[RSF] I: [nowaroma] I: contro Renzi,mai con Salvini

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Autor: pilarcastel
Datum:  
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Betreff: [RSF] I: [nowaroma] I: contro Renzi,mai con Salvini



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-------- Messaggio originale --------
Da: v.miliucci@??? 
Data: 26/02/2015  10:46  (GMT+01:00) 
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Oggetto: [nowaroma] I: contro Renzi,mai con Salvini 






Salvini ce la sta mettendo tutta per diventare il leader del centrodestra, i media televisi in particolare lo stanno " costruendo", pompandolo con passaggi giornalieri almeno da 4 mesi.
A Roma il 28/2 è atteso alla prova del fuoco. E il personaggio  presta  volentieri l'immagine spregiudicata e disinvolta da neo gerarca, anche con la sortita minacciosa  ieri in Campidoglio .
A corollario  dell'evento si prestano come al solito i gestori dell'ordine pubblico, che ripetono la abusata cantilena "degli infiltrati", forse per giustificare interventi abusivi contro l'enorme partecipazione che si annuncia al corteo antilega.
Sabato 28feb sarà una meragliosa e intelligente  giornata di partecipazione popolare, intesa a presidiare innanzi tutto la Roma antifascistae e antirazzista dai pagliacci leghisti alleati alla peggiore feccia fascista. Allo stesso tempo  il 28/2 diventa la prima manifestazione del 2015 contro le famigerate misure antipopolari  del governo Renzi, che dopo la Legge Lupi sulla casa, lo " sblocca Italia", il Jobs act, si appresta  a mettere in campo la " buona scuola", una raffica di privatizzazioni e la liquidazione del servizio pubblicio radiotelesiviso : ce n'è di tutto e di più per tornare a mettere in campo un nuovo " sciopero sociale", capace di moltiplicare le forze per fermare la restaurazione renziana ed allargare la partecipazione ai percorsi di riappropriazione e autogestione sociale.
L'appuntamento è alle ore 14 a p.za Vittorio per proseguire in corteo fino a p.za S.Andrea della Valle.
Vincenzo.


Sabato di passione: «Rischio infiltrati dei centri sociali al corteo anti Lega»

Tensione per la manifestazione con Salvini a piazza del Popolo. Il questore scherza: «Con il sindaco ci siamo accoltellati»

di Rinaldo Frignani/Coprriere della Sera


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ROMA - Mancano tre giorni alla manifestazione leghista a piazza del Popolo e la tensione sale ancora. In ambienti investigativi non si esclude il rischio di infiltrati nella controiniziativa dei centri sociali: si temono sortite e deviazioni dal percorso che la Questura dovrebbe autorizzare entro venerdì.

Centro blindato

Il centro sarà comunque ancora una volta blindato. Un’altra giornata di passione, alla quale seguirà il lunedì di fuoco con Roma-Juve in notturna. A poco più di una settimana dalle battaglie di Campo de’ Fiori e di piazza di Spagna con gli holligan del Feyenoord, la Capitale tornerà ad essere il solito contenitore di proteste e tensioni. E anche di questo si è parlato ieri in Campidoglio nell’incontro fra il sindaco Ignazio Marino e il questore Nicolò D’Angelo, ai ferri corti per la trasferta degli olandesi. «Ci siamo accoltellati», ha scherzato il responsabile di San Vitale per poi spiegare: «Quelle sono cose che fanno parte della dialettica. Nelle istituzioni i rapporti sono sempre ottimi, non dovevamo chiarire niente. Abbiamo fatto un bilancio della politica della sicurezza e di tutto quello che si può fare in sinergia».

Arriveranno migliaia di leghisti

Per ora la Questura prevede almeno 5mila leghisti radunati a Roma dal leader Matteo Salvini, più CasaPound che potrebbe organizzare un sit-in a piazza Vittorio, proprio da dove gli attivisti di «Mai con Salvini» - centri sociali, movimenti di lotta per la casa, ma anche antagonisti e anarchici secondo le forze dell’ordine - vorrebbero partire con il loro corteo per piazza Santi Apostoli. Altro sit-in della Destra sociale - contro Salvini - per ricordare Mikis Mantakas, ucciso il 28 febbraio 1975, è previsto a piazza Cola di Rienzo.

