http://coordinamentomigranti.org/2014/10/25/noleggia-un-clandestino-lo-scandalo-e-lantirazzismo-dei-migranti/
http://www.zic.it/noleggia-un-clandestino-lo-scandalo-che-oscura-normalita-del-razzismo/
Noleggia un clandestino: lo scandalo e l’antirazzismo dei migranti
Siamo di fronte all’ennesimo «scandalo» sull’immigrazione. Un candidato 
della Lega Nord in Emilia Romagna ha prodotto infatti un video in cui 
spiega come poter lucrare sui richiedenti asilo. Li chiama clandestini 
perché, come spesso accade a certe persone, non sanno di cosa parlano. 
Voleva far ridere, ma non ride nessuno. Ciò di cui parla il simpatico 
leghista è la possibilità di ospitare richiedenti asilo presso famiglie, 
una misura proposta dal governo italiano e già adottata a Torino. 
Secondo questa idea, i 30 € giornalieri pro-capite che oggi finiscono 
nelle tasche delle associazioni e cooperative che gestiscono 
l’accoglienza andrebbero direttamente alle famiglie ospitanti. 
Alimentando la nota guerra tra poveri, leghisti e fascisti di ogni sorta 
si accorgono solo in questi momenti di ciò che non va: e così c’è chi, 
dopo aver governato per anni e tagliato ogni sussidio, dice che 30 € 
sono di più di quanto una famiglia riceve per l’assistenza ai disabili. 
Dopo aver avallato ogni tipo di cementificazione, oggi c’è chi dice che 
quei soldi dovrebbero andare agli alluvionati o ai terremotati. L’elenco 
potrebbe continuare, ma non è interessante. È invece interessante 
constatare come le sparate di leghisti e fascisti siano sempre 
un’occasione che altri sanno cogliere per fare la parte degli 
antirazzisti: basta una condanna, basta gridare allo scandalo. Noi 
pensiamo però che lo scandalo non sia in queste sparate, ma nella 
quotidiana condizione in cui i migranti sono costretti dalle leggi e 
dallo sfruttamento sul lavoro. Su una cosa, infatti, il candidato 
leghista si sbaglia di grosso: non è vero che poter lucrare sui migranti 
prima era riservato ai soli scafisti. Non solo il business 
dell’emergenza e della cosiddetta accoglienza è ormai chiaro a tutti. 
Lucrare sui migranti è anche la normale quotidianità per un sistema 
economico e sociale che costruisce giuridicamente una separazione 
formale per poter meglio ricattare e sfruttare una parte della 
popolazione. Lo è per uno Stato che chiede ai migranti di pagare per 
ogni documento, che non risponde alle regole che esso stesso impone, che 
preleva tasse e non restituisce i contributi versati.
Se tutti sono pronti a censurare leghisti e fascisti, però, non tutti 
sono pronti a cambiare queste leggi, a combattere lo sfruttamento, a 
prendere senza tatticismi la parte dei migranti. In Emilia Romagna il 
sistema delle cooperative che nella logistica ha istituzionalizzato il 
caporalato è cresciuto nel silenzio e nella complicità di partiti e 
sindacati sempre pronti a condannare a parole le sparate di un leghista 
o di un fascista. Sempre in Emilia Romagna esistono due CIE e alle 
parole favorevoli alla chiusura non è mai seguito un atto concreto, 
tanto che quello di Bologna è stato «superato» solo per motivi 
strutturali. Nei luoghi di lavoro lo sfruttamento non è diverso se fuori 
si pratica la volgarità leghista o il politicamente corretto di chi 
preferisce un razzismo più soft nei toni, ma durissimo nella vita reale 
degli uomini e delle donne che vivono in questo paese. Nelle Questure e 
nelle Prefetture non cambia l’uso arbitrario della discrezionalità 
amministrativa, se il sindaco vieta i negozi di kebab oppure invece 
parla di accoglienza. Il ricatto del permesso di soggiorno non cambia se 
qualche decina di fascisti alza la voce o se invece è un normale sabato 
di shopping. Gridare allo scandalo ottiene, anche quando non sia questo 
l’obiettivo, l’effetto contrario di far tornare nel buio la normalità 
del razzismo istituzionale, negando le divisioni che questo produce. Non 
è un caso che a gridarlo siano quasi sempre degli italiani. È infatti 
nella vita quotidiana che i migranti lottano e praticano il loro 
antirazzismo, contro lo sfruttamento e le leggi che lo sostengono come 
la Bossi-Fini. Questa lotta a volte è visibile, a volte avviene molto 
lontano dalle sparate dei leghisti e dei fascisti.
Le occasioni per rovesciare questa situazione però ci sono: stare dalla 
parte dei migranti, sostenere i loro scioperi, come quello che hanno 
praticato lo scorso 16 Ottobre nella logistica che ancora una volta ha 
bloccato molti magazzini in tutta Italia, e le loro prese di parola, 
come quella praticheranno domenica prossima, il 26 ottobre, a Modena 
nell’assemblea per discutere delle pratiche della Questura e Prefettura 
modenesi, contro la gestione politica dei permessi di soggiorno ( 
http://coordinamentomigranti.org/2014/10/18/cosa-fa-la-questura-con-il-tuo-permesso-domenica-26-ottobre-assemblea-a-modena/ 
).