[Forumlucca] TTIP e TP : un grido d'allarme e un invito a ri…

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Szerző: Aldo Zanchetta
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Tárgy: [Forumlucca] TTIP e TP : un grido d'allarme e un invito a ribellarsi prima che sia troppo tardi
RICEVO E GIRO. UN PERICOLO ENORME SOTTOVALUTATO DALL’OPINIONE PUBBLICA. L’11 OTTOBRE SI PROTESTERA’ IN TUTTA EUROPA. E A LUCCA?



La lettera di Roberto Giardelli della CDB di Origena (Genova), che vi invio, merita di essere ampiamente diffusa di essere letta e discussa e soprattutto di animarci a passare all'azione prima che sia troppo tardi. In Guatemala è evidente che il dominio delle multinazionali e dele banche provoca solo miseria, violenze, morti!



Lettera alla Comunità Cristiana di Oregina



Nel generale silenzio dei grandi media, relegato in fondo alle pagine e ai siti specialistici di economia internazionale, al riparo da ogni pericolo di dibattito pubblico fra le diverse sponde dell’atlantico e del pacifico, un ristretto gruppo di negoziatori governativi e un numero di gran lunga più alto di lobbisti per conto delle più potenti multinazionali stanno pianificando da almeno quattro anni i due più mastodontici trattati commerciali internazionali del ventunesimo secolo.

Un enorme programma di smantellamento delle residue barriere commerciali, giuridiche e politiche tra Stati Uniti, Europa e dodici paesi delle due sponde del pacifico, funzionale alla creazione della più grande area di libero scambio del pianeta (comprendendo economie per circa il 60% del prodotto interno lordo mondiale), sia per l’estensione geografica che per la profondità capillare con cui il programma di liberalizzazioni e deregolamentazioni abbatterà tutti gli ostacoli sul suo cammino: dai diritti del lavoro alla proprietà intellettuale, dai servizi pubblici fondamentali fino al diritto alla salute. Si tratta del Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, seconda fase del Transpacific Partnership (TP), elaborato con i Paesi del Sud Est asiatico e non solo. I contenuti e i termini delle trattative in corso sono di fatto inaccessibili agli organi di informazione e anche ai parlamenti dei Paesi coinvolti così come gli incontri segreti con gli oltre 600 rappresentanti delle multinazionali. Perfino a gran parte degli stessi governi è precluso un accesso integrale alle bozze sugli accordi in ballo, come denunciato da Wikileaks.

L’accordo dovrebbe essere siglato a fine 2014, in coincidenza col semestre europeo dell’Italia, paese con un Premier che parrebbe d'accordo, da buon liberista qual' è, con siffatto Trattato da incubo. L’obiettivo del TTIP consiste nella creazione di una zona di libero scambio che coinvolgerà 800 milioni di consumatori, attorno a cui ruota la metà del PIL mondiale. A fronte degli oltre 730 milioni di dollari di prodotti che gli Stati Uniti esportano in Europa, e della ripresa della produzione manifatturiera negli Usa, l’obiettivo è quello di vendere sempre più pezzi e componenti a quell’Europa che non li produce più, e per farlo c’è un’unica condizione: abbattere anche gli standard di sicurezza, qualità e salute che al momento li mettono fuori legge da noi.

Gli Stati Uniti mirano ad introdurre nel proprio giro d’affari tre aree strategiche: Europa, America Latina e Asia-Pacifico. AIAB insieme ad altre 20 associazioni, tra cui A SUD, ATTAC ITALIA, COBAS, COMUNE-INFO, COORDINAMENTO NORD SUD DEL MONDO, COSPE, ENNENNE, FAIRWATCH, FONDAZIONE CERCARE ANCORA, FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA, MEDICI SENZA CAMICE, MST-ITALIA, MUNICIPIO DEI BENI COMUNI, ed altre ancora sta promuovendo una campagna per fermare il TTIP e per chiedere al Governo italiano di opporsi ad un accordo che potrebbe lasciare piena libertà alle multinazionali.

AIAB, l'Associazione italiana per l'agricoltura biologica, sopra citata, elenca i seguenti 10 motivi per dire stop al Trattato di Libero Scambio Usa-Ue.

1) Sicurezza alimentare

Le norme europee su pesticidi, Ogm, carne agli ormoni e più in generale sulla qualità degli alimenti, più restrittive di quelle americane e internazionali, potrebbero essere condannate come “barriere commerciali illegali”.

2) Acqua ed energia

Sono settori a rischio privatizzazione. Tutte quelle comunità che si dovessero opporre potrebbero essere accusate di distorsione del mercato

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3) Servizi pubblici

Il TTIP limiterebbe il potere degli Stati nell’organizzare i servizi pubblici come la sanità, i trasporti, l'istruzione, i servizi idrici, educativi e metterebbe a rischio l’accesso per tutti a tali servizi a vantaggio di una privatizzazione che rischia di escludere i meno privilegiati.



