[Precari_roma] I: TESTO DEFINITIVO RESOCONTO E DOCUMENTO APP…

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Autor: usiait1@virgilio.it
Data:  
Para: precari_roma
CC: pop, redditoxtutti
Assunto: [Precari_roma] I: TESTO DEFINITIVO RESOCONTO E DOCUMENTO APPROVATO ASSEMBLEA NAZIONALE FIRENZE 8 NOVEMBRE CONTRO ACCORDO 10 GENNAIO SU RAPPRESENTANZA, VERSO LO SCIOPERO GENERALE E SOCIALE DEL 14 NOV





per diffusione, informaizone, divulgazione e pubblicazione, grazie

RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA DELL'8 NOVEMBRE A FIRENZE

CONTRO IL JOBS ACT E CONTRO L'ACCORDO

VERGOGNA SULLA
RAPPRESENTANZA



Sabato 8 novembre a Firenze circa
120 attivisti sindacali provenienti da tante situazioni di lotta di tutto il
Paese, oltre a studenti, disoccupati, compagne e compagni di tante realtà
politiche e sociali di tutta Italia, si sono riuniti per dire no a Jobs Act, Legge
di Stabilità, accordo della vergogna e leggi razziste.

Erano presenti in sala ed hanno
partecipato al dibattito delegati di realtà sindacali territoriali diverse -
Cub, Usi, Si.Cobas, Fiom, sinistra Cgil - uniti nella volontà di costruire un
percorso comune di lotta e resistenza agli attacchi del governo e dei padroni. Un
risultato straordinario e unico nel panorama sindacale italiano, usualmente
caratterizzato da una forte frammentazione.



Un dibattito partecipato e internazionale

Erano seduti al tavolo della
presidenza Sandro Bruzzese dell'Usi (unica confederazione sindacale nazionale
che ha aderito, per ora, alla campagna promossa da No Austerity), Ivan
Maddaluni (ferroviere della Cub Trasporti Toscana), Patrizia Cammarata (rsu del
Comune di Vicenza) e Fabiana Stefanoni (del coordinamento nazionale di No
Austerity).

Il dibattito - introdotto da una
relazione di Ivan Maddaluni e concluso da Fabiana Stefanoni - è stato molto
partecipato, con interventi di delegati delle seguenti realtà: coordinamento No
Austerity, Confederazione sindacale Usi, Flmuniti Cub Parma, rsu Cub Cobas
Telecom Puglia, Allca Cub Bolzano, Si.Cobas Bergamo, Associazione Lavoratori
Pinerolesi, Fisac Cgil Cremona, Cub Toscana, Rsu Bordo 47 Trenitalia,
Licenziati politici Esselunga di Pioltello, Il sindacato è un'altra
cosa-opposizione Cgil Cremona, rsa Fiom Ferrari, Cub Sur nazionale, attivisti
Cub Vicenza, Cub Sanità di Salerno e Firenze, Cub Telecom Toscana, operai del
presidio Dielle di Cassina de' Pecchi, studenti dei collettivi, coordinamento
disoccupati milanesi, Associazione donne immigrate, Donne in lotta di No
Austerity, ecc.

Pur non avendo aderito
all'assemblea, anche il Si.Cobas nazionale ha portato un contributo al
dibattito con un intervento di Fabio Zerbini.

Molto applaudito l'intervento di
Cacau Pereira, responsabile esteri della Csp Conlutas del Brasile, che ha
portato i saluti del suo sindacato e della Rete Sindacale Internazionale di
Solidarietà e di Lotta (a cui aderisce anche il coordinamento No Austerity,
insieme con centinaia di sindacati conflittuali e comitati di lotta di tutto il
mondo). Sono stati letti anche i saluti del sindacato di base francese
Solidaires e dei Co.Bas di Spagna, che ci hanno incoraggiati a proseguire sulla
strada dell'unità delle lotte, sia in Italia che su scala internazionale,
ribadendo il loro sostegno alla campagna contro l'accordo della vergogna e
contro il Jobs Act.



Le decisioni dell'assemblea

L'assemblea ha ribadito con
fermezza la contrarietà all'accordo vergogna sulla rappresentanza siglato il 10
gennaio 2014, che intende smantellare qualsiasi libertà sindacale e agibilità
per tutti i sindacati che non accettano di diventare complici dei padroni. E'
stata discussa e approvata all'unanimità una risoluzione per proseguire
unitariamente la lotta contro Jobs Act, Legge di Stabilità, razzismo e accordo
della vergogna, con l'impegno di tutte le realtà presenti a portarsi
solidarietà reciproca: una dimostrazione della
volontà di proseguire con determinazione la battaglia contro queste misure che
attaccano frontalmente il sindacalismo conflittuale e il diritto di sciopero,
misure attraverso cui padroni e governo cercano di indebolire le lotte dei
lavoratori.

