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_ AVVISO AI NAVIGANTI 50_

1° marzo 2015

(Scaricate il testo in versione Open Office [4], PDF [5] o Word [6] )

Impariamo dalla Grecia per far avanzare la rivoluzione socialista in
Italia!
Fare avanzare la rivoluzione socialista in Italia è il miglior aiuto che
possiamo dare alle masse popolari greche!

Impariamo dalla Grecia! Così incominciava il Comunicato CC 7/2015 [7]
del 18 febbraio scorso. Molti lo stanno facendo e alcuni compagni ci
scrivono, fanno considerazioni sugli avvenimenti e pongono domande. Con
questo _Avviso ai naviganti_ ragioniamo sulle considerazioni esposte in
alcune lettere, rispondiamo ad alcune domande ed facciamo alcune
riflessioni.

"_Purtroppo il governo greco ha dovuto chinare la testa alla Troika_",
ci ha scritto pochi giorni fa un compagno.

Non è che il governo greco ha _dovuto_ chinare la testa. Le istituzioni
dell'Unione Europea, il Fondo Monetario Internazionale, le autorità
degli Stati dell'UE non hanno fatto niente di diverso da quello che
hanno fatto nel passato e da quello che c'era da attendersi da loro.
Sbagliava chi si attendeva che cambiassero condotta solo perché prima
delle elezioni SYRIZA aveva promesso alle masse popolari greche di porre
fine alle privazioni a cui i precedenti governi su direttiva della
Troika le avevano sottoposte e proprio per questo il 25 gennaio aveva
avuto molti voti.

Noi non abbiamo una conoscenza sufficiente della lotta di classe in
Grecia per dare una interpretazione esauriente dell'esito delle elezioni
del 25 gennaio. Ma abbiamo una conoscenza sufficiente per affermare che
SYRIZA ha avuto il voto di una larga parte delle masse popolari che
"hanno creduto l'incredibile": che SYRIZA fosse capace, non solo avesse
sinceramente la volontà ma fosse anche in grado di fare quello che
prometteva, benché il Partito comunista greco (KKE) sostenesse che non
l'avrebbe fatto. Gli avvenimenti confermano che SYRIZA non mantiene le
sue promesse.

Tsipras e gli altri esponenti del nuovo governo non si erano preparati a
lottare contro l'UE, contro i gruppi imperialisti che comandano e
sfruttano le masse popolari greche tramite l'UE e la varie istituzioni
politiche e finanziarie internazionali e nazionali. Che mezzi si era
dato SYRIZA per far fronte ad essi?

La lezione da trarne è che quando Vendola, Ferrero, gli altri capi della
sinistra borghese italiana chiedono voti e fanno promesse, propongono
una nuova politica, dobbiamo guardare non solo se la linea che
propongono ci va bene, ma se si danno i mezzi per attuarla nonostante
l'opposizione feroce delle istituzioni UE e del sistema imperialista
mondiale: queste impongono la politica attuale non per errore, ma perché
non possono fare altro e ne traggono profitto.

In politica, quando si definisce una linea, bisogna darsi i mezzi per
attuarla, altrimenti o si è degli opportunisti che dicono una cosa e ne
fanno un'altra o si è degli sprovveduti. Chi vuole sottrarre le masse
popolari del nostro paese ai soprusi e allo sfruttamento, deve usare il
prestigio e le risorse di cui dispone per mobilitarle e organizzarle a
costituire il Governo di Blocco Popolare [8] e a far fronte con esso ai
gruppi imperialisti internazionali e nazionali. Cosa questi faranno, è
del tutto prevedibile: useranno tutti i mezzi di pressione, di
corruzione, di ricatto e di aggressione per costringere anche il nuovo
governo a collaborare alla valorizzazione del capitale di cui loro sono
titolari o cercheranno di eliminare il nuovo governo: così hanno fatto
negli anni '50 in Iran contro il governo Mossadeq, negli anni '70 in
Cile contro il governo Allende, così cercano di fare in Venezuela contro
il governo Maduro.

Cosa avrebbero fatto le autorità europee se il governo Tsipras invece
che chiedere a loro di continuare a versare "aiuti", avesse incominciato
lui col prendere in mano le banche greche, avesse ordinato alle banche
greche di sospendere ogni pagamento e trasferimento di danaro
all'estero, avesse fatto appello ai funzionari e agli impiegati delle
banche greche perché controllassero l'esecuzione i suoi ordini e
decreti, impedissero violazioni e le segnalassero, avesse stabilito
regole per i prelievi dai conti correnti e dai depositi nelle banche
greche, avesse emanato direttive per il commercio interno e sottoposto a
controllo governativo il commercio estero, avesse subito avviato le
riforme che aveva promesso in campagna elettorale, avesse chiamato le
masse popolari a organizzarsi per incominciare i lavori necessari e
avesse preso altre misure del genere?

