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Gronda, l’ultima accusa: “Un tubo con amianto nell’alveo del torrente”
La denuncia di Antonio Bruno, Federazione della Sinistra: “Previsti 540 piloni nel fiume, è inaccettabile”
SARÀ lungo sei chilometri e mezzo e largo tre e mezzo, poggerà su 540 pali e correrà proprio dentro l’alveo del torrente Polcevera. A tre metri dalla sponda destra, per la precisione. E’ lo “slurrydotto”, opera accessoria della Gronda autostradale, composta da due condotte che da metà Valpolcevera correrà fino al porto, a Sampierdarena, per portare a mare il materiale di scavo che, secondo il parere degli stessi ingegneri, potrebbe essere “amiantifero”, potrebbe cioè contenere amianto.
E lo “slurrydotto” ( slurry indica “fanghiglia”) è finito nel mirino non solo degli ambientalisti, ma la preoccupazione per la sua costruzione sta dilagando tra gli abitanti della valle. «Con tutto quello che abbiamo appena superato, con tre alluvioni, una delle quali ha quasi fatto esondare proprio il Polcevera, cosa accade ora? Vogliono costruire nell’alveo del torrente un’opera del genere: 540 piloni, ma ci rendiamo conto? — attacca Antonio Bruno, capogruppo di Federazione della Sinistra in Comune — il Comune da una parte demolisce gli edifici negli alvei e cerca di correre ai ripari con lo scolmatore del Fereggiano, dall’altro vara un’opera che sarà costruita proprio nel letto di un torrente».
Alla vigilia della commissione consiliare monografica sulla Gronda, venerdì, e soprattutto del consiglio comunale di martedì prossimo, dove il vicesindaco Bernini dovrebbe presentare la delibera “modificata” in modo da poter raccogliere i consensi in aula non soltanto del Pd, ma soprattutto della Lista Doria ancora riottosa a volgere il pollice in su alla Gronda, si apre un altro fronte di protesta.
«È previsto che lo “slurrydotto” corra sul greto del Polcevera — spiega Bruno — i casi sono due: o la prima “piena” del Polcevera si porterà via tutti i 540 piloni, spargendo amianto ovunque, fino al mare, oppure i piloni saranno così forti da resisterle e allora ingombreranno il normale defluire delle acque, creando l’effetto tappo». Ma non è tutto, perché proprio tra le opere accessorie alla costruzione della Gronda, indica Bruno, ci sarebbero i cosiddetti “attraversamenti”: «Un puro gioco di nominalismo, per aggirare i divieti di tombamento dei rivi — attacca il capogruppo — il risultato sarà lo stesso: mezzo chilometro di rivi tombati per realizzare la Gronda autostradale. Il Rio Lavino in Val Varenna sarà tombato per 38 metri, il rio Rovena a Genova Est per 56 metri, il rio Senza nome presso la galleria di Voltri per 83 metri, il rio Ronco, a Bolzaneto, per 134 metri, il rio Senza nome presso la galleria Borgonuovo a Voltri per 81 metri, il rio Senza nome presso la galleria Morego, per 23 metri: è troppo scontato approvare una moratoria delle opere impattanti, aggiornando studi e pareri alla luce dei recenti eventi climatici? E’ banale? Io ritengo sia necessario»