«Inaccettabile provocazione»

Mercoledì in Prefettura riunione tecnica dell’ordine pubblico anche per stabilire il percorso del corteo più lontano da piazza del Popolo: l’area piazzale Flaminio, via del Corso, Muro Torto sarà supercontrollata. «Ci saranno persone perbene e pacifiche, spero non ci siano i casinisti dei centri sociali», spiega Salvini che aggiunge: «Ho visto in giro manifesti che invitano a prendermi a calci. Io la politica la faccio non prendendo a calci nessuno». Il vice sindaco Luigi Nieri parla di «inaccettabile provocazione» da parte del leader leghista e il capogruppo Sel al Comune Gianluca Peciola sottolinea: «Saremo in piazza pacificamente: il raduno della Lega è un atto di violenza: risponderemo con una grande manifestazione della Roma che rifiuta l’intolleranza».

Salvini cerca di conquistare Roma con 3 leghisti e 7 ex fascisti. Tenerezza. In Campidoglio + polizia e tv che manifestanti #MaiConSalvini

— Luigi Nieri (@luiginieri) 25 Febbraio 2015
La protesta di Sel e studenti

Mercoledì mattina, tanto per sottolineare la delicata situazione, un gruppo di studentesse romane è salito in Campidoglio per protestare contro Matteo Salvini che stava a sua volta manifestando contro il sindaco Marino. "Non c'è Matteo che tenga", "No razzismo, no omofobia, Salvini vattene", si legge su alcuni cartelli mostrati dalle manifestanti che, spiegano: «Siamo semplici studentesse e Salvini a Roma non lo vogliamo. Ma anche il vicesindaco Luigi Nieri interviene sulle proteste via Twitter: «Salvini cerca di conquistare Roma con 3 leghisti e 7 ex fascisti. Tenerezza. In Campidoglio + polizia e tv che manifestanti #MaiConSalvini».



Matteo marcia su Roma: "Marino è una calamità"

Conferenza stampa in piazza del Campidoglio. Sabato alle 15 manifestazione a piazza del Popolo




Sullo sfondo il Marco Aurelio. In piazza lui, Matteo Salvini, attorniato da telecamere e fotografi. La marcia sul Campidoglio del segretario federale della Lega Nord è il «promo» ideale per la manifestazione di sabato pomeriggio in piazza del Popolo. «Renzi a casa», lo slogan dell’evento. Ma anche «Marino a casa». Salvini parla di tutto: del governo, dello scontro in Veneto tra Tosi e Zaia, ma soprattutto di Roma.

"Spero di aiutare i romani a riprendersi la loro città perché Marino è una calamità naturale - spiega il segretario di via Bellerio - Invito per sabato in piazza tutti romani che pensano e vogliono una Capitale migliore, più pulita, senza buche, con un po’ più di sicurezza e con un sindaco che si sceglieranno loro e che non impongo io», aggiunge Salvini. In piazza del Campidoglio ci sono cinque-sei contestatori di Sel, tra loro il capogruppo in Assemblea Capitolina Gianluca Peciola. Volano insulti contro il leader del Carroccio che risponde mandando sorrisi e baci. A chi gli chiede perché venga a Roma e se la manifestazione di sabato costuisca un cambio radicale nelle politiche leghiste, Salvini risponde: «Io vado dove mi chiamano, non mi auto invito da nessuna parte. Semplicemente c’è un sindaco totalmente incapace e inadatto a fare il sindaco".

Di Marino Salvini contesta praticamente tutto: "Il nuovo logo di Roma mi fa pena. Lo dico da esterno, devono essere i romani a decidere, ma sono per il mantenimento delle tradizioni e dei simboli e trovo che inglesizzarsi a tutti i costi non serva a niente". Per Salvini, Marino è "un uomo onesto, ma incapace di governare Roma: basta vedere i trasporti, la gestione dei rifiuti, il traffico". Qualcuno gli chiede se Roma sia ancora ladrona e il leader leghista prima risponde: "Chiedete a Buzzi», poi aggiunge: "Nei palazzi del potere certemente sì".

