[nuovopci] Una svolta nella battaglia degli operai dell’IRIS…

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Author: \(nuovo\) Partito comunista italiano
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To: npci.inter
Subject: [nuovopci] Una svolta nella battaglia degli operai dell’IRISBUS


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Comunicato CC 35/2014 - 2 dicembre 2014

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_Una lezione di lotta di classe_

UNA SVOLTA NELLA BATTAGLIA DEGLI OPERAI DELL’IRISBUS E DEI LORO ALLEATI
PER LA RIAPERTURA DELLA FABBRICA

Far leva sui risultati e sugli insegnamenti della lotta finora condotta
per avanzare: cogliere i frutti della vittoria, consolidarli e fare
della riapertura dell'Irisbus una vittoria del movimento per costituire
il Governo di Blocco Popolare

Una serie di notizie convergenti fa ritenere che nel prossimo futuro lo
stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino) riaprirà come parte
dell'Industria Italia Autobus (80% King Long, 20% Finmeccanica) che
accorpa l'Irisbus e la Bredamenarini di Bologna e sancisce la nascita
del polo unico autobus. Sarà una svolta nella battaglia per la
riapertura dell'Irisbus iniziata nel luglio 2011 quando Marchionne
(FIAT) chiuse lo stabilimento dove allora lavoravano quasi 700 operai. A
questi andavano allora aggiunti circa 1000 lavoratori attivi
nell'indotto locale. Inoltre, stante le caratteristiche del territorio,
la fabbrica costituiva uno dei principali poli dell'attività economica
dell'Irpinia. Per maggiori dettagli rinviamo comunque all'_Avviso ai
naviganti 24 [7]_ del 20.08.2013 "Vincere la battaglia per la riapertura
dell'Irisbus! Noi siamo interessati a vincere le battaglie, non ci basta
dare battaglia!".

La svolta annunciata è un risultato positivo, che tutti gli operai,
lavoratori, studenti, pensionati del nostro paese che lottano contro la
crisi e per la costruzione di un'alternativa politica ai governi
emanazione della borghesia imperialista e del Vaticano, devono salutare
con gioia. È un esempio in controtendenza rispetto alla FIAT di Termini
Imerese e alle migliaia di altre aziende capitaliste che i padroni, il
loro governo e i sindacati di regime hanno condannato alla "morte lenta"
e che gli operai e il loro alleati non sono ancora riusciti a riaprire.
Infonde fiducia e slancio, contrastando la rassegnazione. Bisogna far
conoscere ampiamente questa esperienza e solidarizzare con gli operai
dell'ex Irisbus nella nuova fase della lotta che ora si apre.

La lotta che si apre ora all'Irisbus è sull'assunzione di almeno tutti i
300 operai ancora in CIG con la conservazione dei diritti e
dell'anzianità acquisiti, sulla parità di salario tra gli operai
dell'Irisbus e quelli di Bredamenarini e sull'avvio effettivo della
produzione dello stabilimento di Flumeri. Per raggiungere questi
obiettivi è importante fissare gli insegnamenti principali che
provengono da questa esperienza, per renderli coscienza e guida per
l'azione degli operai che svolgono un ruolo di direzione, orientamento e
mobilitazione in questa battaglia e porre così anche le basi solide per
far fronte con efficacia ai tentativi di smantellare il sito industriale
e di delocalizzare la produzione che inevitabilmente ci saranno nei
prossimi anni: infatti i padroni per far valere i loro interessi non
esitano a ricorrere a questa via dopo aver incassato contributi e
finanziamenti pubblici, come non esitano a ricorrere alla guerra
inter-imperialista, all'aumento della repressione e del controllo e
all'intensificazione dello sfruttamento degli operai che restano in
produzione. Sono dei predoni, dei rapinatori, dei criminali che devono a
ogni costo valorizzare il capitale. Non bisogna riporre alcuna speranza
e aspettativa nei confronti loro e nei loro governi. La vittoria di oggi
deve servire a condurre con maggiore efficacia la nuova battaglia,
innanzitutto a consolidare il nucleo degli operai decisi a tener aperta
la fabbrica e a consolidare le alleanze costruite a livello locale e
nazionale nell'ambito del movimento di lotta contro gli effetti della
crisi generale del capitalismo e in particolare del movimento per la
costituzione del Governo di Blocco Popolare [8]: infatti nessuna azienda
è sicura di salvarsi da sola, finché il paese continua a andare in
rovina. Non bisogna abbassare la guardia, illudersi e pensare che "la
nottata è passata". Sarebbe la strada per una futura sconfitta. È stata
conquistata un'importante posizione, ma la lotta continua forte del
risultato raggiunto. Bisogna mettersi in un'ottica di guerra.

La battaglia per la riapertura dell'Irisbus è ricca di insegnamenti per
quanti lottano per la difesa delle aziende, la loro riapertura e la
creazione di nuovi posti di lavoro.