L'assemblea
ha anche fatto appello - sia nella risoluzione votata sia negli interventi
dalla presidenza e della platea - a promuovere e rafforzare lo sciopero
generale e sociale del 14 novembre, proclamato dal sindacalismo di base (e dalla
Fiom nel Nord Italia), dagli studenti, dai comitati dei precari e dei
disoccupati, dai movimenti di lotta ("strike meeting"): una giornata
fondamentale per rafforzare l'opposizione di classe al governo Renzi.

Sono
infine stati votati due ordini del giorno, uno in solidarietà agli operai
metalmeccanici della Embraer di Sao José dos Campos del Brasile, che sono in
sciopero a oltranza a difesa del salario, e uno contro la repressione delle
lotte, in solidarietà ai tanti lavoratori che subiscono la repressione
poliziesca, tra cui gli operai dell'Ast e i lavoratori della logistica.

La
giornata si è conclusa nell'entusiasmo di tutti i compagni presenti per aver
rafforzato un percorso di unificazione delle lotte, difficile ma imprescindibile
per creare i rapporti di forza necessari per respingere gli attacchi del
governo e rafforzare un'alternativa di lotta alla violenza del sistema
capitalistico.



No Austerity
- Coordinamento delle Lotte





La risoluzione votata all'unanimità dall'assemblea



Il
governo Renzi sta attaccando violentemente il tessuto sociale di questo Paese e
tutti i diritti fondamentali ed universali. Il Jobs Act ridimensionerà
ulteriormente l'articolo 18, già fortemente messo in discussione dalla
"riforma Fornero" del governo Monti, con l’appoggio del Pd e l'avallo
delle direzioni dei sindacati collaborativi.

Se il Jobs Act diventa legge, eventuali assunzioni a
tempo indeterminato saranno prive di tutela di legge perché alle aziende sarà
concessa la libertà di licenziare senza alcuna motivazione. Il lavoratore
diventerà una merce a uso e consumo del mercato del lavoro.

Gli occupati a tempo indeterminato/determinato non
potranno avere nessuna garanzia per il futuro e ciò genererà solo
disoccupazione e sotto-occupazione.

L’art.18, che già è stato riformato dalla Fornero,
deve essere ripristinato nella sua versione iniziale e deve essere esteso a
tutti i lavoratori di grandi e piccole aziende.



Ma non
è solo l'articolo 18 ad essere messo in discussione col Jobs Act:

·        
peggiora
l'erogazione degli ammortizzatori sociali, a vantaggio delle aziende e a
svantaggio dei lavoratori;


·        
verrà
introdotto un sistema di spionaggio dei lavoratori tramite telecamere;


·        
le
mansioni degli operai potranno essere modificate a piacimento dei padroni; 


·        
le
agenzie interinali (alcune gestite dai sindacati collaborativi) riceveranno
compensi dallo Stato;



 è prevista una nuova sperimentazione di un orario
     minimo applicabile, sul modello delle cooperative del ministro Poletti;
 viene rivista la legge 104, con un aggravio per
     lavoratori (che dovranno "scambiarsi" vicendevolmente delle ore
     per poter assistere i famigliari).





Parallelamente la Legge di Stabilità prevede più di 4 miliardi di tagli:


 tagli a sanità, trasporti, servizi
     sociali;
 blocco degli scatti stipendiali
     per i lavoratori pubblici fino al 2015 (blocco da cui sono esclusi non a
     caso solo poliziotti, militari e diplomatici, cioè funzionari del
     governo);
 aumento dell'iva (e quindi del
     costo della vita); 
 sgravi fiscali ingenti per le
     imprese;



Il baratto!




 80 euro di sgravi fiscali in busta paga, forse
     anche per il prossimo anno 2015 (che non riguardano, tra l'altro, tutti i
     lavoratori);
 80 euro di mini-bonus al mese per le neo-mamme: una
     presa in giro per le donne lavoratrici, su cui ricade spesso un doppio
     lavoro (tanto più di fronte allo smantellamento dei servizi pubblici come
     asili, mense, ecc.);
 il Tfr in busta paga, che sono sempre soldi dei
     lavoratori che il Pd e Renzi fingono di regalarci, a vantaggio della loro
     propaganda elettorale.