Per sabato Salvini chiama a raccolta anche FI e "tutto un mondo che non ha risposte da Renzi e Alfano e dall’Europa delle banche. Sarà una piazza aperta ad avvocati, professionisti, anziani, bambini, famiglie, lavoratori, gente di destra e di sinistra". Di certo ci sarà Barbara Saltamartini e con lei i consiglieri municipale Ncd Servilio, Bellini, De Angelis, Signorini, Mariani, Ciccocelli, Amici e Baccarelli. Il Partito Italia Nuova di Armando Siri porterà invece 1.500 persone da tutta la Penisola.

E a creare tensione non sono certo i seguaci del leader leghista. Piazza del Campidoglio è blindata e si divide tra leghisti e antileghisti. Salvini arriva con lo striscione «Marino a casa», Sel replica con «razzisti andatevene». Peciola al megafono elenca «i disastri della giunta Alemanno e le spericolate alleanze della Lega». Dall’altra i deputati del Carroccio e il capogruppo Noi con Salvini in Campidoglio Marco Pomarici. Le forze dell’ordine tengono i gruppi a distanza, mentre Salvini a «bordo piazza», circondato da telecamere e cronisti, rilascia dichiarazioni. L’attenzione è rivolta alla manifestazione di sabato e al controcorteo organizzato da centri sociali e collettivi studenteschi. «La nostra manifestazione che sarà pacifica e aperta a tutti», siega Salvini, aggiungendo, a proposito della «minaccia» degli antagonisti: «I nostri non butteranno una cartaccia in strada, speriamo che gli altri facciano altrettanto. Manifestare è un diritto, noi lo faremo in piazza del Popolo, è giusto che manifesti anche chi non ci vuole, purché lo faccia nel rispetto degli altri e pacificamente, come lo facciamo noi». I contestatori di Sel offendono: «Fate schifo», «Fascisti», «Razzisti», «Merde». Salvini risponde tirando baci.
Intanto esplode il confronto verbale tra Peciola e Pomariciil capogruppo della Lega dei popoli, Pomarici. «Non siete niente», dice il capogruppo Sel. «Non parlo con una comparsa» replica il capogruppo di Noi con Salvini. In piazza anche gli studenti in un blitz contro Salvini. Gli ragazzi, tenuti distanti da un cordone di forze dell’ordine, espongono cartelli con scritto: «#MaiconSalvini» e «Roma non ti vuole». Pomarici risponde: «Andate a scuola invece di perdere tempo». E Salvini lancia baci anche agli studenti. Nella speranza che sabato fili tutto liscio.(Tempo)


Lega pronta a sfilare a Roma e i comunisti soffiano sul fuoco

Salvini diserta l'incontro con Mattarella: al Colle vanno i due capigruppo. E Sel prepara una contromanifestazione per sabato: «Non vogliamo vedere fascisti e razzisti»


Massimiliano Scafi - Il Giornale
Roma - Non fa una piega, non muove nemmeno un muscolo Sergio Mattarella quando nel suo studio la delegazione del Carroccio gli chiede di «fermare il dittatorello Renzi».


Dopo l'Aventino, dopo le polemiche, dopo i tempi forzati imposti dal governo sulle riforme costituzionali, la Lega incontra dunque il capo dello Stato per segnalare i «troppi decreti» e «lo scarso rispetto mostrato dal presidente del Consiglio verso il Parlamento». Mattarella accoglie i capigruppo, offre loro un caffè, li ascolta con «la massima attenzione» e prende atto delle osservazioni, ma la cosa finisce là.

