chiave di lettura sul diritto all'oblio resta quella che pone al
centro della questione i margini, i diseredati e chi non ha nessun
potere se non l'ultimo lasciatogli dall'apparato che lo opprime, cioe'
il potere distruttivo sulla propria vita. se ci rappresentiamo
l'apparato "societa'" come qualcosa di ancora praticabile (e che io in
ogni caso preferisco alla comunita', son scelte personali) credo non
possiamo esimerci dalla complessita' della questione. Sto parlando
dell'esercizio di un potere universale sulla verita' che non appartiene
piu' a nessun soggetto e di fronte al quale la pazzia e' l'ultima via di
uscita - una pazzia della quale avellino stesso e' drammaticamente, a
tratti lo e' stato romanticamente, conscio. E spero si renda conto che
l'hackmeeting gli ha voluto bene, gli vuole ancora bene e gliene
vorrebbe.
la Rete di cui parliamo ha un contratto sociale troppo implicito e mai
dichiarato (tantomeno dalla spettacolarizzazione che se ne fa) un
contratto che nessuno di noi ha firmato e che molti trovano difficile
comprendere - se non a posteriori come in questi casi. in questo e altri
contesti il Tempo (vediamo quando ci stanchiamo di usare le maiuscole, o
ti sei trasferito anche tu in Germania?) non puo' essere inteso come
nient'altro che un meccanismo di crescita e di riparazione - dato che
vivere in un presente in cui si rischia il fallimento assoluto dietro
ogni angolo e' un'abominazione di fronte alla quale resteremo senza
alcun appiglio per costruire una soggettivita' non conformata, anzi
vivremo incatenati dalla paura di sbagliare, di essere diversi, di
essere giudicati, come ben ci ricorda Six.
fin qui mi scuso per il linguaggio convoluto, ma almeno do una scusa per
trollarmi, dato che questa mail ora e' veramente prolissa. quel che
voglio dire e' che si', concordo, con una buona dose di semplicita'
possiamo ammettere che quella che tu chiami "censura", quella che
Blackflag chiama "autodifesa", entrambe termini in generale molto
abusati, sono interventi poco razionalizzabili su una tessitura
eterogenea la cui razionalita' e neutralita' viene scossa, con
conseguente produzione di entropia (aka perdita di tempo) e magari
perdita di fiducia per chi e' meno allineato ma sa che qui puo' dire
sempre la sua.
ma escludo comunque che una comunita' come l'hackmeeting, un'Isola nella
Rete cioe' che gia' connette tante isole, che ha gia' comunque fatto
scelte drastiche e meno trasversali come quelle di lasciar fuori dalla
porta alcuni membri della societa' hacker italiana, debba osannare la
neutralita' come valore comune fra i suoi soggetti al punto di
permetterne lo sfinimento ed il degrado della comunicazione come lo e'
stato in questo episodio e come continua ad esserlo per mano di alcuni
troll molto determinati (tra i quali mi pare non ci sia solo il nostro
avellino, che non escludo venga aizzato e manipolato da altri troll di
altro tipo).
ora escludendo per un momento concetti come censura e autodifesa,
contemplando quel che succede come la reazione di un organismo composto
da tante sensibilita' diverse, la cui diversita' non vogliamo
assolutamente ignorare, mi pare che non stiamo parlando ne della
violazione di liberta' di cui parli ne di autodifesa dal nemico, ma
piuttosto di una presa di posizione cosciente rispetto a problemi
interni alla nostra societa'.
ora io questo pippone me lo sto facendo soprattutto per me stesso,
osservando il fatto che siamo arrivati al punto in cui l'intervento che
Joe simpaticamente chiama "stalinista" e' necessario e auspicabile per
l'hackmeeting. e mi ritengo nei quasi vent'anni ormai di frequentazione
uno dei difensori piu' strenui dell'apertura totale di questa lista,
eppure sara' la vecchiaia, sara' l'ambizione di far sopravvivere questa
straordinaria esperienza agli attacchi sempre piu' intensi di troll, a
questo punto ritengo il pragmatismo proposto da Joe, difeso da
nullpointer e da altri compagn* una cosa da applicare e forse non solo
in chiave di questo episodio, ma anche in futuro per tutelare senza
troppe menate lo spazio di discussione.
cio' implica ovviamente e come giustamente fai capire dichiararlo
dall'inizio (la lista non e' piu' aperta a tutto, specificando i paletti
famosi che del resto ci siam sempre dati) e soprattutto chiarire a tutti
quali sono i criteri con cui si opera quella che chiami censura, quella
che altri chiamano autodifesa, quella che in generale credo sia una
facilitazione che permetta di coesistere in uno o piu' canali di
discussione in rete.
se poi vuoi usare questo pippone contro di me, dire che non sono piu' il
cyberpunk di una volta :^) forse... credo lo puoi fare. forse sto
cedendo al tempo, forse sto diventando un po' piu' stalinista :^) o
forse ho capito che romanticherie alla diskofrigido non durano a lungo,
ma restano indelebili nella memoria di ognun*, che poi si
auto-organizzera' per crearne altre piu' piccole, piu' marginali, piu'
belle, piu' affini.
forse tutto questo e' segno che l'hackmeeting e' cresciuto troppo per
essere uno spazio completamente aperto. Ma sono convinto che non fara'
mai in modo che spazi aperti ai margini, o diversi, non esistano, anzi
con un po' di attenzione ed apertura mentale rivolta all'esterno ne
facilitera' meglio l'esistenza.