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Auteur: Antonio Bruno
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Sujet: [NuovoLab] Si prepara ala città metropolitana: tagli da paura fiumi a rischio alluvione e strade in abbandono

La manovra di risparmio dell’Ente prima ella chiusura sarà drastica Per i dipendenti si prospetta una rasoiata di 7 milioni di euro in tre anni Non verranno risparmiate la cultura, le fasce deboli e gli studenti
Provincia, tagli da paura fiumi a rischio alluvione e strade in abbandono
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MICHELA BOMPANI genova.republbica.it

PULizia degli alvei di torrenti e rii quasi azzerata, con tagli per due milioni di euro, così come accadrà alla manutenzione delle strade, su tutto il territorio della Provincia. Chiusura totale delle centraline per l’ambiente, che rilevano la presenza di agenti inquinanti e analizzano l’aria che respiriamo. Tagli per 300.000 euro ai contributi agli studenti in situazioni di svantaggio. E poi “riduzione degli stanziamenti, pensionamenti, mobilità”, per i dipendenti della Provincia, per cui è prevista una rasoiata di quasi sette milioni di euro in tre anni.

È ALLARMANTE
la delibera di variazione di bilancio varata dalla Provincia di Genova, necessaria in seguito ai tagli imposti. La delibera numero 22 smonta punto per punto, sottraendo milioni di euro, gran parte delle eccellenze di competenza della Provincia, che dal 31 dicembre si dissolverà definitivamente per trasformarsi in Città metropolitana. Ma i tagli rimangono: valgono nel 2014, a esercizio in corso, 5 milioni. Per il 2015 e 2016 saranno di 8 milioni all’anno. E si abbattono su settori delicatissimi: il territorio, le fasce deboli,
i lavoratori.
Nero su bianco, a poche settimane dall’arrivo dell’autunno e con un dissesto idrogeologico cui il territorio provinciale ha già pagato un tributo altissimo, sulle tabelle della delibera c’è una condanna senza appello: non c’è più denaro per garantire la pulizia delle strade. Cosa accadrà con le piogge autunnali? E con le prime nevicate nell’entroterra? E anche la pulizia dei torrenti e dei rivi verrà fatta in economia estrema,
sarà carente e insufficiente. A dare un segnale simbolico (ma neppure poi tanto) della distruzione di trent’anni di tentativi di salvare l’ambiente è la dismissione delle centraline che monitorano la qualità dell’aria:
“chiusura totale” si legge nel documento. E pure viene azzerata la voce “acquisti per i controlli ambientali”. Con i tagli previsti nei prossimi due anni anche il futuro è ipotecato. Non soltanto del
nostro già fragile territorio, ma soprattutto delle persone che lo abitano. E che vi lavorano, vi studiano, lo percorrono.
Tagli pesanti si abbatteranno anche sul personale della Provincia,
tanto che nel documento si parla, oltre che di pensionamenti, anche di ridimensionamenti e di mobilità. Insomma la delibera pare la cronaca di un disastro annunciato. Del resto non è ancora
chiaro che fine faranno i 900 dipendenti della Provincia, quando scatterà il 1° gennaio. Attendevano un decreto disciplinare che definisse le funzioni delle città metropolitane, in cui conquindi
fluiranno: doveva arrivare il 5 luglio, poi l’8 agosto. Adesso è annunciato per settembre. Di fatto ci sono settori che ancora non sapranno se confluiranno nella città metropolitana o se saranno
“assorbiti” dalla Regione: le politiche del lavoro, la formazione professionale e i centri di servizi per l’impiego. Questi ultimi, peraltro, coinvolgono anche diversi servizi appaltati a cooperative, con circa 300 lavoratori coinvolti.
Anche le pulizie degli uffici saranno ridotte: un paio di interventi (in qualche caso uno solo) alla settimana. E il contratto con la cooperativa di guardianaggio (una decina di dipendenti) ha già la data di scadenza, 31 dicembre 2014. Già noto il taglio dei buoni pasto per i dipendenti: 900 persone riceveranno, dal primo settembre, soltanto due buoni pasto la settimana, peraltro ridotti del valore (da 7 a 5,29 euro). Significa che i dipendenti lavoreranno fino alle 14.30 senza intervallo, per gli altri tre giorni, perché l’orario settimanale non sarà ridotto. Questo dovrebbe far risparmiare circa 100.000 euro in un anno. Inoltre la mannaia si abbatte sul parco mezzi: le automobili in dotazione alla Provincia sa-
ranno tagliate di 35 unità (cinque nel 2014, 30 nel 2015) entro il prossimo anno e in alcuni casi è previsto addirittura l’uso dell’auto propria.
Viene confermata la chiusura
definitiva di uno dei due centri di formazione professionale della Provincia, il centro “Trucco” a Bolzaneto: se la struttura ha già smesso di funzionare da circa un anno, la decisione definitiva segnata sulla delibera segna il destino di una struttura di oltre 4000 metri quadrati, perfettamente recuperata, nella quale sono stati chiusi a chiave nove super- equipaggiati laboratori (meccanici, chimici, informatici), di cui non si conosce il destino.
Anche la cultura viene azzerata. Soppresso il contributo” al museo della Lanterna, un altro fiore all’occhiello della Provincia che tanto aveva investito nel valorizzare un monumento simbolo della città creando un percorso che sospende i visitatori sui lavori delle aree portuali, prima di arrivare al faro. Ugualmente scomparsi i contributi ad altri due istituti culturali cruciali della città: l’Accademia Ligustica di Belle Arti e il Teatro Stabile di Genova.