Sarebbe toccato alle autorità europee e in particolare agli
amministratori e fiduciari dei gruppi imperialisti franco-tedeschi
chiedere alle autorità greche che per favore fossero realiste, che
ritornassero sui loro passi. Perché il sistema finanziario dell'euro e
dell'UE (BCE, ecc.) profitta principalmente ai gruppi imperialisti
franco-tedeschi (_non genericamente "alla Germania", sia detto tra
parentesi, perché gran parte delle masse popolari tedesche vivono in
condizioni precarie o schiavistiche: solo chi crede che il governo
tedesco rappresenti il popolo tedesco, cioè solo le persone affette da
cretinismo parlamentare, gridano contro "la Germania" per le malefatte
del governo tedesco!_), è uno strumento delle loro egemonia mondiale: la
Grecia per loro è importante perché è un tassello del sistema
finanziario che hanno creato per imporsi a livello mondiale. Perché
l'esempio del governo Tsipras avrebbe fatto scuola negli altri paesi
europei: avrebbe accresciuto la mobilitazione delle masse popolari
contro le autorità, dato forza ai governi, di sinistra e di destra, di
altri paesi che mal sopportano le imposizioni della Troika e li avrebbe
costretti ad agire, avrebbe messo in difficoltà i governi, come quello
spagnolo e portoghese, che collaborano attivamente con la Troika contro
le masse popolari del loro paese.

Se il governo greco non avesse obbedito, non fosse ritornato sui suoi
passi, le istituzioni dirette dalla Troika non avrebbero forse cercato
di strangolarlo bloccando i versamenti dei fondi già avevano previsto di
versare?

Poco male, perché i fondi che versano al governo greco, il governo greco
non li vede neanche: li deve girare alle stesse istituzioni finanziarie
o ad altre loro soci in affari che sono titolari del Debito Pubblico
greco che ora è arrivato a circa 320 miliardi di euro. Solo per
interessi sul Debito Pubblico, il governo greco versa ogni anno più di
10 miliardi alle banche e ad altre istituzioni finanziarie. Poi ci sono
le rate delle scadenze per la restituzione e le commissioni per i nuovi
prestiti. Non è un caso che in tutti questi ultimi anni il Debito
Pubblico greco ha continuato ad aumentare, nonostante tutti gli "aiuti"
che le istituzioni dirette dalla Troika hanno accordato ai governi
precedenti, in cambio dell'austerità che questi governi imponevano alle
masse popolari greche. Il Debito Pubblico greco, il pagamento degli
interessi, delle rate di restituzione e delle commissioni sono una manna
per i gruppi imperialisti e un terreno per investimenti redditizi. Per
loro diventano un problema solo se il governo greco non paga. Quanto più
paga, tanto più aumenta il Debito Pubblico e tanto maggiore è il terreno
per investire il capitale finanziario che anche i pagamenti del governo
greco hanno fatto aumentare. Invece per le masse popolari greche il
Debito Pubblico greco, il pagamento degli interessi, delle rate di
restituzione e delle commissioni sono un problema solo se il governo
greco paga.

"_Ma come avrebbe fatto il governo SYRIZA-ANEL a pagare fornitori,
funzionari, impiegati, militari, poliziotti e tutti gli altri dipendenti
della Pubblica Amministrazione. E, più ancora, a trovare i soldi per
mettere in moto le riforme che SYRIZA aveva promesso?_", ci chiede un
altro compagno.

In Grecia c'è uno stock di euro (e in misura minore di altre valute
estere) nelle banche, nelle società finanziarie, presso i privati
ricchi. Yanis Varoufakis, il ministro delle Finanze del governo Tsipras,
nei giorni scorsi ha dichiarato che dall'inizio di dicembre 2014
sarebbero usciti dalle banche greche circa 20 miliardi di euro
trasferiti all'estero (mentre solo martedì 24 febbraio, dopo che lunedì
23 la Troika aveva dato il suo benestare al governo greco, a dire di
Varoufakis circa 700 milioni di euro erano stati nuovamente depositati
nelle banche greche) . Noi non ci possiamo fidare delle parole del
ministro vanesio e salottiero, ma possiamo ragionevolmente assumere che
lo stock di euro e altre valute estere in Grecia ammonta a qualche
decina di miliardi di euro (a fronte di un PIL di circa 180 miliardi).

