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Author: Alessio Di Florio
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To: avantipopolo, fori-sociali, fortecomunismo, fuser, pescarafree, retenowar, riscossarossa
Subject: [Retenowar] Fwd: Telejato.it. La terra di mezzo non è solo laziale?
La Terra di mezzo non è solo laziale?
[image: La Terra di mezzo non è solo laziale?]
dicembre 18
09:00 2014
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Mafia Capitale. Ormai da settimane l’indagine della Procura di Roma che
ha smantellato il cupolone fasciomafioso (come l’hanno definito i due
procuratori capitolini) ha conquistato l’attenzione mediatica.

L’attenzione si è focalizzata soprattutto sugli esponenti politici
coinvolti ma, dietro la “terra di sopra”, si agitava una vera e propria
piovra che ha avvolto con i suoi tentacoli tutto quello che ha potuto.
L’intercettazione nella quale si sente l’auspicio che l’anno successivo
potesse essere colmo di “emergenze” su cui speculare non è soltanto una
frase ma quasi un manifesto del cupolone: dietro ogni persona si nascondono
affari, lucro, potere per la “terra di mezzo”. Una terra animata dai
criminali “re” di Roma (Carminati e Casamonica), esponenti istituzionali,
massoni, ex componenti della Banda della Magliana, fascisti, stampa pronta
a modellare articoli sulle esigenze del cupolone, affaristi che cercava
ovunque di imporsi e dominare, arrivando anche a stringere alleanze e ad
allungare i suoi tentacoli oltre i confini della Capitale e dell’intero
Lazio.

Il CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Mineo, per chi già
è attivo sul tema dell’immigrazione e della gestione delle “emergenze”,
secondo le indagini era un luogo sul quale investire. Un uomo chiave
dell’organizzazione nel tavolo nazionale per la gestione dei flussi
istituto dal Ministero dell’Interno (secondo gli inquirenti Luca Odevaine),
contatti con la ‘ndrangheta calabrese (la famiglia Mancuso di Vibo
Valentia). La trascrizione di un’intercettazione del maggio 2014
attribuisce a Odevaine queste parole “*Stando a questo tavolo nazionale… e
avendo questa relazione continua con il ministero sono in grado di
orientare i flussi che arrivano da giù… anche perché passano da Mineo, e
poi da Mineo vengono smistati in giro per l’Italia, un po’ a Roma… un po’
nel resto d’Italia*”. Durissimo il comunicato della Rete Antirazzista
catanese, che riprendendo le proprie denunce sul CARA stesso e su quella
che non esita a definire “*la disastrosa (per i migranti) gestione
d’ingentissime risorse pubbliche per il mega-business della
pseudo-accoglienza (come dal marzo 2011 abbiamo definito questo vergognoso
laboratorio di nuove politiche segregazioniste per i richiedenti asilo)*”,
domanda “*quando dignità e giustizia per i richiedenti asilo?*”. La Rete
denuncia che la situazione negli ultimi 3 anni e mezzo “*si è incancrenita*”
e ribadisce le proprie denunce sulle condizioni in cui i migranti che
arrivano sulle coste italiane sono costretti. “*Il sistema Odevaine proprio
nel Cara di Mineo ha espresso la sua capacità di fare coincidere i
controllati con i controllori, si è consolidato un sistema clientelare che
accontenta tutti, dalle istituzioni ai media, dai sindacati
all’associazionismo*” mentre le condizioni di vita dei migranti denunciano
costantemente peggioravano con “*la media di abitanti nelle case è di oltre
20 persone (quando vi alloggiavano i militari statunitensi di Sigonella vi
abitava un solo nucleo familiare) e le condizioni d’indigenza (si continua
a versare il pocket money quotidiano di euro 2,50 in sigarette) costringe
molti migranti a lavorare in nero per 10/15 euro al giorno nelle campagne;
stanno dilagando anche la prostituzione e lo spaccio di droga*”. “*Questo
mega-CARA, unico in tutta Europa, è un esperimento fallito di contenimento
forzato dei migranti, che vengono parcheggiati a tempo indeterminato (in
media 18 mesi) e che sta costruendo un conflitto razziale tra autoctoni e
migranti: da una parte i richiedenti asilo vengono supersfruttati dai
caporali nelle campagne, dall’altro la destra xenofoba alimenta nel
calatino la “guerra fra poveri”, mentre con MafiaCapitale i fascio-mafiosi
si sono arricchiti sulle nostre spalle e dalle nostre tasche*” conclude il
durissimo j’accuse della Rete Antirazzista Catanese.

Tra le società che avrebbero avuto rapporti con Salvatore Buzzi sulla
stampa compare il nome di “Formula Ambiente” (neanche sfiorata
dall’indagine della Procura), una società specializzata nella gestione dei
rifiuti che in Abruzzo è impegnata in molti Comuni. Angelo Venti,
giornalista impegnato da anni nelle denunce delle infiltrazioni mafiose
nell’Abruzzo interno e coordinatore regionale di Libera, ha acceso i
riflettori sull’abbandono della regione da parte del colosso nel settore
dei rifiuti della Iren Ambiente Holding SpA – “*proprio in un momento nel
quale la riforma del settore avrebbe potuto comportare interessanti
sviluppi di business e di sistema*” sottolinea il comunicato – e sugli
scontri tra Segen SpA e Di Carlo Gestioni Srl sulla mutazione della
compagine societaria di Aciam SpA (che si occupa, appunto, della gestione
dei rifiuti nella Marsica). Riferisce Angelo Venti che “*con pretesa quasi
proditoria, Segen S.p.A., con lo 0,01% del capitale sociale di Aciam,
pretendeva di poter esercitare il diritto di prelazione nella cessione
delle quote Iren proprio in danno della Di Carlo Gestioni S.r.l, con oltre
il venti per cento del valore dei privati*”. A questa vicenda sarebbe
interessata “Formula Ambiente”, “*che tale acquisizione si era prefissa e
offerta di finanziare, subentrando poi nel pacchetto sociale di Aciam
S.p.A. acquisito in tal modo da Segen S.p.A*” sottolinea la nota. Alcuni
comuni soci, aggiunge Angelo Venti, sono attivissimi nell’attuale
mutazione, cosa che non risulta a Libera essere avvenuto in una precedente
occasione. Si conclude il comunicato “*Il problema è sostanzialmente uno:
qual è il motore, il centro di sottopotere, l’ambizione, che pur di
arrivare al proprio scopo (quale?) rischia di chiamare sul territorio
operatori dei quali non sa nulla? Non sono certo solo i poveri e miserrimi
sindaci che hanno guardato con favore questo movimento. Sindaci che
peraltro dovrebbero spiegarci la ragione di tutta questa agitazione…*”.
“Formula Ambiente” nei giorni scorsi ha deciso in un’assemblea espressasi
all’unanimità l’esclusione dei coinvolti nell’inchiesta romana dalla
compagine societaria (“Coop. 29 giugno coop. sociale Onlus”, “29 giugno
Servizi soc. coop. di produzione e lavoro” e “Formula Sociale soc. coop.
integrata a r.l. Onlus”), revocando anche alcuni consiglieri di
amministrazione (Garrone e Guarany) e prendendo atto della decadenza di un
sindaco revisore (Di Ninno).



*Alessio Di Florio*


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