[RSF] I: Re: [donneinnero] Delegazione CISDA a Suruc

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Autore: pilarcastel
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Oggetto: [RSF] I: Re: [donneinnero] Delegazione CISDA a Suruc



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-------- Messaggio originale --------
Da: Luisa Morgantini <luisamorgantini@???>
Data: 17/12/2014 22:52 (GMT+01:00)
A: Donne in Nero <donneinnero@???>
Oggetto: Re: [donneinnero] Delegazione CISDA a Suruc



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On 17/dic/2014, at 20:02, Giovanna Cardarelli <giovanna.cardarelli@???> wrote:

Carissimi amici,

nel corso di un incontro a Londra tra alcune esponenti del CISDA e alcune militanti curde di Suruc è nato il progetto di una delegazione composta da attivisti politici afghani e compagne del CISDA che si rechi tra febbraio e marzo 2015 a Suruc.

Questa collaborazione fa ovviamente seguito alla grande mobilitazione organizzata in Afghanistan per il 1° novembre (Giornata Internazionale per Kobané), che ha visto manifestazioni con migliaia di persone in ben 7 province afghane, a sostegno dell’eroica resistenza di Kobané.

La delegazione – che favorirà l’incontro diretto tra attivisti politici curdi e afghani, con l’obiettivo di un sostegno politico vicendevole – avrà anche il compito di portare aiuti economici all’esausta popolazione curda di Kobané rifugiatasi a Suruc.

Il Cisda ha stabilito un modesto sostegno economico all’iniziativa e il pagamento delle spese di viaggio per i due delegati afghani, fermo restando che le compagne del Cisda pagheranno di tasca propria le spese legate al viaggio.

Per permetterci di raccogliere una somma significativa da portare a Suruc vi chiediamo di fare una donazione sul conto CISDA – BANCA POPOLARE ETICA – IBAN: IT64U050180160000000113666 - causale “sostegno Kobané”.

La situazione dei profughi di Suruc è qui descritta da Gloria Geretto (CISDA), che sta seguendo il progetto della delegazione: 

La situazione a Suruc e in generale lungo il confine, al momento è questa: migliaia di sfollati di Kobane, circa 200.000, e 50.000 nel campo profughi di Soruc: povertà assoluta, assenza totale di aiuti umanitari da parte del governo turco - che addirittura ostacola le operazioni di soccorso della popolazione di Suruc e dintorni ed ha perfino imposto ai rifugiati del campo di pagare l'elettricità - né da parte delle Nazioni Unite, ostacolate dal governo turco, e che a quanto sembra, stanno aiutando solo una piccolissima parte dei rifugiati, circa 6mila.

Hanno bisogno di tutto: dal cibo ai vestiti, ai mezzi ... ai soldi (presumo dunque che preferiscano ricevere aiuto in denaro, non penso raccolgano materiale vario e poi lo trasportino lì, ma di questo mi farò spiegare meglio), e soprattutto, come ha ribadito anche Zennure, c'è bisogno di volontari - non solo per richiamare l'attenzione dei media a livello internazionale, ma anche per aiutare e dare un cambio ai volontari sul campo, stremati e bisognosi di un cambio e di rinforzo, che si coordinano e autogestiscono in autonomia nonostante l'ostracismo del governo turco. C'è un centro culturale a Soruc che funge da sede per i volontari - e dove tra l'altro alloggiano. Stabiliscono un 'task' la mattina, e alla sera, i volontari e attivisti sul campo devono riportare info alla sede.

Tantissima e straordinaria solidarietà da parte dei villaggi locali, e dei curdi provenienti da tutte le aree della Turchia che raggiungono Soruc e Kobané per dare una mano. I rifugiati e gli abitanti di Kobané possono contare solo sull'aiuto di questi abitanti dei villaggi vicini, vista l'assenza totale di NGOs o aiuti governo turco, che donano tutto quel poco che hanno, dal cibo a vestiti, ecc.

