[Forumlucca] Il canto delle dune

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Autore: Aldo Zanchetta
Data:  
To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] Il canto delle dune
Mauro Armanino è missionario a Nyamey. Di là guarda il mondo e ce lo
racconta. E’ anche un poeta !



                                                      Il canto delle dune




Si chiama Barkhane. E' il nome d'arte della prossima campagna militare
annunciata. Sostituirà quella che l'ha preceduta per proteggersi dal
terrorismo. Dalla liberazione del Mali a quella dello spazio del Sahel.
Dall'operazione Serval si passa all'operazione Barkhane. La continuità tra
queste due guerre è offerta dalle armi, dal deserto e dalle parole. Serval
è il nome di un piccolo felino del deserto e Barkhane quello di una duna
mobile. Si sposta come la politica a seconda della direzione del vento. Le
armi si fabbricano con le parole e le parole diventano armi. Solo questo
abbinamento garantisce l'impunità al dispositivo. L'uno e l'altro si
costruiscono assieme al terrorismo. Queste tre parole diventano come 'piombo
fuso'. Si chiamava così l'altra guerra di Gaza, in Palestina.



Ma anche la geografia può aiutare la scelta delle parole. La 'missione'
francese in Afghanistan portava il nome Pamir, da una catena di alte
montagne della regione. La stessa neutralità ha suggerito il nome Sparviero
uccello rapace come le geopolitiche nel Tchad. L'operazione in Libia era
stata battezzata Harmattan. Nome di un vento particolare dell'Africa
Occidentale. Ad ogni nome la sua storia e soprattutto la sua guerra. Il nome
dell'invasione americana in Afghanistan era stato modificato.
Dall'operazione Infinita Giustizia si era passati all'operazione Libertà
Immutabile. Neppure le armi erano rimaste le stesse. Si perfezionano come di
consueto con l'impiego. Barkhane è il nome di una duna che migra col vento
ed ha la forma di falce.



Per l’invasione di Panama gli Stati Uniti avevano scelto il nome Causa
Giusta. Che poi è quella dei potenti e dei vincitori. Chi ha il potere sulla
parola ha quello del diritto di decidere. La prima sconfitta è la resa alle
parole di chi chiama giusta la guerra. Per il colpo di stato in Guatemala
del 1954 si era usato il verbo Vincere. C’è chi in altri tempi aveva usato
credere, obbedire e combattere. La successione dei verbi è tutto meno che
casuale. Credere alla guerra totale al terrorismo significa obbedire ai
tempi attuali. Quanto al combattere esso è implicito nel metodo di
risoluzione dei conflitti. Lea altre operazioni in Vietnam si chiamavano
Tigre del Mare, Dragone di Fuoco, Artiglio d’ Orso e Gabbia di Castoro.
Barkhane invece va via col vento.



La Francia ha chiamato 14 Luglio l’operazione fallita per liberare la
Betancourt in Colombia. Viaggiava il 2003 della festa nazionale. Un venerdì
di undici anni dopo Hollande annuncia la chiusura della missione Serval.
Nome di un gatto selvatico che lasciava il posto ad una sabbia mobile
chiamata Barkhane. Nel 1943 il bombardamento di Amburgo era stato battezzato
Gomorra. La pioggia di fuoco erano le bombe alleate. Muro di Protezione è il
nome dell’operazione attuale a Gaza. Pioggia d’Estate era stata chiamata
quella del 2006. Colonna di Nubi il nome biblico dell’operazione del 2012.
Per la guerra di ‘liberazione’ in Irak il nome era anche il programma.
Tempesta del Deserto che continua ancora oggi sotto mentite spoglie. Dal
deserto alle dune.



Il Costarica assieme a pochi altri stati non ha un esercito dal 1948. Non ha
operazioni militari o nomi da imprestare alla guerra. I paesi più ricchi
sono quelli che si armano meglio. Sono coloro che inventano i nomi più
indicati al tipo di missione da perpetrare. Circa tremila militari francesi
saranno stazionati per combattere una guerra senza fine. Il nemico potrà
cambiare purché si trovi dalla parte che conviene. Terrorista è la parola
che tutti usano per sottrarre il diritto di sguardo. Il terrorista è colui
che si combatte ma che può esser utile altrove. L’importante è continuare ad
avere un nemico. Sarebbe difficile la vita politica e soprattutto quella
mlitare. E’la guerra che legittima e glorifica gli stati. Ne hanno bisogno
per assolversi. C’era una volta l’operazione Barkhane.



Marco Polo aveva notato che le dune emettevano musica. Del deserto
incontrato in Cina disse che

...È un fatto assodato e riconosciuto che questo deserto ospiti molte
presenze maligne. Questi spiriti a volte riempiono l’aria con i suoni di
ogni tipo di strumento musicale. Anche di tamburi e il fragore delle armi.
La duna Barkhane può migrare fino a 50 metri l’anno. Canta e cammina.



                                                                    mauro
armanino, niamey, luglio 2014 




è un fatto assodato e riconosciuto che questo deserto ospiti molte presenze
maligne, che spingono i viaggiatori alla distruzione con le illusioni più
straordinarie”. Questi spiriti, o djinn, “a volte riempiono l’aria con i
suoni di ogni tipo di strumento musicale, e anche di tamburi e il fragore
delle armi”.