4) Diritti del lavoro

La legislazione sul lavoro, già drasticamente deregolamentata dalle politiche di austerity dell’Unione Europea, verrebbe ulteriormente attaccata in quanto potrebbe essere considerata “barriera non tariffaria” da rimuovere.

5) Finanza

Il trattato comporterebbe l’impossibilità di qualsivoglia controllo sui movimenti di capitali e sulla speculazione bancaria e finanziaria.

6) Brevetti e proprietà intellettuale

La difesa dei diritti di proprietà delle imprese sui brevetti metterebbe a rischio la disponibilità di beni essenziali, quali ad esempio i medicinali generici. Così come la difesa dei diritti di proprietà intellettuale può limitare la diffusione della conoscenza e delle espressioni artistiche.

7) Gas di scisto

Il fracking, già bandito in Francia per rischi ambientali, potrebbe diventare una pratica tutelata dal diritto. Le compagnie estrattive interessate a operare in questo settore potrebbero chiedere risarcimenti agli Stati che ne impediscono l’utilizzo. In questo modo si violerebbe il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea, incentivando iniziative economiche che mettono in pericolo la salute umana, animale e vegetale, nonché la protezione dell’ambiente.

8) Libertà e internet

I giganti della rete cercherebbero di indebolire le normative europee di protezione dei dati personali per ridurli al livello quasi inesistente degli Stati Uniti, autorizzando in questo modo un accesso incontrastato alla privacy dei cittadini da parte delle imprese private.

9) Democrazia

Il trattato impedirebbe qualsiasi possibilità di scelta autonoma degli Stati in campo economico, sociale, ambientale, provocando la più completa esautorazione di ogni intervento da parte degli enti locali.



10) Biocombustibili

Il TTIP, attraverso l’armonizzazione delle normative europee in ambito energetico, incentiverebbe l’importazione di biomasse americane che non rispettano i limiti minimi di emissione di gas a effetto serra e altri criteri di sostenibilità ambientale.

Quale sarà la decisione dell’Italia? Che influenza avrebbe l’eventuale adesione al TTIP sull’introduzione ufficiale del <http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/13670-coltivare-ogm-reato> reato di coltivazione di Ogm sul territorio italiano e sulla decisione Europea - da ufficializzare a fine anno - di concedere agli Stati membri la libertà di vietare gli Ogm sul proprio territorio?



Nel Trattato di Libero Scambio (TTIP), l’agribusiness è la lobby più potente. Lo afferma il <http://corporateeurope.org/pressreleases/2014/07/agribusiness-biggest-lobbyist-eu-us-trade-deal-new-research-reveals> Corporate Europe Observatory, secondo cui nessun settore avrebbe incitato di più la Commissione Europea durante la fase di preparazione per i negozianti sulla proposta del grande accordo commerciale tra Europa e Stati Uniti.

Multinazionali alimentari, agro-commercianti e produttori di sementi avrebbero avuto più contatti con l'ufficio commerciale della Commissione rispetto ai lobbisti dell’industria farmaceutica e chimica, dell’industria finanziaria e dell’auto messe insieme.

Dei 560 incontri con le lobby che la Direzione generale per il Commercio (DG Trade) ha organizzato in preparazione dei negoziati, 520, cioè il 92%, hanno visto la presenza dei lobbisti del mondo degli affari e delle industrie, mentre solo 26, cioè il 4%, si sono rivolti a gruppi di interesse pubblico. Dunque per ogni incontro con un associazione di consumatori, ne sono stati organizzati altri 20 con aziende e federazioni delle industrie.

Di fronte a tutto questo il mondo cattolico, almeno fino ad ora, manipolato come sempre dall'apparato mediatico, s'è mosso come se fosse all'oscuro di tutto, situazione non lontana dalla realtà…

In questo assordante silenzio, creato a regola d'arte dai media asserviti ai poteri forti, spiccano alcune significative eccezioni a cui tutti coloro che s'ispirano a valori e modelli alternativi, come le CdB, non possono non dare la massima attenzione…Il senso del mio intervento in seno alla Comunità è proprio finalizzato a richiamare la vostra attenzione su quanti coniugano, come sempre si dovrebbe, etica ed economia.

