Autore: l.marinelli Data: To: redditoXtutti Oggetto: [Redditoxtutti] 28 Febbraio a Milano : difendiamo il lavoro,
le pensioni, la democrazia. No al razzismo, no alla guerra,
no all'Expo.
28 Febbraio a Milano : difendiamo il lavoro, le pensioni, la democrazia. No
al razzismo, no alla guerra, no all'Expo.
La Corte Costituzionale ha vietato il referendum per abrogare la
controriforma delle pensioni, che così continuerà a fare i suoi danni alle
persone che lavorano, a quelle che perdono il posto a quelle che non lo
troveranno mai.
Continuare a sottrarre ai cittadini il diritto a decidere sulle questioni
sociali, che oramai spetta solo ai governi che obbediscono ai dettati della
Troika e della finanza internazionale, sta consentendo alla Lega e ai suoi
messaggi xenofobi di aumentare la propria aggressività. La sola politica
economica ufficialmente ammessa è quella che massacra il lavoro e i diritti
sociali.
L'innalzamento dell'età della pensione, la libertà di licenziamento del Jobs
act, la politica di tagli nei servizi e nella amministrazione pubblica, la
ristrutturazione del sistema delle imprese incentivata dalle politiche di
austerità che aggravano la crisi, tutte assieme queste decisioni e misure
precipitano addosso al lavoro, devastando ciò che resta dei diritti e delle
condizioni acquisite, generalizzando la precarizzazione.
Ad esse poi si aggiunge il nuovo sistema di elezioni delle rappresentanze
sindacali sui posti di lavoro, deciso arbitrariamente dalla Confindustria in
accordo con Cgil, Cisl e Uil, che mira ad eliminare la possibilità di
difendersi da parte dei lavoratori e di decidere liberamente da chi farsi
rappresentare.
Il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in realtà è solo
un contratto indeterminato che dà all'impresa il potere di fare ciò che
vuole e di concludere l'arbitrio con il licenziamento. La liberalizzazione
dei licenziamenti collettivi permetterà alle imprese di sostituire
lavoratori con qualche diritto con i nuovi schiavi definiti beffardamente a
tutele crescenti. Le lavoratrici e i lavoratori delle province, dei
trasporti, della scuola e dei servizi sociali vengono minacciati di
licenziamento, sottoposti al trasferimento forzato e al taglio dei salari .
Gli esodati restano in mezzo alla strada.
Le lavoratrici ed i lavoratori precari vedono crescere arbìtri e
sfruttamento nei loro confronti, mentre si delinea l'aggressione finale
dell'abolizione della stessa condizione di lavoro retribuito. Infatti con la
famigerata EXPO2015 si sperimenta, con l'accordo di CGILCISL UIL, la
prestazione gratuita per migliaia di giovani che dovranno far concretamente
funzionare la fiera. Una Grande Opera che diventa così non solo, come le
altre, la sede della devastazione ambientale e delle ruberie private e
pubbliche, ma che mette in mostra la distruzione dei diritti del lavoro,
come ha vantato la Confindustria. Il modello Expo è un modello sociale
devastante che accompagna schiavitù del lavoro a speculazione edilizia e non
a caso è accompagnato dalla ferocia degli sfratti per i poveri e dalla
persecuzione dei migranti.
A far da corollario a questa politica di sottrazione dei diritti cè
lattacco frontale al diritto allabitare contenuto nel recente Decreto
Lupi, che cancella il concetto di edilizia popolare e attacca direttamente
le condizioni di vita della parte più svantaggiata della società.
Alla tempesta perfetta che si sta abbattendo su tutto il mondo del lavoro
sfruttato e precario bisogna reagire. Bisogna riprendere la mobilitazione
dello scorso autunno e continuarla, perché le misure e le iniziative di
governo e imprese non si fermano. Per questo proponiamo di scendere in
piazza il 28 febbraio riprendendo la mobilitazione contro la riforma Fornero
delle pensioni, la precarizzazione del lavoro e il Jobs act. Scegliamo
questa data perché è importante dare un segnale forte di controtendenza a
chi vuole utilizzare lindignazione diffusa per sostenere una deriva
razzista e guerrafondaia. Proponiamo Milano perché sede di EXPO2015 ma
lobiettivo è quello di avviare da lì una mobilitazione che dovrà
continuare, estendersi e articolarsi. Facciamo appello a tutte le forze
sindacali che non si rassegnano e rifiutano ogni complicità con il Jobs act
e le politiche di austerità.
Facciamo appello alle organizzazioni del lavoro precario ai movimenti di
lotta sociale, a chi rifiuta lo sfruttamento delle persone e la devastazione
dell'ambiente. Scendiamo in piazza a Milano contro le politiche di austerità
e il Jobs act, per smascherare la vetrina milanese del lavoro precario e
delle ingiustizie sociali. Scendiamo in piazza contro il modello Expo che
distrugge la civiltà e la democrazia.
per il Forum Diritti Lavoro Carlo Guglielmi e Giorgio Cremaschi