È una battaglia a cui la Carovana del (n)PCI e il Partito dei CARC hanno
contribuito nel corso del 2013, nel quadro dell'azione per la creazione
del Governo di Blocco Popolare. Per problemi inerenti la
riorganizzazione delle nostre forze, per nostri limiti ed errori che
sono oggetto della lotta tra le due linee che si sta conducendo da un
anno la Carovana del (n)PCI (per approfondire l'argomento rimandiamo
all'intervista del segretario generale del nuovo PCI _Perché avanziamo
lentamente? [9] _pubblicata sul n. 7/8 luglio-agosto 2014 del mensile
del P.CARC,_ Resistenza _)_, _dall'ottobre-novembre 2013 non siamo più
in stati grado di continuare la battaglia assieme agli operai
dell'Irisbus.

Ci siamo ritirati, in malo modo, dalla battaglia. Ma gli effetti del
lavoro svolto dalla Carovana del (n)PCI nel corso del 2013 si sono
protratti nel corso del 2014, nonostante il nostro ritiro e hanno
contribuito positivamente sugli sviluppi della battaglia. Quello che ha
infatti fatto uscire la vertenza dalle secche della "morte lenta" e dal
seguire il destino della FIAT di Termini Imerese, quello che ha fatto
"tornare alla ribalta" la battaglia per la riapertura Irisbus dopo due
anni di dimenticatoio, quello che ha costretto sindacalisti, politici e
autorità a riattivarsi, è stata l'organizzazione dell'assemblea
nazionale "Riapriamo le fabbriche, creiamo posti di lavoro! Estendiamo
il conflitto, costruiamo l'alternativa!" che si è tenuta il 6 aprile
2013 a Grottaminarda (Avellino) convocata dal Comitato di Resistenza
Operaia e dal Comitato No Debito nazionale (Giorgio Cremaschi, USB,
Cobas, ecc.) con l'intervento anche di RSU della FIAT di Melfi e della
Val di Sangro: assemblea promossa grazie alla spinta e all'orientamento
dati dal Partito dei CARC.

Nell'_Avviso ai naviganti 24 [7]_ del 20.08.2013 "Vincere la battaglia
per la riapertura dell'Irisbus! Noi siamo interessati a vincere le
battaglie, non ci basta dare battaglia!" abbiamo fissato lo stato della
vertenza prima dell'assemblea e i sommovimenti da essa generati a
livello nazionale e locale e ad esso rimandiamo.

Questa esperienza dimostra, conferma la debolezza del nemico, la sua
paura del legame tra comunisti e operai e quanto è giusto per gli operai
non limitarsi alla lotta rivendicativa e sindacale, non trascinarsi di
tavolo di trattativa in tavolo di trattativa subendo il processo di
"morte lenta".

Le lotte rivendicative vanno portate e combattute sul terreno politico,
tenendo ben presente che "i padroni e il clero hanno paura che i
comunisti ritornino nella testa delle masse popolari, che il movimento
comunista ritorni forte come lo era diventato alla metà del secolo
scorso. È quello che si è visto anche all'Irisbus: dopo il successo
dell'assemblea del 6 aprile a Grottaminarda (Avellino), le autorità
hanno scosso i sindacati di regime che si sono rimessi in pista con i
parlamentari della zona e i ministeri" (dal Comunicato CC 21/2013 [10]).


L'azione svolta nel corso del 2013 dalla Carovana del (n)PCI è stata
un'azione principalmente positiva, quindi, che ha rotto il silenzio
intorno alla vertenza, anche se perseguivamo una strada sbagliata per
giungere alla riapertura della fabbrica: ossia ci siamo concentrati in
modo unilaterale sull'autogestione, quando non esisteva tra gli operai
la volontà di perseguire questa strada (che era percorribile, anche se
certo non facile)

I fatti hanno dimostrato che perseguire l'obiettivo della riapertura
della fabbrica era giusto e possibile. I fatti hanno soprattutto
dimostrato che rivendicare non basta e che la battaglia per la
riapertura della fabbrica era una battaglia da combattere sul terreno
politico (e non meramente sindacale: di tavolo di trattativa in tavolo
di trattativa):

- uscire dall'isolamento e legarsi alle forze sane del nostro paese:
collegare la lotta per la riapertura della fabbrica con la lotta
condotta dagli operai delle altre fabbriche minacciate di chiusura, con
i cassaintegrati in lotta per riaprire le fabbriche, con i lavoratori
delle aziende pubbliche colpiti dalla spending review, con i disoccupati
in lotta per un lavoro utile e dignitoso, con gli studenti, con le
migliaia di organismi e comitati tematici (ambientali, culturali, ecc.)
che si battono nel nostro paese per far fronte alla crisi, con gli
intellettuali, esponenti progressisti della società civile e
amministratori locali attivi per l'applicazione della Costituzione e la
difesa dei beni comuni;

- non limitarsi alla protesta e alla rivendicazione ma passare dalla
difesa all'attacco: fare della lotta per la riapertura della fabbrica un
problema politico, un volano per alimentare il coordinamento delle
Organizzazioni Operaie e Popolari di tutto il paese e la nascita di
nuove OO e OP, creare ampie alleanze, contribuire a costruire
l'alternativa politica ai vertici della RP e ai suoi governi e
concorrere alla costruzione di un governo alternativo a quelli dei
vertici della RP, anziché limitarsi a rivendicare: un Governo di Blocco
Popolare.

