[Storiaorale] Ricordo di Gianni Furia

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Autor: Istituto storia Resistenza e società contemporanea Bi-Vc-Vals
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Betreff: [Storiaorale] Ricordo di Gianni Furia
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia
Aderente all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia "Ferruccio Parri"
13019 Varallo - via D'Adda, 6 - tel. 0163-52005; fax 0163-562289
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Nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 settembre 2014 ci ha lasciati Gianni Furia, che fu vicepresidente dell'Istituto fra il 1992 e il 1996.
Era nato a Valle Mosso l'11 novembre del 1928; dopo pochi anni dalla nascita la famiglia si trasferì a Granero di Portula, dove aveva sede la ditta Fila, presso cui trovò lavoro come attaccafili. Nel periodo della Resistenza Furia fuggì di casa per arruolarsi nelle file della brigata "Strisciante Musati" nella zona di Curino, ma il comandante della formazione, a causa della giovane età di Gianni e delle insistenze della famiglia, decise di rinviarlo a casa. La scelta resistenziale, benché non sviluppatasi nella partecipazione alla guerra di banda, fu perseguita all'interno della fabbrica nella squadra d'azione partigiana: si trattava di fiancheggiare la Resistenza e contemporaneamente di lavorare per l'organizzazione sindacale e politica. L'esperienza gli valse il riconoscimento della qualifica di patriota. Dopo la guerra Furia si iscrisse al Partito comunista come attivista della zona di Coggiola e della Valsessera. Fu segretario della Federazione giovanile comunista di Biella dal 1952 al 1955, prima di entrare nella segreteria della Camera del lavoro ai cui vertici era Anello Poma; in particolare, nel 1960 fu segretario del sindacato tessile. Furia fu dirigente sindacale fino al 1963, anno in cui rientrò al lavoro nel partito come segretario della Federazione biellese. Nel 1968 fu chiamato a far parte della segreteria regionale, l'anno successivo divenne segretario del Pci piemontese. Nel 1970 fu eletto consigliere regionale nella prima assemblea, incarico che lasciò due anni dopo, in seguito all'elezione come deputato della VI legislatura, risultato che confermò anche nelle successive due tornate elettorali; nel 1983, alla scadenza della VII legislatura, nonostante le pressanti richieste di Giorgio Napolitano, allora capogruppo del Pci alla Camera, Furia giudicò concluso il proprio mandato parlamentare e ritornò all'attività politica locale, nell'ambito della Federazione comunista biellese.
Insieme a Luigi Spina e Angelo Togna curò la pubblicazione "60 anni di vita della federazione biellese e valsesiana del Pci attraverso i suoi congressi", uscita nel maggio 1984.
Gianni Furia apparteneva alla generazione che si era formata in fabbrica in tempo di guerra, maturando contemporaneamente coscienza di classe e coscienza civile secondo una prospettiva di antifascismo prioritariamente esistenziale. I valori interiorizzati nel periodo della Resistenza lo avrebbero accompagnato per tutto il resto del suo impegno sindacale e politico, che visse ai massimi livelli senza mai scordare di essere al servizio del Paese, del partito, delle persone che gli avevano dato fiducia. Anche nei confronti dell'Istituto Furia dimostrò sempre attaccamento, partecipando puntualmente alla sua attività quando fu chiamato a far parte del consiglio direttivo e anche dopo aver lasciato l'incarico della vicepresidenza non mancò mai, finché poté, alle assemblee annuali dei soci, portando il suo contributo di idee e stimoli culturali in modo coerente con i propri valori. Negli ultimi tempi, quando le condizioni di salute gli impedivano la partecipazione, si preoccupava di giustificarsi, facendo percepire il reale rammarico per la sua assenza. Continuò ad essere lettore attento e assiduo de "l'impegno", che amava commentare con il garbo e l'eleganza naturale che possedeva, sempre prodigo di consigli e soprattutto di incoraggiamenti.
Nel 2011, nell'ambito del progetto "Memorie di Piemonte", abbiamo realizzato una videointervista, a cura di Marta Nicolo, in cui Furia ha raccontato il suo impegno dalla fabbrica al parlamento: una testimonianza preziosa, che vogliamo condividere nella speranza che possa dare conto, anche solo parzialmente, della sua ricchezza umana: http://youtu.be/MKKVHYtxT5s.

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