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Comunicato CC 28/2014 - 23 settembre 2014
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[6]_] Per porre fine alla devastazione della Terra bisogna instaurare il
socialismo!
Per porre fine al cambiamento climatico, bisogna cambiare il sistema
sociale!
"_Com'è potuto accadere che tanta indifferenza, tanto silenzio, tanta
volontaria o inconsapevole "ignoranza" abbiano pervaso la società da
quando, negli anni '60 e '70, si radunavano folle di persone indignate
per manifestare contro i crimini commessi in Vietnam, in Sud America,
nei campi profughi palestinesi o contro il licenziamento di alcuni
operai in Fiat? Di quali subdole armi ha potuto disporre il potere per
stendere una spessa coltre sulla sensibilità e sulla capacità reattiva
delle coscienze?_"
Con questa domanda inizia la didascalia della pagina 4° di copertina di
_ANCHE SE NOI CI CREDIAMO ASSOLTI_... _La manipolazione del consenso (e
persino del... dissenso) che ci rende complici dell'oppressore - Il caso
Palestina,_ il libro di Enrico Conti che recentemente Zambon editore ha
dedicato al genocidio e alla pulizia etnica che la Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti sta
facendo in Palestina.
Orbene, le grandi manifestazioni che si sono svolte domenica scorsa in
tanti paesi "per salvare il pianeta" ricordano certamente a molti le
grandi manifestazioni che si svolsero in tanti paesi nel marzo 2003 per
impedire la guerra che il governo USA lanciò contro l'Iraq. Le grandi
manifestazioni contro il disastro ambientale faranno storia, a
differenza di quelle sopra ricordate contro la guerra, se rafforzeranno
nel mondo la rinascita in corso del movimento comunista. In caso
contrario a lungo andare produrrebbero assuefazione e fastidio, si
spegnerebbero come si sono spente le altre.
Le manifestazioni nelle strade e nelle piazze servono a qualcosa se vi
sono organismi che raccolgono e trasformano in forza politica la
mobilitazione di sentimenti e di idee, la coscienza e lo slancio, il
legame che la manifestazione produce: effetti che coinvolgono non solo
chi promuove la manifestazione e chi vi partecipa, ma anche parti della
popolazione fino allora estranee all'attività politica e sociale. In
mancanza di organismi di questo genere, le manifestazioni diventano
inutili parate e finiscono con l'esaurirsi. Come infatti è avvenuto
negli anni successivi al 2003 per le manifestazioni contro la guerra.
Non bisogna chiedersi com'è avvenuto che nelle strade non ci sono più
grandi manifestazioni contro la guerra, ma come mai non c'erano
organismi che le traducevano in forza politica che imprimesse agli
avvenimenti un corso diverso.
Certamente le grandi manifestazioni contro la crisi ambientale, contro
il cambiamento climatico, contro la devastazione e il saccheggio del
pianeta, corrono lo stesso rischio se prevarrà l'idea che devono servire
a "mandare un messaggio ai potenti della terra che da domani si
riuniranno a New York per il summit delle Nazioni Unite sul clima" (come
esortava _il manifesto_ di domenica 21 settembre). Perché sarebbe come
andare a chiedere alle volpi di proteggere le galline! I "potenti della
terra" che si riuniscono a New York, in misura largamente predominante
sono gli esponenti, i delegati e gli agenti della classe dominante
responsabile del corso delle cose che ha portato al disastro ambientale
e lo alimenta: la borghesia imperialista.
Non sono loro che possono cambiare il corso delle cose: lo possono fare
solo le classi sfruttate e i popoli oppressi mobilitati e diretti dai
comunisti a instaurare il socialismo.
Lo sconvolgimento dell'ambiente, il cambiamento climatico, la
devastazione e il saccheggio del pianeta sono il risultato a cui la
società borghese è approdata sviluppandosi in conformità alla sua
propria natura. La borghesia ha portato l'umanità a disporre di grandi
forze produttive che adoperate con la logica del capitalismo, ossia per
produrre profitti, producono questi effetti. La crisi generale del
capitalismo costringe la borghesia a operare come opera. Marchionne ha
abolito le pause, tolto diritti e licenziato, ma ha anche dato una
grande e utile lezione: "Siamo in guerra!".
