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ENTI DEL TERZO SETTORE ROMA ...COMUNICATO STAMPA 22 GENNAIO 2015,
INFORMAIZONI ULTIME DAL FRONTE...IL 5 FEBBRAIO INIZIATIVA DI LOTTA V
per pubblicazione, diffusione, divulgazione, grazie
Comunicato radio stampa e per mezzi di
informazione e comunicazione – Roma, 22 gennaio 2015
APPALTI, AFFIDAMENTI E
CONVENZIONI DI ROMA CAPITALE SU SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI EDUCATIVI E DI
INTEGRAZIONE: ANCORA LUCI (poche…) E OMBRE (troppe…) NEL 2015. IN VISTA
MOBILITAZIONI IN CITTA’
L’anno 2015 è iniziato trascinandosi i
disagi, le difficoltà e i problemi irrisolti degli anni precedenti, per il c.d.
“terzo settore” e le cooperative sociali, consorzi, associazioni e le circa
diecimila (stima per difetto) persone che lavorano nei servizi socio
assistenziali, educativi, di integrazione e di orientamento.
La pessima tendenza, eredità del passato,
di inserire nei bandi di gara di appalto, affidamento o nelle convenzioni e
schemi, predisposti dal Comune di Roma nelle varie “stazioni appaltanti”,
clausole ambigue per quanto riguarda la
“clausola sociale” di salvaguardia occupazionale, di continuità lavorativa e
salariale, sta creando forti difficoltà nelle procedure di intervento
sindacale, quando ci sono i cambi di appalto e di gestione tra
cooperative/soggetti affidatari uscenti e quelli subentranti (procedura
prevista dal CCNL cooperative Sociali art. 37). Se si aggiunge l’uso non
corretto per le offerte di gara di articoli del Decreto Legislativo 163/2006
(codice sugli appalti di servizi pubblici e di opere pubbliche), con la
“confusione” dei riferimenti normativi tra le tariffe per le opere pubbliche
per l’EDILIZIA (cioè le indicazioni e criteri per fare le basi d’asta per le
offerte), applicate al posto dei riferimenti per i bandi di SERVIZI SOCIALI,
ASSISTENZIALI ED EDUCATIVI, meccanismo che produce l’effetto di alterare le
offerte economiche con parametri diversi da quelli “regolari”, sconvolgendo il meccanismo dell’offerta
economicamente più vantaggiosa e trasformandolo di fatto in quello del massimo
ribasso sulle offerte per l’aggiudicazione di servizi (che in questo
settore sarebbe vietato), con la differenziazione in “lotti” alquanto originali
nella loro composizione territoriale e di importo base di finanziamento
pubblico, che crea il rischio di “favorire” alcune cordate
social-imprenditoriali a danno di altre per l’aggiudicazione di servizi
sociali, la riduzione e il ridimensionamento complessivo delle coperture
finanziarie ed economiche, proroghe mensili in attesa di questi bandi (che non
garantiscono alcuna programmazione seria e di qualità del lavoro e
dell’intervento sociale a favore di settori di cittadinanza già in difficoltà)…e
il “gioco” è fatto.
Se a questo
scenario, si inserisce il rischio che una serie di attività di natura
integrativa e accessoria in questo settore, rispetto ai servizi storici
(assistenza domiciliare ad anziani SAISA, ai disabili SAISH e ai Minori SISMIF
di ambito municipale, all’integrazione scolastica per alunni-e con disabilità e
disagi sociali con gli AEC, ai servizi per anziani nelle case di riposo, centri
diurni alzheimer o per case famiglia e strutture semi residenziali per giovani
o soggetti svantaggiati) e a progetti consolidati (come la gestione campi rom,
sinti, caminanti e il servizio di scolarizzazione rom, di mediazione
interculturale), siano affidate con
bandi esclusivamente ad associazioni di “volontariato od onlus” senza utilizzo
di lavoratori e lavoratrici, ma con l’uso del volontariato sostitutivo di nuova
occupazione o per la possibile ri-collocazione di persone che in città hanno
perso il posto di lavoro, si prevedono tempi duri per chi lavora in questo
settore, che ormai di “no profit” ha veramente poco.
Preoccupa molto anche lo
stato di abbassamento e di peggioramento
della qualità dei servizi e delle funzioni al pubblico, fomentato da questi
meccanismi contorti e da scelte poco opportune del Comune, che non hanno dato
finora anche con il “rimpasto” della Giunta Marino, alcun cambio di passo reale
e incisivo. “Ci fanno lavorare male e in costante precarietà, anche quando
siamo stabilizzati”, denunciano pubblicamente i portavoce dell’USI, molto
attivi nel terzo settore e del raggruppamento “OPERATORI E OPERATRICI SOCIALI
IN LOTTA”, che comprende anche delegati-e di Cub e Cobas. E’ stato chiesto un
incontro all’ASSESSORA DANESE il 12 gennaio, in assenza di risposta, è in
cantiere un social corner e un presidio per i primi di febbraio. L’USI, HA
PROCLAMATO STATO DI AGITAZIONE SINDACALE CITTADINO FIN DAL 5 GENNAIO, PER
CONTRASTARE I RISCHI OCCUPAZIONALI E I DANNI ALLA CITTADINANZA