Questi sono insegnamenti preziosi per tutte le OO e OP del nostro paese.
Sono insegnamenti preziosi per gli operai dell'ex Irisbus per proseguire
con efficacia la loro lotta per l'assunzione di almeno tutti i 300
operai Irisbus, la difesa dei diritti acquisiti e dell'anzianità, la
parità di salario tra gli operai dell'Irisbus e quelli di Bredamenarini
e l'avvio effettivo della produzione dello stabilimento di Flumeri. Non
è mantenendo un "profilo basso" che si otterranno questi risultati, ma
rafforzando il legame tra la fabbrica e il territorio, tra la fabbrica e
le OO-OP in lotta nel nostro paese e tra la fabbrica e la lotta per
costruire il GBP.

Bisogna consolidare la svolta. Niente è acquisito definitivamente. Nello
stabilimento venivano costruiti autobus, quindi una produzione la cui
utilità nessuno può contestare, che avrebbe, per usare il linguaggio dei
capitalisti e dei loro portavoce e allievi, un mercato sicuro tenendo
conto dello stato disastroso in cui versa il parco nazionale autobus:
usurato, altamente inquinante, a rischio per passeggeri, lavoratori e
pubblico. Per far valere questo bisogna però che le Amministrazioni
Locali non si lascino strozzare dai Patti di Stabilità (blocco della
spesa, liquidazione dei servizi) imposti dal governo della Repubblica
Pontificia (RP) e dalla UE, si ribellino sfidando il commissariamento e
lo scioglimento (le vicende di Napoli e di Luigi De Magistris
insegnano!) e diventino Amministrazioni Locali d'Emergenza (ALE). Una
produzione, quindi, quella dell'ex Irisbus e ora dell'IIA che permette
di costruire un fronte comune su scala nazionale tra operai, lavoratori
dei trasporti, utenti del servizio, comitati ambientalisti e
amministratori locali progressisti. Quindi la svolta si consoliderà se
gli operai dell'ex Irisbus ora dell'IIA confluiranno nel movimento per
costituire ACE e ALE e il Governo di Blocco Popolare.

In sintesi, si tratta di applicare nel concreto di questa situazione la
linea "occupare e uscire dalle fabbriche!" (Comunicato CC 3/2014 [11] -
21 gennaio 2014). Le conquiste sono transitorie. I padroni quello che
oggi concedono su spinta dell'azione delle masse popolari, domani lo
eliminano. La crisi morde e si aggrava: costringe i padroni a compiere
misfatti e crimini di ogni genere. La creazione nello stabilimento ex
Irisbus di una OO coesa, disposta a tutto e decisa a perseguire questa
strada, è il punto centrale per consolidare la vittoria e ricavarne
tutti i frutti.

La Carovana del (n)PCI si impegna a sostenere i lavoratori dell'ex
Irisbus in questo percorso, forte dell'esperienza e del suo bilancio!

CHE GLI OPERAI EX IRISBUS ORA IIA CONTRIBUISCANO AL MOVIMENTO PER
COSTITUIRE IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE E FARLO INGOIARE AI VERTICI
DELLA REPUBBLICA PONTIFICIA!

CHE GLI OPERAI AVANZATI COSTITUISCANO UNA FORTE E COESA OO CHE RIVERSI
LA SUA INFLUENZA SUL TERRITORIO E SI COORDINI CON OO E OP DELL’INTERO
PAESE.

COSTITUIRE OVUNQUE NELLA CLANDESTINITÀ COMITATI DI PARTITO!

FARE CONFLUIRE OGNI LOTTA IN UNA RETE CHE COSTITUISCE IL GOVERNO DI
BLOCCO POPOLARE E MARCIA VERSO L’INSTAURAZIONE DEL SOCIALISMO: QUESTA È
LA GUERRA POPOLARE RIVOLUZIONARIA CHE IL NUOVO PARTITO COMUNISTA
PROMUOVE, QUESTA È L’IMPRESA A CUI DEVONO CONCORRERE TUTTI GLI ELEMENTI
AVANZATI E COSCIENTI DELLE MASSE POPOLARI!

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_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[12]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [12]_].
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