Sarà per questo che Matteo Salvini ha snobbato l'appuntamento e ha spedito al Quirinale Massimo Fedriga e Gian Marco Centinaio, che comunque al termine dell'udienza si dicono soddisfatti. «È andata bene, Napolitano nemmeno ci volle ricevere». Il segretario ha scelto un altro colle romano, il Campidoglio, dove compare in maglietta bianca con scritto «Renzi a casa» e dove presenta la manifestazione di sabato contro il governo. A piedi, con Salvini, un gruppo di parlamentari, anche loro con t-shirt a tema. Una volta raggiunta la piazza di Michelangelo, il manipolo leghista srotola uno striscione contro il sindaco: «Marino a casa». Tensione e parole grosse con un alcuni consiglieri comunali di Sel, pronti a mostrare un contro-striscione: «Salvini a casa, via i razzisti dalla capitale». Protestano anche delle studentesse e delle precarie. Qualcuno gli grida «fascista vattene», lui non risponde e manda baci. «Non replico a quattro poveretti. Sono qui per aiutare i romani a riprendersi la loro bellissima città da un sindaco inadeguato».

E questo forse è soltanto l'assaggio. Si preannuncia infatti un sabato molto delicato sul fronte dell'ordine pubblico. «Noi siamo pacifisti», dice Salvini. «Se ci saranno scontri - aggiunge il senatore del Carroccio Raffaele Volpi - sarà colpa di Renzi che con le sue frasi offensive fomenta l'odio». Mentre Salvini parlerà a Piazza del Popolo, alle 14 partirà dall'Esquilino un contro-corteo organizzato dai movimenti. E pure Sel sarà in piazza contro la manifestazione della camicie verdi. C'è stata polemica nei giorni scorsi sulla partecipazione di gruppi di estrema destra, come Casa Pound. Tra i più critici, Flavio Tosi, che ha parlato di «deriva lepenista».

Il sindaco di Verona contesta la linea «di destra e non di centrodestra» del segretario, vorrebbe aprire a Ncd oltre che a Forza Italia e forse si presenterà in Veneto contro Zaia. Ma non lascerà il partito, farà il Fitto della Lega.

«Non ho mai messo in discussione la candidatura di Zaia, le cose stavano andando lisce e tranquille fino a quando c'è stata questa ingerenza lombarda. Salvini in pratica ha detto che la Liga Veneta non serve a nulla». Però non esce. Se non è pace, è tregua. «Tosè non è fuori - annuncia Salvini -. Dai Flavio, non fare casini adesso, potrai governare il Veneto dopo il secondo mandato di Zaia». Quanto a Ncd, «mai con Alfano, il Cav si adegui».

 
La protesta al Campidoglio. L'anteprima dell'evento di sabato è l'iniziativa organizzata da Salvini al Campidoglio questa mattina. Il leader federale è arrivato al Comune di Roma a piedi con una delegazione di parlamentari della Lega con indosso una t-shirt con la scritta 'Renzi a casa'(Repubblica).


Ha poi srotolato uno striscione con i colori del Carroccio in cui ha invitato il sindaco di Roma a fare lo stesso: 'Marino a casa'.
Salvini in Campidoglio con lo striscione: "Marino clandestino". Contestato




Alcuni consiglieri comunali di Sel hanno contestato i leghisti con un 'controstriscione' con scritto: "Salvini a casa, via i razzisti dalla capitale".
Campidoglio, Salvini ai contestatori: ''Quattro disadattati''


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E, in contemporanea, i movimenti che hanno lanciato il contro-corteo, previsto sempre per sabato alle 14 dall'Esquilino, hanno indetto una conferenza stampa improvvisata in piazza Vittorio, esponendo uno striscione firmato dal fumettista Zerocalcare contro Salvini:


 


Mai con Salvini, per contrastare il progetto funesto dei fascio-leghisti



 

di Annamaria Rivera

 

Il 28 febbraio le strade di Roma saranno percorse da un corteo della Lega Nord, con CasaPound e altri gruppi neofascisti, capeggiato da Matteo Salvini, prevedibilmente accompagnato dalla consueta appendice di provocazioni.

Non saranno i soli a manifestare. Da piazza Vittorio fino a Sant’Andrea della Valle, sfilerà il corteo promosso da #MaiconSalvini, ampio cartello di movimenti, centri sociali, associazioni antirazziste e Lgbt, circoli Anpi e altre realtà associative. L’appuntamento è stato lanciato sui social network con una campagna antirazzista cui ha partecipato un buon numero di artisti.

