[Intergas] Fwd: [rigas]

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Szerző: Sandra
Dátum:  
Címzett: intergas, ekonomi@inventati.org, 'Stefano Magnoni', 'Erica Rodari', abc-lombardia, Giuliana, gas-del-parco, comitatoauditmilano, comitatostopttipmilano@googlegroups.com, clns >> CNSM
Tárgy: [Intergas] Fwd: [rigas]
Erica puoi girarla alla mailing list del CMA?
Da firmare e far girare.
Ciao
Sandra


-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto:     [rigas]
Data:     Thu, 22 Jan 2015 19:30:19 +0100 (CET)
Mittente:     anlupo@??? <anlupo@???>
Rispondi-a:     rigas@???
A:     asci-italia@???, asci-liguria@???, 
comitato-italiano-mst@???, 
coordinamento-contadino-italiano@???, 
mst-italia@???, redazione@???, rigas@???
CC:     calabria.carta@???




cari amici, vi invio una lettera sul manifesto, che ho sottoscritto
anche io.
Il Protocollo Barilla è diventato il Protocollo Milano , approvato da
Carlo Petrini, WWF, Legambiente, Coldiretti, COOP, tra gli altri;
in queste ore è presentato negli USA, il 7 Febbraio sarà lanciato da
Renzi come la Kyoto del cibo ( e farà la stessa fine della Kyoto più famosa)
Quante chiacchiere e ipocrisia, per portare 20 milioni di turisti in
Italia e a Milano....
antonio lupo


    Caro Renzi, Expo non diventi la vetrina dell'ingiustizia



          Lettera aperta a Matteo Renzi. Richieste e critiche precise
          all’avvio di Expo rivolte al presidente del consiglio da un
          gruppo di intellettuali e cittadini milanesi




Signor pre­si­dente del Con­si­glio, i gior­nali ci infor­mano che lei
sarà a Milano il 7 feb­braio per lan­ciare un Pro­to­collo mon­diale sul
Cibo, in occa­sione dell’avvicinarsi di _Expo
<http://www.expo2015.org/it/index.html>_.

Ci risulta che la regia di tale pro­to­collo, al quale lei ha già
ade­rito, sia stata affi­data alla Fon­da­zione Barilla Cen­ter for
Food &Nutri­tion. Una mul­ti­na­zio­nale molto ben inse­rita nei
mer­cati e nella finanza glo­bale, ma che nulla ha da spar­tire con le
poli­ti­che di sovra­nità ali­men­tare essen­ziali per poter sfa­mare
con cibo sano tutto il pianeta.

Expo ha siglato una part­ner­ship con Nestlé attra­verso la sua
con­trol­lata S. Pel­le­grino per dif­fon­dere 150 milioni di
bot­ti­glie di acqua con la sigla Expo in tutto il mondo. Il
Pre­si­dente di Nestlé World­wide già da qual­che anno sostiene
l’istituzione di una borsa per l’acqua così come avviene per il
petro­lio. L’acqua, senza la quale non potrebbe esserci vita nel nostro
pia­neta, dovrebbe quindi essere tra­sfor­mata in una merce sui mer­cati
inter­na­zio­nali a dispo­si­zione solo di chi ha le risorse per
acquistarla.

Que­sti sono solo due esempi di quanto sta avve­nendo in pre­pa­ra­zione
dell’Expo.

Scri­veva Van­dana Shiva: «Expo avrà un senso solo se par­te­ci­perà chi
s’impegna per la demo­cra­zia del cibo, per la tutela della
bio­di­ver­sità, per la difesa degli inte­ressi degli agri­col­tori
e delle loro fami­glie e di chi il cibo lo mette in tavola. Solo allora
Expo avrà un senso che vada oltre a quello di grande vetrina dello
spreco o, peg­gio ancora, occa­sione per vicende di cor­ru­zione e di
cemen­ti­fi­ca­zione del territorio».

«Nutrire il Pia­neta, Ener­gia per la vita», recita il logo di Expo. Ma
Expo è diven­tata una delle tante vetrine per nutrire le
mul­ti­na­zio­nali, non certo il pianeta.