Intanto




 Aumenteranno o saranno tagliati i servizi, quali:
     sanità, trasporti, scuola, asili, università, Iva e tasse comunali,
     provinciali e regionali.





Razzismo e attacchi agli immigrati



Tutto questo avviene in un quadro di pesanti attacchi ai lavoratori immigrati,
con l'inasprimento di politiche razziste e di esclusione:


 leggi razziste che uccidono i nostri fratelli
     immigrati (come dimostrano le continui stragi in mare);
 permanenza dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione),
     veri e propri lager per gli immigrati;
 negazione del diritto di cittadinanza agli
     immigrati e difficoltà nel conseguire il permesso di soggiorno;
 ricatti sul lavoro, come dimostra lo schiavismo
     delle cooperative, in particolare nel settore della logistica, dove la
     maggioranza degli impiegati sono immigrati e immigrate;
 differente trattamento salariale tra immigrati e
     nativi.



                                                                                                                          Per i disoccupati solo miseria 





 Aumenta
     sempre più la disoccupazione: chi ha perso il lavoro o chi non riesce a
     trovarlo è costretto a vivere nella miseria, senza alcuna tutela. 
 Rivendichiamo un salario minimo garantito per tutti
     i disoccupati e tutte le disoccupate! 



E il dissenso?




 Il dissenso operaio è
     soffocato con la violenza! Ricordiamo due esempi recenti tra i tanti: gli
     operai dell'Ast (violentemente aggrediti dalla polizia) e i lavoratori e
     le lavoratrici della logistica (che hanno subito in questi anni una
     violenta repressione in occasione di scioperi e picchetti). Esprimiamo la nostra solidarietà ai
     lavoratori aggrediti! 
 Il disagio sociale è criminalizzato e la
     marginalizzazione è ignorata!





L'assemblea respinge il Jobs Act e
l’Accordo della Vergogna!

NON ci riconosciamo e siamo culturalmente,
idealmente e sindacalmente

distanti da chi li impone e da chi li
sottoscrive!



L'accordo della vergogna



Parte
centrale dell'attacco del governo e dei padroni è l'accordo vergogna sulla rappresentanza
del 10 gennaio 2014 (siglato da Confindustria, Confcooperative, Cgil, Cisl, Uil
e altri) che tenta di indebolire e cancellare il sindacalismo conflittuale: lo scopo
di questo accordo è quello di eliminare ogni possibile risposta di lotta agli
attacchi del governo e dei padroni, emarginando gli attivisti sindacali
combattivi.

L'obiettivo dell’accordo è l'omologazione della democrazia
sindacale nelle aziende private, estendendo il modello "Marchionne",
già in vigore nel gruppo Fiat, a tutte le aziende private. E' un accordo liberticida, che cancella
i più elementari diritti dei lavoratori a partire dal diritto di sciopero.



Il Coordinamento No Austerity, le organizzazioni e i singoli attivisti
riuniti oggi a
Firenze:


 si impegnano a contrastare in maniera unitaria e solidale le
     vergognose politiche economiche e del lavoro del governo Renzi;
 si
     impegnano a
     continuare la battaglia per i diritti di
     rappresentanza dei lavoratori, contro il nuovo vergognoso Testo unico
     sulla rappresentanza;
 si
     impegnano a diffondere un vademecum
     informativo tra i lavoratori sui contenuti dell'accordo dello Jobs Act e
     dell’accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 sulla limitazione dello
     sciopero e ad organizzare nei prossimi mesi, su tutto il territorio nazionale, iniziative
     unitarie di lotta contro l'accordo della vergogna;
 propongono il sostegno ad ogni azione giuridica, politica e
     sindacale che abbia l’intendo di contrastare l'accordo sulle rsu/rsa;
 propongono
     che la lotta contro l'accordo della vergogna sia inserita in tutte le
     piattaforme di rivendicazione di ogni vertenza contrattuale ed in ogni
     azione di sciopero settoriale o generale;
 fanno appello a sostenere, costruire e rafforzare la giornata di sciopero
     generale del 14 novembre al fine di costruire una grande mobilitazione
     fino a respingere Jobs Act, Legge di Stabilità, accordo della vergogna,
     leggi razziste.  





Firenze,
8 novembre 2014