Autor: pilar castel Data: A: sandro medici, monica CC: sandropiatti@tiscali.it, sandro.piatti@tiscali.it, Teatro Valle Occupato, patrimoniocomune@lists.riseup.net, forumroma@inventati.org Assumpte: Re: [RSF] [patrimoniocomune] in conclusione
UN RICAMBIO generazionale intelligente che ha fatto suo il tessuto esperienziale delle lotte dal basso del '900 non c'è stato, così per l'avanguardia artistica, altrimenti non ci saremo trovati ancora noi ancora a fare le loro lotte . Si è fermato agli anni 90. Adesso pochi pochi e sono presuntuosi e avidi di piccolo potere, ma sopratutto ignoranti, come direbbe Pasolini, devono liberarsi di noi per dimostrare che non vogliono 'Genitori'? Ma magari . E quando mai ci hanno permesso di avere dei figli che continuassero le nostre idee ? E adesso che dopo mezzo secolo qualcuno le raccoglie ( noi non abbiamo mai smesso) e ancora , entusiasti indomiti, diamo il nostro contributo, siamo Renzati , da rottamare, e non a caso. Piccoli poteri crescono. Che tristezza, ci siamo abituati . Che tristezza non la prudenza, ma la paura dell'incontro,dello scambio, de la crescita intelligente. Però 'the pity of it Iago, the pity of it.' Otello dice al suo denigratore. paci Sandro,hasta siempre, pilar
Date: Sat, 4 Oct 2014 13:09:56 +0200
From: smedix51@???
To: monic.pa@???
CC: patrimoniocomune@???
Subject: Re: [patrimoniocomune] in conclusione
Sono Sandro, buongiorno a tutti e a tutte. Nel leggere solo stamattina il carosello di mail che ha attraversato la nostra comunità, ho avuto la sgradevole sensazione che si discutesse non di quanto veniva dichiarato: e cioè dell'utilità o meno di un mio intervento all'assemblea di ieri: e se sì, come, quando, quanto e perché. Sappiamo oggi che tale discussione è poi risultata del tutto superflua, in mancanza dell'ambito in cui si sarebbe dovuta concretizzare, per il sostanziale annullamento dell'assemblea. Me quel che ne resta ha tuttavia un sapore acido, ritorna come un'eco stridente, deposita un residuo di meschina ipocrisia. Questa nostra piccola grande impresa ha visto crescere il motivatissimo protagonismo di molti e molte, che hanno saputo guidare e gestire l'intero percorso con sensibilità, intelligenza e qualità politica. Molti e molte, pertanto, avrebbero potuto brillantemente valorizzarla in assemblea. Io stesso, ignaro della discussione in rete, mi ero immaginato che così dovesse andare. Al punto di dissuadere, nell'imminenza dell'iniziativa, chi m'invitava a intervenire. E per una ragione semplice e lineare, anche se appena appena paternalistica: perché ritengo importante, oltreché giusto, abbia spazio e riconoscimento chi con diligente perspicacia ha coordinato il tutto, in particolare promuovendo i più giovani e inaspettati tra noi. Se invece si ragiona sul significante politico che avrebbe trasmesso il prescelto o la prescelta a intervenire, sull'appartenenza o meno a un partito, a un movimento, a un'area, a una cultura, a uno stato d'animo, a un'allusione rarefatta, a una lontana evocazione, allora si sta discutendo d'altro. Si sta discutendo di rappresentanza, e cioè di quella dannatissima manchevolezza che è ormai diventata un'inguaribile patologia che da anni e anni colpisce le nostre genti. E che, personalmente, non ritengo lenita dalle svariate migliaia di preferenze elettorali che ho ricevuto da diciassette anni a questa parte. Bene, allontanandomi il più possibile da narcisismi o suscettibilità, ma anche riconoscendomi la spiccata levità con cui ho partecipato insieme a tutti e tutte alla costruzione di Patrimonio Comune, sono qui a esprimere il mio dispiacere. E a segnalare anche la diffusa ingenerosità, la spigolosa ingratitudine che ho riscontrato in questa vicenda. Una vicenda che tuttavia rimanda a una contraddizione politica che abbiamo tacitamente e reciprocamente rimosso, ma che con tutta evidenza incombe implicitamente (e pesantemente) sulle nostre croniche fragilità, sulle nostre persistenti divisioni. Tra chi ritiene possibile collaborare, anche attraverso un mimetismo parassitario, anche solo per riservarsi piccoli spazi e qualche minimo beneficio, con un'amministrazione di stampo liberista, e chi, diversamente, dà per esaurita quella relazione politica, per rivolgersi verso prospettive di contrasto e opposizione. E' la stessa contraddizione che vivemmo un anno e mezzo fa, tra sincere lacerazioni e qualche colpo basso, e che solo apparentemente si risolse nel risultato delle urne, ma che, evidentemente, è ancora qui a tormentarci. Non per infierire né, tanto meno, per sentenziare, ma se oggi ci ritroviamo a raccogliere firme per cercare di orientare un'impronta politica più rispondente a bisogni e diritti, dimostra quanto lontana sia per noi l'amministrazione e quanto ininfluente parteciparvi. E lo dico con profonda amarezza, credetemi: dopo anni e anni in cui mi sono speso, insieme a molti e molte, per dimostrare che un altro modo di governare era possibile, ottenendo peraltro anche non pochi risultati. Quella stessa amarezza che si poteva leggere negli occhi dei pochi rappresentanti istituzionali che ieri, tra ritardi e pudori, ci hanno infine graziosamente raggiunto. I processi (storici) in corso si stanno rapidamente chiarendo, lungo quella fosca linea che è partita con Craxi, è proseguita con Berlusconi e sta procedendo con Renzi. E per noi, purtroppo, si apre una stagione di esclusione, se non peggio; e provo davvero stupore verso chi continua a predicare alleanze con il Pd, se non fosse che ne individuo tornaconti politici esclusivamente personali. Sarebbe facile ricordare oggi le ragioni di chi, ieri, aveva previsto tutto ciò e, di conseguenza, aveva invano provato a segnalarlo e ad agirlo. Ci si stanca parecchio ad aver ragione. In conclusione, vi chiedo di ritenermi compartecipe a tutti gli effetti al nostro progetto, ma di non più coinvolgermi in ruoli che comportano esposizioni pubbliche e/o di rappresentanza. Al di là di come diversamente venga interpretato, il mio profilo si segnala con un connotato divisivo; e ciò è dannoso per il prosieguo di Patrimonio Comune, che va invece preservato il più possibile dalle nostre più o meno indotte riserve politiche e forse anche mentali. Grazie per l'attenzione e scusatemi per le troppe parole. Un abbraccio a tutti e tutte.