Come già detto sopra, il governo poteva e doveva bloccare banche e
società finanziarie e riservarsi di decidere l'uso dei depositi e dei
loro averi. Mobilitare i funzionari e gli impiegati delle banche e delle
finanziarie per fare osservare le decisioni. Trattare chi le trasgrediva
come tratta i peggiori criminali e terroristi. Pagare funzionari e
fornitori greci con buoni di sua produzione che tutti in Grecia erano
obbligati ad accettare in pagamento di beni e servizi e che lo Stato
accettava a pagamento di imposte, bollette e tariffe. Usare gli euro e
le riserve di valuta solo per scambi internazionali approvati.
Ristabilire subito i servizi tagliati (elettricità, telefoni, acqua,
ecc.) alle famiglie, assumere in lavori utili tutti i disoccupati
disposti a lavorare dando loro un salario dignitoso. Assegnare le case
vuote della Chiesa, delle immobiliari, delle assicurazioni, delle banche
e dei ricchi alle famiglie che erano state sfrattate e che comunque sono
senza casa, assicurare assistenza sanitaria, istruzione e servizi a
tutti assumendo il personale necessario: queste e altre simili misure
assicuravano l'appoggio dei lavoratori al governo e la collaborazione
contro sabotatori e boicottatori. Mobilitare le Forze Armate per far
fronte a calamità naturali, lavori pubblici, servizi socialmente utili,
ecc. ed epurare gli ufficiali che non obbedivano. Isolare la destra:
eleggere un presidente di destra è stato rafforzare i propri nemici
cercando di conquistare la loro benevolenza, nemici che appena potranno
daranno il benservito a SYRIZA.

Nel frattempo la BCE, le istituzioni europee, il FMI, i gruppi
imperialisti che non ricevevano i pagamenti che pretendono dal governo
greco, avrebbero fatto il diavolo a quattro per evitare che in Spagna,
in Portogallo, in Italia, in Croazia, in Slovenia, in Ungheria, in
Francia e altrove, in un paese le masse popolari, in un altro i governi
di sinistra o di destra imitassero la Grecia. Avrebbero fatto il diavolo
a quattro per mobilitare in Grecia la borghesia imperialista, i
reazionari e la parte più arretrata delle masse popolari .

In Grecia la Chiesa Ortodossa ha una forza di poco inferiore e un ruolo
sociale paragonabile a quelli che ha la Chiesa Cattolica in Italia. Non
paga tasse, come in Italia, ma fa elemosine e gestisce opere di carità.
Per questo e per la forza della tradizione ha un seguito importante
anche tra le masse popolari.

Gli armatori di navi sono un gruppo economico potente in Grecia e essi
pure non pagano tasse e sono legati a doppio filo per i loro stessi
traffici ai gruppi imperialisti internazionali.

Le Forze Armate greche hanno una tradizione di forze reazionarie
antipopolari e sono strettamente legate alle forze armate USA e della
NATO e largamente infiltrate dai sionisti d'Israele.

Le istituzioni europee, la BCE, il FMI, i gruppi imperialisti avrebbero
fatto leva su questi e altri centri greci della reazione per rendere
difficile la vita al governo greco e mobilitare la popolazione contro di
esso.

Stava quindi al governo greco e alla parte già avanzata e organizzata
delle masse popolari 1. di conquistare la parte arretrata delle masse
popolari facendo leva sui benefici (lavoro e salario, case, servizi,
dignità) che la fine dell'austerità portava loro, 2. di isolare e
soffocare la destra e i centri della reazione, complici interni degli
aggressori dall'esterno, traditori del loro stesso paese, 3. di giovarsi
nel modo più efficace dell'appoggio che sarebbe venuto loro dall'estero:
sia dalle masse popolari degli altri paesi, sia dagli "Stati canaglia"
messi al bando dalla Comunità Internazionale di gruppi imperialisti
europei, americani e sionisti, sia dai gruppi imperialisti ostili al
progetto di egemonia mondiale perseguito dai gruppi imperialisti
franco-tedeschi.

Tsipras e i suoi soci di SYRIZA fanno parte di quella schiera di persone
che sospirano, aspirano e promettono anche quello che non sono in grado
di fare e che non si danno i mezzi per fare. Una schiera di persone che
in Italia uniamo sotto l'unica denominazione di Sinistra borghese. In
questa schiera si mescolano individui in buona fede e autentici
imbroglioni e profittatori delle aspirazioni e dei bisogni dei
lavoratori, dei pensionati, delle masse popolari in generale.

