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Comunicato CC 27/2014 - 10 agosto 2014

Inutile per lettori frettolosi!

Questo Comunicato presuppone lettori che seguono il corso delle cose nel
proprio paese e nel mondo, che vogliono ragionare con la loro testa su
di esso e trovare la soluzione per cambiarlo nella direzione del
progresso morale e intellettuale dell'umanità. Chi non vuole dare
soluzione ai problemi, finisce per non capirli neanche più (Charles
Fourier).

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[6]_]

Cento anni fa la borghesia imperialista dava inizio alla prima Guerra
Mondiale e contro di essa la parte migliore dell'Internazionale
Socialista dava inizio alla prima ondata della rivoluzione proletaria
mondiale

QUALI INSEGNAMENTI PER CAMBIARE IL CORSO ATTUALE DELLE COSE?

Proprio in questi giorni gli esponenti di punta, i capi più illustri dei
peggiori carnefici (in guanti gialli, beninteso!) del mondo, recitano
insieme in Iraq lo spettacolo del soccorso ad alcune delle vittime dei
loschi traffici che quei carnefici conducono in ogni angolo del mondo.
Barack Obama e papa Francesco vanno assieme al soccorso dei cristiani e
degli yazidi perseguitati in Iraq dalle bande che quegli stessi
carnefici hanno fatto raccogliere, armare e addestrare in Siria, mentre
i massacri dagli stessi carnefici perpetrati continuano a Gaza e in
Palestina, in Siria, in Ucraina, in Libia, in Somalia e altrove e i loro
traffici e le loro guerre dichiarate e no imperversano in America
Latina, in Africa, in Asia e negli stessi paesi imperialisti. Triste è
la sorte dei movimenti e dei popoli che mettono la propria sorte nelle
mani dei caporioni della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti
europei, americani e sionisti!

IL SISTEMA IMPERIALISTA PROVOCA IN TUTTO IL MONDO MISERIA ED
EMARGINAZIONE CRESCENTI DELLA GRANDE MASSA DELLA POPOLAZIONE,
DEVASTAZIONE DELL’AMBIENTE E GUERRA.

DOPO L’ESAURIMENTO DELLA PRIMA ONDATA DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA, LA
BORGHESIA IMPERIALISTA E IL SUO CLERO HANNO RIPRESO IN MANO LA DIREZIONE
DEL MONDO: IL CORSO ATTUALE È IL RISULTATO DELLA LORO DIREZIONE. IL
SISTEMA CAPITALISTA NON È IN GRADO DI DARE DI MEGLIO ALL’UMANITÀ.

NOI COMUNISTI POSSIAMO E DOBBIAMO CAMBIARE IL CORSO DELLE COSE.

POSSIAMO E DOBBIAMO IMPARARE DALL’ESPERIENZA DELLA PRIMA ONDATA E
SUPERARE I LIMITI CHE CI HANNO IMPEDITO ALLORA DI INSTAURARE IL
SOCIALISMO NEI PAESI IMPERIALISTI.

POSSIAMO E DOBBIAMO MOBILITARE LE MASSE POPOLARI A INSTAURARLO E A
FONDARE UN SISTEMA DI RELAZIONI INTERNAZIONALI FONDATO SULLA SOLIDARIETÀ
E LA COLLABORAZIONE.

POSSIAMO E DOBBIAMO SVILUPPARE LA SECONDA ONDATA DELLA RIVOLUZIONE
PROLETARIA MONDIALE.

IL PRIMO PAESE IMPERIALISTA CHE ROMPERÀ LE CATENE DEL SISTEMA
FINANZIARIO INTERNAZIONALE, APRIRÀ LA VIA ANCHE ALLE MASSE POPOLARI
DEGLI ALTRI PAESI. L’ITALIA PUÒ ASSOLVERE A QUESTO RUOLO.

Il nostro paese sta vivendo una crisi grave, il mondo sta vivendo una
crisi grave. In questi giorni cade il centesimo anniversario dell'inizio
della Prima Guerra Mondiale e della prima ondata della rivoluzione
proletaria mondiale. Questa iniziò come movimento delle masse popolari
con alla testa la classe operaia guidata dai comunisti per far fronte
alla guerra imperialista, a partire dalla Grande Rivoluzione d'Ottobre
del 1917 guidata da Lenin e da Stalin.

Il 4 agosto 1914 i parlamentari della socialdemocrazia tedesca votarono
i crediti di guerra al governo di Berlino e con questo chiusero l'epoca
della II Internazionale che aveva creato grandi organizzazioni operaie
di massa in tanti paesi e nel cui ambito si era sviluppato anche il
Partito di Lenin e di Stalin.

