[Lecce-sf] iniziativa di solidarietà e informazione

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Autor: Silverio Tomeo
Data:  
Para: social forum
Assunto: [Lecce-sf] iniziativa di solidarietà e informazione
LECCE - MERCOLEDI’ 15 ottobre 2014 - ore 18.00 - 22.00 - c/o ARCI ZEI
Serata di SOLIDARIETA’ con il POPOLO CURDO



     La guerra dell’Occidente per “portare la democrazia” in Iraq dopo 10
anni - ( 5000 morti e 100.000 feriti solo fra i soldati Usa, un milione la
stima delle vittime civili, in Iraq) - si sta risolvendo in una beffa: dove
sventolava la bandiera dell’Iraq di Saddam Hussein – non certo immacolata
sebbene il raiss non avesse armi di distruzione di massa, né rapporti con
Al-Qaeda, al contrario di quanto sostenevano G.W. Bush e Blair – sventola il
drappo nero dei quaedisti sunniti dello Stato Islamico in Iraq e nel Levante
(o in Iraq e Siria) ovvero Islamic State of Iraq and Al-Sham, l’ISIS.
    Con quella guerra in Medio Oriente (contro il popolo palestinese  ed il
popolo curdo), gli Usa, la coalizione occidentale e la reazione araba,
cercarono di ridisegnare i confini del neocolonialismo, servendosi anche in
chiave antisiriana di gruppi terroristici come al NUSRA e l’ISIS che,
sfuggiti da ogni controllo, spesso solo a parole si dichiara oggi di
combattere.
    Con un tesoro di oltre 2 miliardi di dollari l’Isis di Abu Bakr
al-Baghdadi è il gruppo terrorista più ricco del Pianeta ed il maggiore
finanziatore è il Qatar. Infatti il “Washington Institute per il Vicino
Oriente” ha calcolato in “centinaia di milioni di dollari i versamenti
compiuti da facoltosi uomini d’affari in Qatar e Kuwait a favore di al-Nusra
e Isis”. Ma forse che il Kuwait ed il Qatar non sono due stati alleati degli
USA che devono pure, al mondo intero, far sapere come mai è sparito il
fascicolo dell’autoproclamato califfo al Bagdadi, visto che era stato loro
prigioniero a Guantanamo e quale è stato il significato dell’incontro fra
quest’ultimo ed il senatore repubblicano USA Johm Ms Cain, il 27 maggio
2013, a Idlib (Siria) ? E chi vende le armi all’Isis ?
     E come mai 2000 istruttori militari delle Forze armate del governo
turco di Erdogan hanno addestrato i mercenari dell’Isis e come mai dalla sua
frontiera arrivano, da ogni parte del mondo, i tagliagole dell’ISIS e
materiale bellico ?
Perché questa serata di SOLIDARIETA’ con il Popolo curdo? Con Rojawa e
Kobane, il YPG (Unità di difesa del popolo) ed il KPJ (Unità di difesa delle
Donne) ?
      Il Kurdistan, un territorio di 500mila Kmq. e con una popolazione di
quasi 40 milioni di abitanti, da quasi un secolo è stato sotto la sferza
repressiva degli stati (Turchia, Iraq, Iran e Siria) che, spartendoselo, lo
hanno frammentato. Ma il suo popolo non si è mai piegato!!! Né si sta
piegando oggi di fronte all’avanzata dell’ISIS, che nessuno riesce o non
vuole fermare non permettendo loro di invadere i loro cantoni.
      E mentre a Mosul, (la seconda città più grande dell’Iraq, con 3
milioni di abitanti), l’esercito irakeno – addestrato per dieci anni dagli
USA non solo non è stato capace di fermare 3000 miliziani dell’ ISIS, ma ha
disertato in massa, lo stesso giorno dell’assalto, lasciando sul campo
uniformi e armi per i miliziani ISIS, a Kobanê, le UNITA’ DIFENSIVE del
POPOLO (YPG) e le UNITA’ DIFENSIVE della DONNA (YPJ), da sole e da ben 25
giorni resistono contro gli assalti di 8 mila qaedisti dell’ISIS, dotati di
armi pesanti.
Ma perché l’ISIS vuole distruggere Kobanê ?
     La città è il centro di uno dei tre cantoni (gli altri due sono Afrin e
Cizre) che si sono costituiti in “regioni autonome democratiche” di una
confederazione di “curdi, arabi, assiri, caldei, turcomanni, armeni e
ceceni”, come recita la Carta della Rojava (come si chiama il Kurdistan
occidentale o siriano). È un testo che parla di libertà, giustizia, dignità
e democrazia; di uguaglianza e di “ricerca di un equilibrio ecologico”.
     Nella Rojava il femminismo è incarnato non soltanto nei corpi delle
guerrigliere in armi, ma anche nel principio della partecipazione paritaria
a ogni istituto di autogoverno, che quotidianamente mette in discussione il
patriarcato. E l’autogoverno, pur tra mille contraddizioni e in condizioni
durissime, esprime davvero un principio comune di cooperazione, tra liberi e
uguali. E ancora: coerentemente con la svolta anti-nazionalista del PKK di
Öcalan, a cui le YPG/YPJ sono collegate, netto è il rifiuto non solo di ogni
assolutismo etnico e di ogni fondamentalismo religioso, ma della stessa
declinazione nazionalistica della lotta del popolo curdo. E questo nel Medio
Oriente di oggi, dove per ragioni confessionali o etniche semplicemente si
scanna e si è scannati.
Per tutto ciò vogliamo organizzare questa serata invitando alla
SOLIDARIETA’con il  POPOLO in LOTTA del Kurdistan.




Rete di solidarietà con il Kurdistan:

ANPI (pv.le) ;ARCI (pv. le ; Arci – Zei; Anpi (Martano); LINK Lecce;
Binario68; altre adesioni a seguire….





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