[RSF] FW: 150° anniversario della Prima Internazionale

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Auteur: pilar castel
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À: forumroma@inventati.org
Sujet: [RSF] FW: 150° anniversario della Prima Internazionale


Date: Sun, 28 Sep 2014 08:15:47 -0700
To: piattaforma_comunista@???
Subject: 150° anniversario della Prima Internazionale
From: teoriaeprassi@???

Centocinquanta anni fa, il 28 settembre 1864, si svolse presso la St. Martin's
Hall di Londra un’assemblea pubblica operaia.
Vi presero parte lavoratori inglesi e francesi, rappresentanti di lavoratori
ed esuli politici tedeschi, italiani e di altri paesi.
L'assemblea deliberò di fondare l'Associazione internazionale degli operai
(successivamente denominata Prima Internazionale), e nominò alla sua testa un
comitato provvisorio.
Marx, quale rappresentante dei lavoratori tedeschi, fu eletto nel comitato e
successivamente nella commissione che fu incaricata di stendere il programma
dell'Associazione.
Lo stesso Marx predispose l’Indirizzo inaugurale dell'Associazione
internazionale degli operai.
La data del 28 settembre 1864 rappresenta dunque una pietra miliare nella
storia del movimento operaio e comunista.
L'internazionalismo proletario non è un complemento della teoria del movimento
di emancipazione del proletariato, un “optional” della pratica della
rivoluzione socialista e della costruzione del comunismo.
Al contrario, è un principio fondamentale ed integrante del marxismo
rivoluzionario, in quanto riflette il carattere, le condizioni di esistenza e
gli interessi del proletariato, esprimendone la funzione rivoluzionaria
storico-universale.
Il comunismo come movimento reale è per sua natura internazionalista perché
abolisce un sistema, quello capitalistico, che non è una forza "nazionale",
bensì internazionale.
Per realizzare il passaggio alla “società collettivista, fondata sulla
proprietà comune dei mezzi di produzione”, è indispensabile la solidarietà
proletaria internazionale, l'aiuto internazionalista dei lavoratori di tutto
il mondo.
Nella concezione di Marx l’internazionalismo proletario si presenta dunque
come una delle più importanti armi della rivoluzione sociale e come una
condizione indispensabile della lotta per il comunismo.
Sulla base dell’insegnamento marxista, Lenin ha apportato profonde innovazioni
al contenuto e alla prassi dell’internazionalismo proletario.
In particolare, ha indicato alcune esigenze fondamentali:
a) subordinare gli interessi della lotta proletaria in un paese agli interessi
di questa lotta nel mondo intero;
b) difendere la vittoria del socialismo in un solo paese e utilizzarla per
sviluppare, appoggiare e portare avanti la rivoluzione in tutti i paesi, per
rovesciare l’imperialismo mondiale;
c) combattere senza tregua lo sciovinismo da “grande potenza”, tipico degli
opportunisti delle nazioni dominanti, e il particolarismo “nazionale” tipico
dei “socialisti” delle nazioni oppresse, per avvicinare, unire il proletariato
dei paesi imperialisti al proletariato e alle masse lavoratrici dei paesi
dipendenti e coloniali, allo scopo di abbattere il comune nemico,
l’imperialismo.
In tal modo, Lenin ha chiarito l’essenza dell’internazionalismo proletario
nell’epoca dell’imperialismo, fondato sulla preparazione reale della
rivoluzione attraverso l’educazione politica, la partecipazione e l’attiva
collaborazione delle grandi masse sfruttate e oppresse.
A distanza di centocinquanta anni dalla assemblea al St. Martin's Hall,
malgrado i tradimenti revisionisti e opportunisti e la complessa situazione
odierna, la pratica conseguente dell’internazionalismo proletario e la
costruzione di una nuova Internazionale comunista si presentano come una
necessità assoluta e un dovere per tutte le genuine forze di avanguardia del
proletariato.
In questo senso lavora e si sviluppa, con importanti conquiste teoriche e
pratiche, la Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-
Leninisti (CIPOML), che quest’anno celebra il suo ventesimo anniversario.
Nella complessa situazione odierna è doveroso uno sforzo ulteriore per lo
sviluppo dell’internazionalismo proletario, che dev’essere presente in tutta
l’attività delle forze comuniste. Si tratta di una questione vitale, decisiva.
(Tratto da "Teoria e Prassi" n. 26 – settembre 2014)

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