Con una lettera del febbraio scorso Alex Zanotelli ha aperto uno squarcio inquietante sul TTIP (The Transatlantic Trade and Investment Partnership) ossia il Trattato di liberalizzazione del commercio e degli investimenti tra Usa e Ue, negoziato in gran segreto dagli euro burocrati e catapultato sulle nostre teste. Questo Trattato creerà la più grande area mondiale di libero scambio fra due economie che rappresentano metà del Pil mondiale e un terzo dei flussi commerciali. Tutto questo con grande esultanza del mondo degli affari ma creando conseguenze sull'ambiente, il lavoro e la nostra democrazia così disastrose che obbligano il padre comboniano a presentarlo "un tale mostro economico-finanziario che sarà pagato caro da miliardi di esseri umani, costretti a vivere tirando la cinghia." A tal proposito è sufficiente riflettere sui dieci punti riportati da Aiab e dalle numerose associazioni che vi si oppongono. In ogni caso la lettera di A. Zanotelli, tanto coinvolgente quanto profonda, è leggibile sull'impareggiabile periodico on-line il dialogo e, precisamente, al link seguente <http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/editoriali/autorivari_1393083122.htm> http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/editoriali/autorivari_1393083122.htm

C’è un cantiere aperto di discussione riguardo alle trattative in corso, sostanzialmente segrete, per l’adozione del TTIP. Il Trattato suscita molte perplessità e avversioni perché sembra portare alle estreme conseguenze la logica liberista della globalizzazione, lasciando senza tutele l’ambiente, i popoli e i poveri. Su iniziativa di un gruppo di lavoro formato da Claudio Giambelli (claudiogiambelli@???), membro della CdB di San Paolo e da me personalmente conosciuto tramite il Forum dei Beni Comuni, Ettore Zerbino (ettore.zerbino@???) ed altri si è cominciato a discutere l’ipotesi di raccogliere elementi per scrivere una lettera a papa Francesco, il quale sta preparando un enciclica sull’ecologia (la salvaguardia del creato) per esprimergli le preoccupazioni delle comunità cristiane e della cultura ambientalista per le devastazioni che questo Trattato potrebbe ulteriormente provocare. Questo documento, da me considerato assai stimolante, coniugando un insieme di riflessioni economico-politiche con altre di tipo religioso, si può leggere sul blog di Economia democratica al link <http://www.economiademocratica.it/?p=1429#more-1429> http://www.economiademocratica.it/?p=1429#more-1429 Lo scopo è, credo, di "stimolare" Papa Francesco ad elaborare una enciclica posizione sul tema del creato, su cui si era già pronunciato nella Giornata Mondiale dell'Ambiente (05/06/2014) ma, anche e soprattutto, ritengo e lo spero, di stimolare il mondo dei credenti a reagire e prendere una posizione chiara in termini etico-politici.

Veniamo alle conclusioni: dallo studio della documentazione reperibile on-line ed anche dai riferimenti acclusi nella mia lettera esaminata mi sembra di poter concludere, in sintesi, che il TTIP sostituisce alla sovranità degli Stati il potere delle multinazionali ed elimina il controllo democratico dei cittadini e degli Stati che li rappresentano. Il TTIP vuole stabilire delle regole a cui tutti devono attenersi modificando le legislazioni statali relative a quei campi da cui le multinazionali possono trarre vantaggi.

Ribellarsi ad un trattato che antepone la logica del profitto illimitato alla tutela dei diritti inalienabili sanciti formalmente nelle convenzioni europee e internazionali, pieno di false promesse tipo due milioni di posti di lavoro (un milione l'aveva già promesso un Cavaliere di Arcore….), strumentale all'esigenza statunitense d'incrementare le proprie esportazioni visto che la competizione tra poli imperialistici è sempre più accesa, vuol dire assumersi la responsabilità di determinare un cambiamento che sia a beneficio di tutti e non ad appannaggio dei soliti noti.

Vi invito, pertanto, a firmare la petizione della campagna Stop TTIP Italia il cui sito è <http://www.stop-ttip-Italia.net> www.stop-ttip-Italia.net

Basta , semplicemente, inviare una e-mail a <mailto:stopttipitalia@gmail.com> stopttipitalia@???



Ma non solo…Chiedo, come membro e credente, di parlarne nelle Comunità di Base, iniziando dalla nostra che segue un cammino di liberazione dei cuori e delle menti, grazie a vari apporti, in particolare, quello fondamentale di Peppino Coscione…



Inoltre Sabato 11 e Domenica 12 Ottobre di quest'anno ci saranno in varie città una serie di manifestazioni, ancora da definirsi nei dettagli, contro questo perfido Trattato. Sarebbe importante cercare di parteciparvi, anche come movimento di Comunità cristiane di base!

In tal modo daremmo, come Comunità cristiana, concretezza all'invito rivolto da Padre Alex Zanotelli al popolo di Dio al fine di mobilitarsi contro questa "Statua Imperiale" del Capitale, che può, come quella di Nabucodonosor, essere frantumata per la caduta di un sasso come svela al sovrano babilonese il profeta Daniele, a cui Dio l'aveva rivelato in sogno.



Come diceva Antonio Gramsci, dire la verità, arrivare insieme alla verità, è compiere azione comunista e rivoluzionaria ma io aggiungo, come cristiano ed anche comunista, è pure pienamente ascrivibile all'insegnamento evangelico, che è il riferimento personale di Tutti Noi. Un abbraccio con l'affetto di sempre





Roberto Giardelli





















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