Comunicato di Lavoro Insubordinato verso il presidio di Sabato 13
dicembre di fronte alla Questura di Modena lanciato dal Coordinamento
Migranti e dalle/dai migranti di Modena.
http://www.connessioniprecarie.org/2014/12/12/strikers-migranti-bastabossifini-bastasfruttamento/
Strikers migranti: #bastabossifini, #bastasfruttamento!
Lavoro Insubordinato sarà di fronte alla questura di Modena sabato 13
dicembre (
http://coordinamentomigranti.org/2014/11/27/1868/) al fianco
del Coordinamento Migranti e ai migranti di Modena per portare la parola
d’ordine dello sciopero sociale in uno dei luoghi in cui, a causa della
discrezionalità amministrativa e delle male pratiche, le istituzioni
contribuiscono allo sfruttamento del lavoro migrante. Il 14 novembre in
moltissime città lo sciopero sociale ha riportato all’ordine del giorno
lo strumento dello sciopero per migliaia di precarie e precari. Lo
sciopero sociale è stato per noi un primo importante passo per dare voce
a coloro che subiscono quotidianamente il ricatto della precarietà. La
sfida ora è quella di continuare a estendere questa voce per rendere
possibile l’allargamento dello sciopero
(
http://www.connessioniprecarie.org/2014/11/28/lo-sciopero-che-ancora-non-ce-stato/),
cioè le possibilità di dire no al ricatto delle politiche che attraverso
il lavoro stabiliscono la subordinazione di milioni di lavoratori e
lavoratrici, dentro e fuori i luoghi di lavoro.
I migranti sono stati in questi anni i primi a subire in modo più
violento il ricatto della precarietà, attraverso leggi come la
Bossi-Fini che lega il permesso di soggiorno al contratto di lavoro. I
migranti sono stati anche protagonisti di forti lotte contro il razzismo
istituzionale e lo sfruttamento, che hanno saputo usare lo sciopero in
un modo nuovo, creativo e potente. Con lo sciopero del lavoro migrante
del 1 marzo e le lotte nella logistica ma non solo, i migranti hanno
dimostrato che scioperare è possibile anche quando dall’arbitrio del
datore di lavoro dipende oltre al salario pure il permesso di soggiorno.
Per questo oggi stare dalla parte dei migranti vuol dire respingere il
razzismo istituzionale e costruire insieme una forza per battere il
ricatto della precarietà.
Le pratiche denunciate dai migranti (ritardi nella consegna del permesso
di soggiorno o la consegna di permessi praticamente già scaduti,
controllo arbitrario sui contributi versati, ostacoli per ottenere i
ricongiungimenti familiari e la carta di soggiorno) fanno parte di un
regime del salario, italiano ed europeo, che attraverso vincoli
burocratici e il ricatto della precarietà crea ostacoli alla libertà di
movimento ed estorce porzioni di salario per risanare le casse dello
Stato.
In altro modo, anche i precari e le precarie sono costretti a versare
migliaia di euro in contributi che non vedranno mai indietro, se non
come promesse a cui abbiamo smesso di credere. Anche quelli che
formalmente sono cittadini comunitari sempre più sono oggetti di un
governo della mobilità
(
http://www.connessioniprecarie.org/2014/12/01/il-governo-della-mobilita-1-liberta-condizionata-e-mobilita-vigilata-2/)
che li considera prima lavoratori da sfruttare a basso costo e poi un
peso da allontanare.
Il 13 dicembre porteremo al presidio del Coordinamento migranti a Modena
gli strikers migranti che incrociano le braccia al grido di
#bastasfruttamento, #bastabossifini perché lo sciopero sociale deve
investire una delle principali fabbriche della precarietà.
Lavoro Insubordinato