[Retenowar] Popoff Quotidiano. Bloccare lo "Sblocca Italia".…

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Autor: Alessio Di Florio
Data:  
Para: fori-sociali, pescarafree, rekombinant, retenowar, noinc
Assunto: [Retenowar] Popoff Quotidiano. Bloccare lo "Sblocca Italia". Lo chiedono acqua, terra e aria
http://popoffquotidiano.it/2014/10/07/bloccare-lo-sblocca-italia-lo-chiedono-acqua-terra-e-aria/
https://www.facebook.com/peppinoimpastatoritaatria/photos/a.606487682726836.1073741828.583495828359355/806125479429721/?type=1

Bloccare lo “Sblocca Italia”. Lo chiedono acqua, terra e aria *15 e 16
Ottobre, decine di associazioni, comitati, movimenti si mobilitano contro
lo Sblocca Italia con un sit in a Montecitorio*

di* Alessio Di Florio*

[image: sblocca-cantieri-strade-renzi]

Il governo Renzi promette che questo provvedimento cancellerà la crisi. Ma
lo sblocca Italia è sentito come una minaccia terribile da chi si batte
contro le grandi opere e le privatizzazioni. Allo scetticismo e ai dubbi si
sta aggiungendo sempre più l’indignazione e la mobilitazione ambientalista.
L’Italia che si ribella alla deriva petrolifera, agli inceneritori dei
rifiuti e all’inquinamento industriale, alla cementificazione selvaggia e
alla privatizzazione dei beni comuni (a partire dall’acqua) denuncia lo
“Sblocca Italia” e si mobilita coinvolgendo i territori fino a “sbarcare”
nella Capitale con un sit-in che si svolgerà davanti Montecitorio il
prossimo 15 e 16 Ottobre. Decine tra associazioni, comitati e movimenti di
tutta Italia si preparano ad incrociare le loro vertenze territoriali per
“bloccare lo Sblocca Italia”. Il comitato “Ambiente e Salute nel Piceno”,
in queste ore impegnato nel predisporre il ricorso al TAR contro
l’autorizzazione ad un impianto di stoccaggio gas a San Benedetto del
Tronto, si ritroverà accanto a comitati No Triv di varie regioni,
l’Organizzazione Luca Ambientalista e il coordinamento nazionale No Triv.
Saranno presenti in piazza i movimenti per l’acqua pubblica, l’Abruzzo
Social Forum, l’Associazione Antimafie Rita Atria, PeaceLink e le
associazioni e i comitati tarantini, l’Associazione A Sud, Medicina
Democratica, il Coordinamento dei Comitati NoMuos, Associazioni pacifiste,
dei consumatori e reti solidali, la sezione ANPI di Monza e della Brianza,
l’Osservatorio della Repressione, il Comitato sardo “Gettiamo le basi”,
l’associazione Radio Aut, il Forum “Salviamo il Paesaggio”, i Comitati
contro il TAP e contro il gasdotto appennino, il comitato contro la TAV di
Firenze, Attac e tantissime altre associazioni nazionali e locali, comitati
e movimenti di tutta Italia.

La mobilitazione ambientalista accusa il Governo di voler consegnare con lo
“Sblocca Italia” il Paese “*all’arretratezza di un’economia basata sul
consumo intensivo di risorse non rinnovabili e concentrata in poche mani*”
denunciando “*un vero e proprio assalto finale delle trivelle al mare che
fa vivere milioni di persone con il turismo; alle colline dove
l’agricoltura di qualità produce vino e olio venduti in tutto il mondo;
addirittura alle montagne e ai paesaggi sopravvissuti a decenni di uso
dissennato del territorio*” citando il rilancio delle attività
petrolifere “*nel
Golfo di Napoli e in quello di Salerno tra Ischia, Capri, Sorrento, Amalfi
e la costiera Cilentana, dell’omonimo Parco Nazionale*”.

“*Mentre il mondo intero sta cercando di affrancarsi da produzioni
inquinanti, il Governo Renzi per i prossimi decenni intende avviare la
nostra terra su un binario morto dell’economia*” in quanto nel
provvedimento c’è il paradosso “*che le produzioni agricole di qualità, il
nostro paesaggio e i tanti impianti e lavorazioni che non provocano
inquinamento, compresi quelli per la produzione energetica da fonti
rinnovabili quando realizzati in maniera responsabile e senza ulteriore
consumo di territorio, non sono attività strategiche a norma di legge. Lo
sono, invece, i pozzi e l’economia del petrolio che, oltre a costituire
fonti di profitto per poche multinazionali, sono causa dei cambiamenti
climatici e di un pesante inquinamento*”. Il provvedimento non punterà “*sulla
necessaria riduzione dei rifiuti e all’economia del riciclo e del
riutilizzo delle risorse*” nonostante “*tanti comuni italiani hanno
raggiunto percentuali del 70-80% di raccolta differenziata coinvolgendo
intere comunità di cittadini*” ma “*la gestione dei rifiuti è affidata alle
ciminiere degli inceneritori*” che immettono “*nell’ambiente
pericolosissimi inquinanti producendo ceneri dannose alla salute e
all’ambiente*” e trasformano “*in un grande affare, concentrato in poche
mani, quello che potrebbe essere una risorsa economica per molti*”.

Altro punto nel mirino degli ambientalisti è la gestione delle “*Grandi
Opere*” che “*con il loro insano e corrotto “ciclo del cemento” continuano
ad essere il mantra per questo tipo di “sviluppo” mentre interi territori
aspettano da anni il risanamento ambientale. Chi ha inquinato deve pagare.
Servono però bonifiche reali, non affidate agli stessi inquinatori e
realizzate con metodi ancora più inquinanti; l’esatto opposto delle recenti
norme con cui si cerca di mettere la polvere tossica sotto al tappeto.
Addirittura il “sistema Mose” diventa la regola, con commissari e “general
contractor” che gestiranno grandi aree urbane in tutto il Paese, partendo
da Bagnoli*”.

“*Contrastare questo Decreto è un impegno affinché la bellezza del paese
non sfiorisca definitivamente sacrificata sull’altare degli interessi di
pochi petrolieri, cementificatori e affaristi dei rifiuti e delle bonifiche*”
conclude l’appello che lancia il sit-in del 15 e 16 Ottobre davanti
Montecitorio.

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