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Subject: [nowaroma] Fw: Comunicato Rete ECO: La mostra “Il lungo viaggio della popolazione palestinese rifugiata” non può che contribuire alla pace
Date: Fri, 28 Nov 2014 13:14:42 +0100
From: Rete ECO - Ebrei Contro l'Occupazione
Sent: Friday, November 28, 2014 8:49 AM
To: Rete ECO
Subject: Comunicato Rete ECO: La mostra “Il lungo viaggio della
popolazione palestinese rifugiata” non può che contribuire alla
pace
Cari amici,
segue il nostro
comunicato relativo alla mostra di Torino.
Con preghiera di pubblicazione e diffusione,
Rete ECO
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LA MOSTRA “IL LUNGO VIAGGIO DELLA POPOLAZIONE PALESTINESE
RIFUGIATA” NON PUÒ CHE CONTRIBUIRE ALLA PACE
Rete ECO –
Ebrei Contro l'Occupazione si congratula con gli organizzatori della mostra
itinerante “Il Lungo Viaggio della
popolazione palestinese rifugiata”, curata dall'UNRWA – agenzia ONU per i
rifugiati palestinesi – e attualmente esposta presso il Museo Diffuso della
Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
di Torino.
La mostra
documenta la vita e la sofferenza dei rifugiati palestinesi, una popolazione che
oggi – a 66 anni dalla prima guerra arabo-israeliana - conta oltre 5 milioni di
persone. Guardarli negli occhi è il primo imprescindibile passo verso la
pace.
Si tratta di
persone che, nel 1948, hanno visto collassare la propria società. È la
storia di un Paese che improvvisamente si svuota perdendo nel giro di pochi mesi circa due terzi
dei suoi abitanti, è la storia di famiglie sparse ai quattro venti. È la Nakba.
E poi i 66 anni di esilio, insicurezza e povertà: anni in cui Israele, che ha
reso queste persone profughe, nega loro il diritto al ritorno a casa, anni in cui il conflitto si acuisce
e la conta dei morti continua a salire, anni in cui a volte si è costretti alla
fuga più volte – come accadde questa estate a molti profughi nella Striscia di
Gaza sotto i bombardamenti israeliani di “Margine Protettivo”, o ai rifugiati
nel campo profughi di Yarmouk, in Siria, sotto i bombardamenti delle forze
governative siriane durante i combattimenti tra le forze di Assad e le fazioni
dissidenti. E mentre nei campi profughi le tende vengono sostituite da baracche,
il Paese viene trasformato e colonizzato da altri. I negoziati infiniti sembrano
dimenticare i profughi. La speranza viene meno. Aumenta invece la disperazione.
Spiegare e ricordare tutto ciò è doppiamente
importante perché in questo caso non si tratta solo di commemorare una
catastrofe passata per trarne insegnamenti e far sì che non si ripeta, ma anche di riconoscere e fermarne una in
corso, una Nakba continua.
Tener viva la
memoria, contrastare la disumanizzazione dei profughi e riportare i loro diritti
dimenticati al centro dell'attenzione è un
dovere etico per chiunque, e non può che contribuire alla pace, far bene
all'umanità tutta.
L'archivio
dell'UNRWA è un patrimonio inestimabile: in
tutti questi anni l'agenzia ONU è stata un'ancora di salvezza per i profughi
palestinesi, fornendo loro aiuti umanitari, assistenza sanitaria,
educazione ed altro ancora in 59 campi profughi nella Striscia di Gaza,
in Cisgiordania, Giordania, Libano e Siria. Se c'è un'organizzazione al mondo
capace di testimoniare la storia e la situazione attuale di queste
persone, che le ha accompagnate ovunque
lungo l'intero periodo, questa organizzazione è proprio l'UNRWA.
E se c'è un
museo adatto a ospitare una mostra del genere, questo è proprio il Museo della
Resistenza, della Deportazione, della
Guerra, dei Diritti e della Libertà; museo dedicato alla Seconda
Guerra Mondiale e alle sue conseguenze. Perché è a seguito degli orrori di
questa guerra che è nato il diritto internazionale umanitario, quello che riguarda la protezione delle vittime dei
conflitti armati, fondamento del lavoro dell'UNRWA.
26 nov 2014
Rete ECO – Ebrei
Contro l'Occupazione
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