Ovviamente niente impedisce a Tsipras e ai suoi di fare oggi quello che
avrebbero dovuto e potuto fare ieri. Di usare l'autorità, i mezzi e la
forza di cui dispongono come membri del governo per mobilitare le masse
a organizzarsi e prendere in mano il paese. Oggi hanno a proprio favore
anche la dimostrazione pubblica che con i lupi è sbagliato fare le
pecore. Per di più potrebbero mettere alla prova e forse trarre
vantaggio dalle promesse e dagli interessi di gruppi imperialisti e
autorità americane, cinesi, russe, iraniane, ecc.

Vi è una grande differenza tra SYRIZA e la Democrazia Cristiana che 70
anni fa nel nostro paese riuscì a turlupinare le masse popolari italiane
fino a instaurare la Repubblica Pontificia sulle ceneri della
Resistenza. Una grande differenza riassumibile in due punti.

1. Il Partito comunista greco (KKE) non è diretto come lo era invece il
PCI nel 1945 da una banda di revisionisti camuffati che non osavano
ancora dichiarare la loro natura, che ostentavano opposizione e
praticavano collaborazione con la DC e i suoi mandanti. Già nel 1945 il
PCI era finito nelle mani di Togliatti e della sua cricca di uomini:
alcuni convinti che in Italia era impossibile, non c'erano le forze ed
era impossibile suscitare le forze necessarie per instaurare il
socialismo; altri contrari all'instaurazione del socialismo per la
classe da cui provenivano e per formazione. Recentemente su _il
manifesto_ (10 gennaio, pag. 15) Aldo Tortorella ha avuto la
spudoratezza di ricordare che lui e il suo amico e maestro Quinto
Bonazzola (lasciamo a Tortorella la responsabilità del fango che ha
gettato su Bonazzola che era appena morto a inizio gennaio) già durante
la Resistenza non volevano "fare come la Russia" benché ai Partigiani
dicessero "faremo come la Russia" e pubblicamente professassero verso
Stalin venerazione (servile perché in cuor loro lo consideravano un
brutale tiranno).

2. La DC era un partito che raccoglieva ampio consenso nella parte più
arretrata delle masse popolari ma non era questa la fonte principale e
tanto meno unica della sua forza. La DC aveva alle sue spalle la Corte
Pontificia, le curie e le parrocchie della Chiesa Cattolica Romana e i
gruppi imperialisti americani: era il partito popolare della reazione,
un'arma nelle mani della reazione creata dalla reazione per turlupinare
il popolo. SYRIZA al contrario ha contro gran parte delle forze
reazionarie greche (compresa la Chiesa Ortodossa e le Forze Armate) e se
i gruppi imperialisti americani appoggeranno il suo governo, lo faranno
solo come manovra di guerra contro i gruppi imperialisti
franco-tedeschi. SYRIZA non è il partito della reazione greca e
internazionale. Quindi quanto prima le farà il servizio che le sta
facendo, tanto prima sarà scaricata. Per diventare il partito della
reazione, dovrebbe trasformarsi analogamente a come si sono trasformati
il vecchio PCI e poi il PD, dovrebbe anche dividersi. Quindi è del tutto
possibile che almeno una parte di Syriza finisca con il ribellarsi al
destino cui il servizio alla reazione la condanna. Certamente Syriza non
è il promotore della rivoluzione socialista in Grecia, ma sarà in vari
modi usato da chi promuove la rivoluzione socialista in Grecia.

3. Nel 1945 il sistema imperialista mondiale aveva davanti a sé, a
livello mondiale, un periodo di ripresa e sviluppo dell'accumulazione
del capitale. Questo contribuì fortemente al successo dell'operazione
messa in atto nel nostro paese dalla reazione tramite la DC e la destra
che dirigeva il PCI. La sinistra del PCI, quella parte dei dirigenti del
PCI che mirava all'instaurazione del socialismo e almeno in una certa
misura si occupava della strategia del Partito, era certa che, terminati
gli affari della guerra, la crisi economica del capitalismo avrebbe
ripreso il suo corso distruttivo. La ripresa della crisi, paventata
allora anche da tutti i gruppi imperialisti, avrebbe scombussolato i
piani dell'imperialismo americano, della Corte Pontificia e della destra
che al momento dirigeva il PCI.

SYRIZA non ha davanti a sé niente di questo. Miseria, guerra,
abbrutimento morale e intellettuale e disastro ambientale compongono il
futuro che SYRIZA dovrebbe imporre alle masse popolari greche a favore
della reazione greca e internazionale. SYRIZA non è il partito adeguato
a farlo. Quindi passerà presto la mano o al Partito comunista se la
mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari progredirà o in caso
contrario alla destra reazionaria.