Straordinario il ruolo delle donne in tutto questo. Sono molto attive, spesso sono loro a coordinare gli aiuti e attività, e di notte forniscono aiuti a Kobané lungo il confine che è controllato dall' esercito turco, riuscendo a far passare beni al di là del confine; di notte infatti i militari turchi stanno rinchiusi nei loro gabbiotti, per paura di uscire, quindi è l'unico momento per poter passare aiuti per gli abitanti di Kobané.

Si è parlato di una vera e propria 'Women Revolution', in cui le donne hanno raggiunto dei ruoli chiave, al pari degli uomini.

Tra i rifugiati di Soruc ci sono i parenti, genitori, fratelli ecc di quelli/e rimasti/e a combattere a Kobané… quindi sui tetti delle case, seguono l'evolversi della situazione e dei combattimenti a Kobane... a poca distanza.

Vi inviamo anche l’appello del governo cantonale del Rojava, che indica con chiarezza quali sono le necessità umanitarie dell’area:

Il problema più grande è la mancanza di acqua potabile. Dall’inizio della rivolta popolare in Siria, l’erogazione dell'acqua di Kobanê, che viene controllata centralmente dallo Stato, è stata interrotta. La popolazione di Kobanê ha costruito una rete idrica alternativa per rifornite la cittadinanza. Come risultato degli attacchi delle milizie terroristiche dell’ISIS, anche questa fonte d’acqua è stata distrutta. Attualmente, chi resiste a Kobanê riesce ad avere acqua solo dai pochi pozzi, purtroppo non potabile. Viene quindi utilizzata solo per la pulizia e l’igiene personale. L'acqua potabile è attualmente disponibile solo in bottiglie PET chiuse. Tuttavia le riserve si stanno esaurendo.

Ugualmente abbiamo bisogno di cibo, in particolare di grano e farina con cui almeno possano essere soddisfatte le esigenze di base. La preparazione del pane, finora gestita dalla amministrazione comunale, è caduta sotto il controllo dell’IS, con tutte le scorte di farina.
Un altro problema è l'elettricità. Fino agli attacchi dello Stato islamico, la popolazione ha ottenuto energia elettrica tramite generatori. Tuttavia, IS ha attaccato e distrutto il deposito di carburante per i generatori. La mancanza di carburante non solo causa un problema per gli alimentatori, ma costituisce un serio problema durante la stagione invernale. Inoltre, vi è una mancanza di abbigliamento invernale, soprattutto giacche e scarpe. Quando le persone sono fuggite dai  loro villaggi, hanno dovuto lasciare tutti i loro vestiti e i loro averi.
L’assistenza medica sta diventando un problema serio. I tre ospedali esistenti sono stati tutti distrutti. Attualmente solo una casa abbandonata funziona come un rifugio temporaneo per la cura dei pazienti che sono curati solo da un medico volontario. A causa della mancanza di medicine non è possibile trattare molte malattie. Sebbene alcune attrezzature mediche sono disponibili, non possono essere utilizzati in interventi chirurgici importanti in quanto manca l’elettricità.

Stimiamo che la popolazione di Kobanê possa resistere solo un altro mese con le attuali scorte di cibo, acqua e combustibile. Tuttavia, l'afflusso di persone provenienti dalla Turchia che ritornano a Kobanê per sostenere la resistenza rende difficile fare una previsione precisa.
Il nostro obiettivo è di fare appello al pubblico internazionale con questa lettera.
Chiediamo:
La creazione di un corridoio per gli aiuti umanitari sotto il controllo delle Nazioni Unite
Delegazione internazionale di esperti per esaminare la situazione in Kobanê
Garantire acqua potabile e cibo.
L'invio di squadre internazionali di medici per le cure mediche
Attrezzatura tecnica per la ricostruzione della città

 

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Inviato da: Cisda Onlus <cisdaonlus@???>
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