Come si può pen­sare infatti di garan­tire cibo e acqua a sette miliardi
di per­sone affi­dan­dosi a coloro che del cibo e dell’acqua hanno fatto
la ragione del loro pro­fitto senza pre­stare la minima atten­zione ai
biso­gni pri­mari di milioni di persone ?

Expo si pre­senta come la pas­se­rella delle mul­ti­na­zio­nali
agroa­li­men­tari, pro­prio quelle che deten­gono il con­trollo
dell’alimentazione di tutto il mondo, che pro­du­cono quel cibo
glo­ba­liz­zato o spaz­za­tura, che deter­mina con­tem­po­ra­nea­mente
un miliardo di affa­mati e un miliardo di obesi.

Due facce dello stesso pro­blema che abi­tano que­sto nostro tempo: la
povertà, in aumento non solo nel Sud del mondo ma anche nelle nostre
peri­fe­rie sem­pre più degradate.

Expo non parla di tutto ciò.

Non parla di diritto all’acqua pota­bile e di acqua per l’agricoltura
familiare.

Non parla di diritto alla terra e all’autodeterminazione a coltivarla.

Non si rivolge e non coin­volge i poveri delle mega­lo­poli di tutto il
mondo, non si inter­roga su cosa man­giano, non parla ai con­ta­dini
pri­vati della terra e dell’acqua, scac­ciati attra­verso il /land/ e
/water grab­bing/, (la ces­sione di grandi esten­sioni di ter­reno e di
risorse idri­che a un paese stra­niero o a una mul­ti­na­zio­nale),
espulsi dalle grandi dighe, dallo svi­luppo dell’industria estrat­tiva
ed ener­ge­tica, dalla per­dita di sovra­nità sui semi per via degli Ogm
e costretti quindi a diven­tare pro­fu­ghi e migranti.

E non cam­bia certo la situa­zione qual­che invito a sin­goli
per­so­naggi della cul­tura pro­ve­nienti da ogni angolo della terra
e impe­gnati nella lotta per la giu­sti­zia sociale. Al mas­simo serve
per creare qual­che diversivo.

In Expo a fianco della pas­se­rella delle mul­ti­na­zio­nali si dispiega
la pas­se­rella del cibo di «eccel­lenza». Expo parla solo alle fasce di
popo­la­zione ricca dell’occidente e que­sto ne fa ogget­ti­va­mente la
vetrina dell’ingiustizia ali­men­tare del mondo, nella quale la povertà
si misu­rerà nel cibo: in quello spaz­za­tura per le grandi masse e in
quello delle ecce­denze e degli scarti per i poveri.

In que­sti mesi, di fronte a tutto quello che è acca­duto nella nostra
città, dall’_ille­ga­lità
<http://www.ilmanifesto.info/inchieste-giudiziarie-e-lavoro-gratuito-il-pre-expo-e-un-grande-flop/>_ allo
_sper­pero di ingenti risorse
<http://www.ilmanifesto.info/expo-cartellino-giallo-della-corte-dei-conti/>_eco­no­mi­che
per l’organizzazione di Expo in una comu­nità dove la povertà cre­sce
quo­ti­dia­na­mente e che avrebbe urgenza di ben altri inter­venti, noi
abbiamo matu­rato un _giu­di­zio nega­tivo
<http://www.ilmanifesto.info/ce-il-convegno-no-expo-il-rettore-chiude-lateneo/>_su
Expo.

Ma come cit­ta­dini mila­nesi non pos­siamo fug­gire_ la
respon­sa­bi­lità di impe­gnarci
<http://www.ilmanifesto.info/carlo-petrini-allexpo-ci-saro-ma-con-riserva/>_affin­ché
l’obiettivo di «Nutrire il pia­neta» possa essere meno lontano.

Per que­sto avan­ziamo a lei e alle auto­rità poli­ti­che ed
ammi­ni­stra­tive che stanno orga­niz­zando Expo alcune pre­cise richieste.