Proprio questi tre fattori fanno sì che abbiamo e avremo molto da
imparare dalla Grecia: dalla sorte di Syriza e dall'attività del Partito
comunista greco (KKE).

Anche nel nostro paese la sinistra borghese si agita per fare qualcosa
come SYRIZA, chiusa come è anch'essa nell'orizzonte della società
borghese oltre la quale la sua mente e la sua fantasia non vanno. Alcuni
pensano a una edizione tal quale di SYRIZA per rientrare nelle
istituzioni della Repubblica Pontificia. Altri, alla Maurizio Landini,
lanciano per ora la "coalizione sociale" (successore del "movimento dei
movimenti" e del "partito sociale" di Fausto Bertinotti, ma confortato
dalla forza della FIOM): premessa per entrare nelle istituzioni della
Repubblica Pontificia.

Per motivi fondati nella natura delle cose, motivi che abbiamo già più
volte illustrato nella letteratura del nostro Partito a cui rimandiamo
(vedasi ad esempio l'Avviso ai naviganti 8 [9], 21 marzo 2012),
l'obiettivo dichiarato di questi progetti, uscire dalla crisi restando
nell'ambito del sistema sociale borghese, è "economicamente
impossibile". La crisi attuale è nata nella struttura del capitalismo, è
nata nella economia reale capitalista. Dalla crisi dell'economia reale
capitalista, come suo rimedio, si è formata l'enorme massa di capitale
finanziario la cui valorizzazione ora è il fattore economico
determinante delle manovre dei gruppi imperialisti per sopravvivere, del
corso delle cose. La fine dell'austerità, e ancora più la fine della
crisi, non è qualcosa che la borghesia imperialista può fare, quali che
siano le pressioni a cui è sottoposta: quindi non è oggetto di lotte
rivendicative né di lotte riformiste. La fine della crisi è un problema
politico, nel senso che richiede un governo che voglia farla finire e
che abbia la forza di farlo. La costituzione del Governo di Blocco
Popolare, il governo delle masse popolare organizzate, sarà l'inizio
della fine della crisi del capitalismo.

Per questo noi comunisti non malediciamo Landini e affini, come se
fossero persone che ci tagliano l'erba sotto i piedi. Al contrario,
quanto più si agitano, tanto più fanno "montare la maionese".

Infatti "la maionese" che fanno montare non sono le loro aspirazioni e i
loro progetti che si sgonfiano uno dopo l'altro.

In realtà "la maionese" sono le masse popolari che si organizzano e
costituiscono organizzazioni operaie nelle aziende capitaliste e
organizzazioni popolari nelle altre aziende; organizzazioni che si
occupano sistematicamente della salvaguardia delle aziende studiando, in
collegamento con esperti affidabili, quale è il futuro migliore per
l'azienda, quali beni e servizi può produrre che sono necessari alla
popolazione del paese o agli scambi con altri paesi, predisponendo in
tempo le cose, prevenendo le manovre padronali per ridurle, chiuderle o
delocalizzarle. Questo è oggi il primo passo che noi comunisti chiamiamo
“OCCUPARE L’AZIENDA”.

Ma "la maionese" sono anche le organizzazioni operaie e popolari che
escono ognuna dalla sua azienda e costituiscono collegamenti con
organismi operai e popolari di altre aziende, mobilitano e organizzano
le masse popolari, i disoccupati e i precari della zona circostante a
svolgere i compiti che le istituzioni lasciano cadere (creare lavoro e
in generale risolvere i problemi della vita delle masse popolari), a
gestire direttamente parti crescenti della vita sociale, a distribuire
nella maniera più organizzata di cui sono capaci i beni e i servizi di
cui la crisi priva la parte più oppressa della popolazione, a non
accettare le imposizioni dei decreti governativi e a violare le regole e
le direttive delle autorità della Repubblica Pontificia, a diventare le
nuove autorità pubbliche, i centri autorevoli che indicano alle masse
popolari cosa fare. E' il contrario che restare chiusi in azienda ed è
il passo decisivo che noi comunisti chiamiamo “USCIRE DALL’AZIENDA”.

Le organizzazioni degli operai e degli altri lavoratori che "occupano le
aziende ed escono dalle aziende" sono la premessa, la base, per
costituire un governo d'emergenza popolare, il Governo di Blocco
Popolare e farlo ingoiare ai padroni.

Per condurre questa lotta impariamo anche dalla Grecia!

[2]

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