Prende il via il Laboratorio per lo sciopero sociale a Bologna
PROSSIMO INCONTRO: MARTEDI’ 21 OTTOBRE’014 alle 21 @ Xm24
Dopo il partecipato incontro dello scorso 24 settembre “Dallo Strike
meeting allo sciopero transnazionale” e dopo l’assemblea promossa dal
coordinamento transnazionale Blockupy a Bruxelles, il 15 ottobre anche
a Bologna si è aperto il percorso di costruzione dello sciopero
sociale del prossimo 14 novembre. Le oltre cinquanta persone presenti
hanno condiviso in primo luogo il metodo proposto a Roma nel corso
dello Strike meeting: questo percorso non intende dare vita
all’occasionale convergenza di realtà organizzate in vista di quella
scadenza, ma costruire un comune spazio di iniziativa capace di essere
espansivo e credibile. L’obiettivo è quello di uscire dai confini di
movimento o dall’organizzazione inter-gruppi per dare vita a un
processo espansivo e coinvolgere tutti coloro che subiscono il regime
del salario in tutte le sue forme.
Tutti i partecipanti e le partecipanti hanno rilevato la necessità di
considerare lo sciopero come progetto e come scommessa. Ricominciare a
parlare di sciopero significa che non è sufficiente organizzare una
manifestazione, per quanto partecipata, ma che si tratta di capire
come sia possibile, in una condizione di precarietà generalizzata,
«fare male ai padroni» e rilegittimare pubblicamente la parola
d’ordine e la pratica dello sciopero. La presenza dei sindacati di
base che già condividono il percorso dello Strike meeting a livello
nazionale e che anche a Bologna sono parte di questo percorso è
certamente importante, ma è necessario essere consapevoli tanto delle
difficoltà di coinvolgere i lavoratori dipendenti – dopo gli scioperi
della scuola e della logistica organizzati in questi giorni – quanto
della condizione di lavoratrici e lavoratori precari– per i quali lo
sciopero è spesso impossibile – quanto, ancora, della necessità di
creare le condizioni perché anche chi non è dentro a un rapporto di
lavoro, pur subendo il ricatto costante dei regimi del salario e
dell’occupabilità, possa prendere parte a questo percorso. Soprattutto
questo insieme di problemi richiede di capire che cosa s’intenda per
sciopero «sociale» e, quindi, di mettere in campo pratiche che, mentre
diffondono e rafforzano la prospettiva dello sciopero, siano anche
capaci di dare voce e visibilità a posizioni differenti – quelle di
lavoratrici e lavoratori dipendenti, degli «occupabili», di precarie e
precari, degli operai, dei migranti e degli studenti – facendo valere
la loro specificità all’interno di un percorso comune. Si tratta
quindi di ricomporre i diversi frammenti in cui oggi è segmentata e
gerarchizzata la forza lavoro attorno alla pratica dello sciopero e a
parole d’ordine generali che sappiano parlare a chi vuole praticarlo,
indicando rivendicazioni concrete.
Nel corso dell’incontro sono state condivise diverse esperienze e
proposte: lo sciopero del lavoro migrante, che a Bologna è stato di
grande importanza, offre un bagaglio rilevante soprattutto per quanto
riguarda il percorso organizzativo che ha permesso di realizzarlo, a
partire dalle assemblee e dagli incontri con le RSU delle aziende che
vi hanno preso parte. Lo sciopero dei generi, che permetterebbe di
porre al centro la questione generale relativa al mancato
riconoscimento di prestazioni lavorative – emblematico è il lavoro di
cura – e quindi la questione del lavoro non pagato. La possibilità di
individuare modalità di comunicazione che rendano visibile il progetto
e la possibilità dello sciopero e sappiano coinvolgere chi non è in
grado di scioperare. Si tratta solo di alcune indicazioni all’interno
di un percorso che si pone il problema diindividuare luoghi dove lo
sciopero è davvero realizzabile e sia possibile colpire duro – tenendo
in considerazione la specificità del territorio bolognese e quindi
alcuni nodi strategici (dalla logistica alle fabbriche
metalmeccaniche, dove sempre più frequente è la presenza di studenti
tirocinanti pagati nulla o poco, al grande progetto di Fico, dove il
lavoro non pagato sarà una prassi diffusa) – e modalità di
organizzazione capaci di indicare un percorso verso lo sciopero anche
oltre lo sciopero sociale del 14 novembre, che riesca a trovare punti
di analisi, parole d’ordine e obiettivi comuni, a cominciare dalla
dimensione Europea e transnazionale entro cui pensare l’iniziativa,
dalla rivendicazione di salario minimo europeo, del welfare e del
reddito europeo, già condivise nel corso dello Strike Meeting. La
pluralità e le differenze dei soggetti che questo processo punta a
coinvolgere ha infatti nell’Europa lo spazio possibile dello sciopero.
Il prossimo incontro del Laboratorio per lo sciopero sociale si terrà
martedì 21 ottobre a Xm24, via Fioravanti 24, alle 21.
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