Il commissario Fossati “Se non interviene la Regione andremo dritti al dissesto”



COMMISSARIO,
i tagli varati con l’ultima delibera sono
davvero gravissimi. Cosa succederà?
«Se la Regione non si fa avanti, andremo al dissesto. Ho appena parlato con il presidente della Regione, Claudio Burlando, si è impegnato, nei primi giorni di settembre, a prendere il timone della situazione: la Regione ha un ruolo fondamentale, per salvare settori strategici che altrimenti andranno dissolti. Deve dire come e quanto assorbirà. E’ fondamentale. Ad esempio: la formazione. Ha costi elevatissimi. La Regione deve chiarire se la introietterà oppure no, ma allora si occupi dei finanziamenti. Sono anni che addolorano: cinque milioni e mezzo di tagli aggiuntivi nel 2014, l’anno scorso 20 milioni, 11 milioni nel 2012: e il futuro è ancora peggio».
Quali
sono le emergenze, in questo momento?
«Io ho paura di due cose: l’erba e le buche. Non ci sono più
fondi e le strade provinciali sono invase, ai lati, dalle piante che non possiamo più tagliare. L’anno scorso il 60% dell’appalto per il taglio dell’erba veniva affidato agli artigiani locali, adesso non più, abbiamo la gestione diretta. E ci troviamo 1100 chilometri di strade provinciali con neppure 100 uomini a doversene occupare».
Il
clima piovoso di questi mesi ha peggiorato le cose?
«Certo. Le buche di pochi centimetri, dopo un acquazzone, diventano fenditure gravi delle strade, i terreni franano. E le erbe proliferano invadono le strade, ma anche gli alvei dei fiumi».
Tagli
alla pulizia degli alvei: l’incubo alluvione sembra
assicurato in una situazione così.
«Guardi, abbiamo i denari soltanto per tagliare le erbe, gli alberi e gli arbusti, poi dobbiamo spesso lasciare il materiale lungo gli argini, perché non abbiamo più soldi per pagarne il trasferimento. Con il denaro che ci assegna il Demanio, riusciamo a malapena a fare questo, Regione e governo non danno più alcun contributo e il nostro borsino per la pulizia degli alvei si è, di fatto, dimezzato». (m. bo.)