Con la stessa logica e per lo stesso motivo la borghesia deve
moltiplicare la produzione di oggetti inutili e nocivi, distruggere
foreste, sfruttare risorse minerarie, devastare in mille modi il
pianeta. La crisi generale del capitalismo costringe la borghesia
imperialista ad agire come agisce.
Alcuni portavoce della sinistra borghese, come la largamente nota Naomi
Klein, gridano contro il "capitalismo deregolamentato". Ma il
capitalismo regolamentato dei primi trent'anni successivi alla seconda
guerra mondiale era il capitalismo che subiva "lacci e laccioli" sotto
la minaccia del movimento comunista, che allora alla borghesia
imperialista e al suo clero sembrava in irresistibile ascesa.
Invece la prima ondata della rivoluzione proletaria si è esaurita.
Imbrigliato dai suoi propri limiti, il movimento comunista non è
arrivato a instaurare il socialismo nei paesi imperialisti e perfino i
primi paesi socialisti si sono in larga misura sostanzialmente
reintegrati (sia pure in forme e a livelli diversi) nel sistema
imperialista mondiale. La borghesia ha ripreso il sopravvento ed è
nuovamente alle prese con la crisi per sovrapproduzione assoluta di
capitale.
La crisi ambientale è un allarme che suona per tutti. Ma "i potenti
della terra" non ci possono fare niente. Anzi devono accelerare la
marcia verso il disastro come allargano e moltiplicano le guerre e
gettano una parte crescente dell'umanità nella disoccupazione, nella
miseria e nell'abbrutimento: perché per loro natura non hanno altro modo
di fare, non possono fare diversamente, devono accrescere il loro
capitale. L'obiezione che giustamente vi fanno di fronte all'allarme, è
che la crisi economica non lascia alternativa. È per questo che in ogni
campo e in ogni paese la destra borghese trascina sulla sua strada la
sinistra borghese. Renzi prevale su Bersani e affascina Vendola.
La crisi ambientale si aggiunge alla crisi economica, è un aspetto della
crisi generale del capitalismo. La soluzione è comune: bisogna togliere
ai capitalisti le aziende che producono beni e servizi. Per i
capitalisti la produzione di beni e servizi è solo un mezzo per
valorizzare il loro capitale. Le loro istituzioni non possono che far
valere questa legge, che per i capitalisti è legge di natura. Mentre è
possibile produrre tutti i beni e servizi di cui l'umanità ha bisogno
perché tutti vivano al massimo livello di civiltà che l'umanità ha
concepito, non solo senza devastare il pianeta ma addirittura
migliorandolo rispetto allo stato in cui lo ereditiamo. Ma per questo
bisogna fare della produzione di beni e servizi un'attività diretta a
soddisfare i bisogni della popolazione, bisogna confiscare le aziende ai
capitalisti e farne delle agenzie pubbliche, gestite dalle autorità
pubbliche: e questo è uno degli aspetti base, degli aspetti fondanti del
socialismo.
I COMUNISTI DEVONO PORTARE IN TUTTE LE MOBILITAZIONI AMBIENTALISTE
QUESTE SEMPLICI VERITÀ!
I COMUNISTI DEVONO FAR CONFLUIRE LA LOTTA CONTRO LA DEVASTAZIONE
AMBIENTALE NELLA LOTTA DELLE MASSE POPOLARI PER INSTAURARE IL
SOCIALISMO!
I COMUNISTI DEVONO PROMUOVERE, SVILUPPARE E RAFFORZARE LA LOTTA PER
INSTAURARE IL SOCIALISMO!
LA LOTTA CONTRO LA GUERRA, LA LOTTA PER PORRE FINE ALLA CRISI ECONOMICA,
LA LOTTA PER PORRE FINE ALLA CRISI AMBIENTALE SONO UN’UNICA LOTTA PER
INSTAURARE IL SOCIALISMO E SUPERARE IL CAPITALISMO!
DIPENDE DA OGNUNO DI NOI CHE LA NUOVA ONDATA DELLA RIVOLUZIONE
PROLETARIA AVANZI RAPIDAMENTE IN TUTTO IL MONDO!
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_**************_
_ Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[7]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [7]_].
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