Il Pro­to­collo mon­diale sulla nutri­zione che lei intende lan­ciare,
pur dicendo anche alcune cose con­di­vi­si­bili, evi­tando i nodi di
fondo, rimane tutto all’interno dei mec­ca­ni­smi ini­qui che hanno
gene­rato l’attuale situazione.

Noi le chie­diamo di porre al cen­tro la* sovra­nità
ali­men­tare* e il* diritto alla terra* negati dallo stra­po­tere e dal
con­trollo delle mul­ti­na­zio­nali, in par­ti­co­lare quelle dei semi.

Chie­diamo che sia affer­mata una *netta con­tra­rietà agli Ogm*, che
sono il para­digma di que­sta espro­pria­zione della sovra­nità dei
con­ta­dini e dei cit­ta­dini, il perno di un modello glo­ba­liz­zato di
agri­col­tura e di pro­du­zione di cibo che inquina con i diser­banti,
con­suma ener­gia da petro­lio, è idro­voro e con­tri­bui­sce al 50% del
riscal­da­mento climatico.

Le chie­diamo che venga affer­mato il *diritto all’acqua pota­bile per
tutti* attra­verso l’approvazione di un *Pro­to­collo Mon­diale
dell’acqua*, con il quale si con­cre­tizzi il diritto umano all’acqua
e ai ser­vizi igienico-sanitari san­cito dalla riso­lu­zione dell’Onu
del 2011.

Chie­diamo che ven­gano rimessi* in discus­sione gli accordi di
part­ner­ship tra Expo e le grandi mul­ti­na­zio­nali*, che, lungi dal
rap­pre­sen­tare una solu­zione, costi­tui­scono una delle ragioni che
impe­di­scono la piena rea­liz­za­zione del diritto al cibo e all’acqua.

Chie­diamo che si decida fin d’ora* il destino delle aree di Expo* non
lascian­dole uni­ca­mente in mano alla spe­cu­la­zione e agli appe­titi
della cri­mi­na­lità orga­niz­zata e che, su quei ter­reni, venga
indi­cata una sede per un’istituzione inter­na­zio­nale fina­liz­zata
a tute­lare l’acqua, potrebbe essere l’*Autho­rity mon­diale per
l’acqua*, e il cibo come beni comuni a dispo­si­zione di tutta
l’umanità. Una sede dove i movi­menti sociali come i Sem Terra, Via
Cam­pe­sina, le reti mon­diali dell’acqua, le orga­niz­za­zioni
popo­lari e i governi locali e nazio­nali discu­tano: la poli­tica per
la vita.

Una sede nella quale la/ Food Policy/ diventi anche/ Water Policy/, dove
si discuta la costi­tu­zione di una rete di città che assu­mano
una* Carta dell’acqua e del Cibo*, nella quale si inizi
a con­cre­tiz­zare local­mente la sovra­nità ali­men­tare, il diritto
all’acqua, la sua natura pub­blica, la non chiu­sura dei rubi­netti
a chi non è in grado di pagare, la costi­tu­zione di un fondo per la
coo­pe­ra­zione inter­na­zio­nale verso coloro che non hanno accesso
all’acqua pota­bile nel mondo.

Una sede nella quale alle isti­tu­zioni e ai movi­menti sociali, venga
resti­tuita la sovra­nità sulle scelte essen­ziali che riguar­dano il
futuro dell’umanità.


«La Terra ha abba­stanza per i biso­gni di tutti, ma non per l’avidità
di alcune per­sone» affer­mava Gan­dhi. E que­sta verità oggi è più che
mai attuale e ci richiama alla nostra respon­sa­bi­lità, ognuno per il
ruolo che svolge.


///*** Moni Ova­dia, Vit­to­rio Agno­letto, Mario Ago­sti­nelli, Piero
Basso, Franco Cala­mida, Mas­simo Gatti, Anto­nio Lareno, Anto­nio Lupo,
Emi­lio Moli­nari, Sil­vano Pic­cardi, Paolo Pinardi, Basi­lio Rizzo,
Erica Rodari, Anita Sonego, Guglielmo Spettante/


pubblicata sul Manifesto il 22 gennaio 2015