Il corteo, che auspichiamo sia pacifico e di massa, nasce dalla consapevolezza dell’importanza della posta in gioco. Infatti, #MaiconSalvini intende essere una tappa per contrastare l’ambizioso disegno della Lega Nord: porsi alla guida dell’opposizione al governo Renzi, grazie al consolidamento di un polo antieuropeista e razzista che ingloba l’estrema destra, da CasaPound a Fratelli d’Italia. E che aspira a essere parte importante dell’internazionale nera che dilaga in Europa.

Abbandonato il mito della Padania oppressa e sfruttata dal colonialismo terrone e da “Roma ladrona”, in favore del discorso nazionalista, la Lega cerca di guadagnare consensi e voti anche nelle regioni dei disprezzati colonizzatori-sfruttatori. Artefice di questa (apparente) metamorfosi è quello stesso Matteo Salvini che in tempi non remoti, pur parlamentare della Repubblica, intonava nelle feste di Pontida canzoncine graziose quali: “Senti che puzza, scappano anche i cani. Stanno arrivando i napoletani”. http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/salvini-a-pontida/salvini-a-pontida/salvini-a-pontida.html

Nonostante l’innovazione (più che metamorfosi) che la ha risollevata dal baratro degli scandali e delle lotte intestine, la Lega salvinizzata rimane fedele alle proprie origini quanto a razzismo, omofobia, islamofobia. In realtà, essa ha recuperato i suoi più vecchi temi d’impianto razzista-biologista (si pensi alla campagna martellante contro l’allora ministra Cécile Kyenge) e perfino d’ispirazione nazionalsocialista. E’ proprio l’ideologia völkish (il völk inteso come comunità di sangue e suolo) che le ha permesso di passare con disinvoltura dall’etno-nazionalismo padano al nazionalismo völkish, per l’appunto.

Ugualmente in continuità col passato sono la tendenza a tradurre le questioni sociali in questioni identitarie e sicuritarie, e la propensione a sfruttare, organizzare, dirigere verso capri espiatori (anzitutto migranti, rifugiati e rom) la rabbia e il rancore di strati popolari duramente colpiti dalla crisi e dalle politiche di austerità. In tal modo essa si propone come artefice di un’uscita reazionaria dalla crisi, che, ribadiamo, non è solo economica, sociale e culturale, ma riguarda anche la democrazia parlamentare.

Troppe volte, a sinistra, si è minimizzato il ruolo della Lega Nord, riducendola talvolta a null’altro che fenomeno folclorico o considerandola addirittura “costola della sinistra” stessa. Non è cosa archiviata nel registro del passato. Assai recentemente, è per i voti decisivi di membri del Pd che la Giunta per le immunità del Senato ha negato ai Pm di Bergamo l’autorizzazione a procedere contro Roberto Calderoli per istigazione all’odio ‘razziale’: per aver egli, a luglio del 2013, assimilato a un orango la ministra Kyenge. Un senatore del Pd, Claudio Moscardelli, membro della Giunta, è arrivato a negare il carattere razzista della Lega. E con un’argomentazione (si fa per dire) grezza e risibile: la Lega non è razzista, ha affermato, perché “nel suo ambito operano anche diverse persone di colore”. http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/02/09/annamaria-rivera-il-pd-si-schiera-con-calderoli-contro-kyenge-a/

Oggi che essa si propone come punto di coagulo dell’estrema destra, il suo ruolo diviene ancor più pericoloso, in un paese devastato -socialmente, culturalmente, politicamente- dagli effetti della crisi e delle politiche di austerità, dalle “riforme” del governo Renzi, dalla stessa crisi della democrazia rappresentativa.

Non sarà un solo corteo a ostacolare un tale progetto e a spegnere le risonanze funeste che esso evoca. Nondimeno, quello del 28 febbraio, se pacifico e di massa –ribadiamo– può essere tappa importante per il rilancio di un movimento che lo contrasti sistematicamente, quel progetto, soprattutto incrementando le vertenze sociali e moltiplicando i presidi democratici nei quartieri popolari.

 

 









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