[RSF] Clamori dalla Colombia

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Autore: Associazione nazionale Nuova Colombia
Data:  
To: forumroma
Oggetto: [RSF] Clamori dalla Colombia


13/11 - MARCHA PATRIOTICA PARTECIPERA' ALLE ELEZIONE AMMINISTRATIVE
DEL PROSSIMO ANNO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/5779-1311-marcia-patriottica-partecipera-alle-elezione-amministrative-del-prossimo-anno.html>

Attraverso una conferenza stampa, i portavoce del movimento politico
e sociale Marcha Patriótica, Piedad Córdoba e David Flórez, hanno
reso pubbliche alcune importanti decisioni del Comitato Patriottico
Nazionale (COPAN), la direzione nazionale di questa organizzazione,
fra cui quella di partecipare alle elezioni amministrative del
prossimo anno.

“Marcha parteciperà al dibattito elettorale, pur essendo
pienamente consapevole dell'assenza

di garanzie per fare politica, riconoscendo tuttavia che è il
momento di sostenere i dialoghi dell'Avana, e di conquistare il
potere locale per metterlo al servizio delle lotte sociali che
abbiamo condotto insieme ad altri settori della società”.

A tal fine Marcha ha creato una commissione incaricata
dell'organizzazione elettorale, e una commissione etica, che dovrà
valutare candidati e programmi. Come ha spiegato David Flórez,
“programmi di governo, scelta dei candidati e meccanismi di
valutazione saranno costruiti dalle comunità”.

Per quanto concerne eventuali alleanze con altre forze politiche,
esse saranno possibili sulla base di una piattaforma precisa: la pace
con democrazia e giustizia sociale, l'Assemblea Nazionale Costituente,
il cessate il fuoco bilaterale, l'implementazione di accordi parziali
dell'Avana.

Coraggiosamente, nonostante i gravi rischi per la propria stessa
sicurezza, il movimento Marcha Patriótica, che ha subito una
settantina di omicidi nelle proprie file, entra nell'agone politico;
ed erano decenni, dai tempi della UP, che in Colombia non esistevano
partiti politici legali realmente legati agli interessi delle classi
subalterne, con concrete chance di vittoria. Ora è responsabilità
del governo cambiare la propria tradizionale politica di uso
sistematico della violenza e della persecuzione delle opposizioni, in
modo che in Colombia vi sia la possibilità di agire da posizioni
realmente progressiste, senza che ciò implichi la propria morte o
incarcerazione. Una responsabilità che il governo continua a non
dare segnali di volersi assumere, come dimostra la presenza degli
ormai quasi 10.000 prigionieri politici.

08/11 - GENERALE COLOMBIANO SOTTO INCHIESTA PER L'OMICIDIO DEL LEADER
LIBERALE GALÁN
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/5759-0811-generale-colombiano-sotto-inchiesta-per-lomicidio-del-leader-liberale-galan.html>

La magistratura colombiana ha citato in giudizio il generale in
congedo ed ex direttore della Polizia Octavio Vargas Silva, nonché
il suo pari grado Miguel Antonio Gómez Padilla, ex direttore
generale della Polizia, nel processo per l'assassinio del politico
liberale Luis Carlos Galán, perpetrato a Soacha nell'agosto del
1989.

Le accuse mosse a Vargas Silva riguardano la curiosa circostanza per
la quale l'ex capo della

Polizia ha fatto rimuovere e dislocare altrove l'unità di polizia
abitualmente preposta alla vigilanza degli eventi pubblici, come il
meeting elettorale cui partecipava Galán, peraltro uscito illeso da
un attentato nei suoi confronti tentato addirittura con un
lanciamissili presso l'Università di Medellín appena un mese prima.

Candidato alle primarie liberali per le presidenziali del 1990,
Galán venne eliminato dal terrorismo di Stato; chiunque si
avvicinasse troppo a scoperchiare i vasi di Pandora degli intrecci
fra il narcotraffico, le bande paramilitari e la politica veniva
soppresso, anche se facente parte della stessa coalizione politica
oligarchica.

Oltre a Galán, tutt'altro che vicino alle posizioni rivoluzionarie
dell'insorgenza, in quegli stessi anni furono assassinati dal piombo
di regime altri due candidati alla presidenza per la Unión
Patriótica: Jaime Pardo Leal nel 1987, e Bernardo Jaramillo nel
1990.

Mai, nella storia colombiana, da quando esiste il conflitto sociale
ed armato che insanguina questo paese, è stato possibile aspirare
concretamente al potere politico per via democratica, per coloro i
quali sono invisi all'oligarchia dominante; la risposta popolare in
armi alle violenza del terrorismo di Stato è stata una inevitabile
conseguenza dell'impossibilità di agibilità politica, determinata
dal concreto e fattivo rischio per la incolumità e la sopravvivenza
dei militanti e dirigenti politici avversi al regime.

05/11 – MOVIMENTO AGRARIO DENUNCIA L’ENNESIMA VIOLAZIONE DEGLI
IMPEGNI PRESI DA PARTE DEL GOVERNO SANTOS
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/5756-0511-movimento-agrario-denuncia-lennesima-violazione-degli-impegni-presi-da-parte-del-governo-santos-.html>

Le organizzazioni di contadini, indigeni e afrodiscendenti che
compongono il movimento “Vertice Agrario” hanno denunciato che il
governo colombiano ha disatteso l'accordo di riunirsi periodicamente
con le sue delegazioni regionali. Come si può leggere nel
comunicato, il governo, anziché accettare le date proposte, ha
suggerito di attuare una sola riunione fino alla fine dell' anno,
dando prova di una scarsa volontà di stabilire un dialogo reale e

permanente con le masse popolari.

Il Vertice Agrario, Etnico e Popolare è sorto in Colombia lo scorso
3 ottobre con l'obiettivo di costruire una piattaforma comune in
grado di accogliere tutte le istanze delle comunità contadine, dei
popoli originari e degli afrocolombiani.

Santos era stato costretto a promettere questi incontri dallo
straordinario sciopero nazionale agrario e popolare dell’anno
scorso, che aveva paralizzato il paese rivendicando una riforma
agraria integrale e la pace con giustizia sociale.

Le regole basilari concordate dalle due parti prevedevano degli
incontri tra i rappresentanti dello Stato e i tavoli regionali, al
fine di trovare soluzioni concrete ai drammatici problemi patiti da
milioni di colombiani. Come sempre, il governo sottoscrive accordi
con i movimenti sociali per disinnescarne mobilitazioni e proteste,
salvo poi disattendere regolarmente gli impegni assuntisi. In questo
caso concreto, le spiegazioni fornite dall'Esecutivo sono a dir poco
grottesche: mancanza di personale e di tempo.

Se il Governo si ostina a non onorare gli accordi presi, le
organizzazioni contadine daranno inizio ad azioni di mobilitazione.

Non dissimile è la situazione dei dialoghi dell’Avana fra
l'insorgenza e il governo, in cui sono stati raggiunti accordi
parziali in materia agraria, di partecipazione politica e sulle
droghe: solo la volontà ferrea di lotta del popolo colombiano potrà
obbligare il governo Santos a non alzarsi dal Tavolo dei Dialoghi fino
al raggiungimento di un accordo che getti le basi per costruire la
pace con giustizia sociale.



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