Il Partito socialdemocratico tedesco era stato fino allora il Partito
guida della II Internazionale che riuniva partiti socialisti di molti
paesi di tutti i continenti. Con il voto del 4 agosto, esso tradì
apertamente e vergognosamente il Manifesto (25 novembre 1912) del
congresso internazionale socialista di Basilea e diede a tutti i partiti
socialisti europei e del mondo l'esempio del tradimento dei propri
compiti verso la classe operaia, le masse popolari e la causa del
socialismo. Il Manifesto di Basilea infatti denunciava che i gruppi
imperialisti e tutte le maggiori potenze mondiali conducevano il mondo
verso una conflagrazione generale: essi si erano spartiti già il mondo
tra loro e litigavano perché ognuno voleva aumentare la sua parte del
bottino. Anche allora il sistema capitalista era arrivato a un punto in
cui, in sintesi, ogni capitale poteva valorizzarsi solo allargando il
proprio campo d'investimento a spese di altri capitali che già
l'occupavano, eliminandoli: il maggiore ostacolo alla crescita del
capitale (e il capitale non può vivere senza crescere) era il capitale
stesso. Gli Stati dei paesi imperialisti incarnavano questa necessità
dei capitalisti e la traducevano nella politica aggressiva tra le grandi
potenze imperialiste e tra le alleanze che esse avevano stretto tra di
loro, ognuna per rapinare l'altra. Esse fomentavano una sequela senza
fine di guerre in ogni parte del mondo e andavano verso una
conflagrazione generale. Il Manifesto di Basilea impegnava solennemente
e chiaramente ogni partito socialista a combattere contro il governo del
proprio paese se avesse osato lanciarsi nella guerra imperialista che
incombeva sull'Europa e sul mondo.

Per questo aspetto, noi oggi viviamo una situazione analoga. La Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti
pretende di dettare legge e imporre i suoi interessi in tutto il mondo,
sovverte gli Stati che le resistono, sfrutta in ogni parte del mondo il
malcontento delle masse popolari per mobilitare, armare e gettare in
guerre insensate bande a cui dopo un po' ne contrappone altre: i paesi
arabi e musulmani sono il terreno dove questa azione si dispiega in modo
più aperto, grazie all'interesse particolare degli agenti sionisti
impegnati nella pulizia etnica della Palestina e nel genocidio dei
palestinesi. Il suo ordine mondiale è la guerra generale, la
devastazione del pianeta e la crisi materiale, intellettuale e morale
dell'umanità.

La sola alternativa a questo corso delle cose è l'instaurazione del
socialismo. Noi comunisti valorizziamo le grandi conquiste pratiche,
intellettuali e morali fatte dall'umanità. La borghesia ha avuto un
periodo progressista e ha portato l'umanità a fare grandi progressi in
tutti i campi. Noi trasformiamo la società borghese secondo la linea di
trasformazione che le è propria. Essa ha fuso popoli e regioni in un
unico sistema di produzione. Ha creato le condizioni per cui gli uomini
possono produrre tutto quanto è loro necessario e nella quantità che sta
a loro determinare. Sono finiti i tempi in cui difendersi dalla fame e
dal freddo era un'impresa; in cui le carestie, le epidemie e i "disastri
naturali" sembravano castighi di dio. Grazie alla borghesia l'umanità ha
imparato che la conoscenza e la cultura possono progredire all'infinito,
che la materia è trasformabile e ritrasformabile all'infinito. Noi
comunisti abbiamo scoperto e mostrato che quello che impedisce il
dispiegamento positivo di questa grandi conquiste è il sistema
capitalista stesso. Per sua natura contrappone gli interessi di uno agli
interessi dell'altro, a livello di individui, di gruppi e di paesi. Ogni
macchina, ogni struttura, ogni conoscenza per il capitalista è capitale
che deve essere valorizzato, si computa in denaro e deve produrre più
denaro. Questo alimenta e aggrava ogni antagonismo tra individui, tra
gruppi e tra paesi. Il dominio della borghesia e del suo clero nel
sistema delle relazioni internazionali, nelle relazioni sociali interne
a ogni paese e nella formazione della personalità, della mentalità e
della concezione del mondo di ogni individuo impedisce il sorgere
dell'umanità di cui la borghesia stessa ha creato le basi: un'umanità
che sia associazione di individui in cui il libero sviluppo di ognuno è
la condizione per il libero sviluppo di tutti. Eppure questa è la sola
organizzazione sociale che è capace di valorizzare e usare in positivo
le grandi conquiste materiali e spirituali di cui l'umanità oggi
dispone, conquiste che invece senza questo contesto si trasformano in
potenze distruttive e di morte.

Questa trasformazione è necessaria ma non avviene spontaneamente. È come
l'educazione di un bambino: una trasformazione di cui il bambino ha
bisogno, che non è arbitraria ed è anzi dettata a grandi linee dalla sua
natura, ma che il bambino non compie e che per la sua stessa natura non
può compiere da solo appunto perché è ancora un bambino. Le masse
popolari hanno bisogno del comunismo, ma esso comporta che le masse
popolari abbiano raggiunto un livello di organizzazione e di coscienza
da cui, per la natura del suo stesso sistema sociale e per gli
accorgimenti della controrivoluzione preventiva, la borghesia
imperialista e il suo clero escludono le masse popolari. L'umanità per
trasformarsi ha bisogno che quelli che hanno una comprensione più
avanzata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta delle
classi sfruttate dai capitalisti e dei popoli oppressi dal sistema
imperialista, si coalizzino tra loro per avere così le forze e i mezzi
per mobilitare il resto delle masse popolari ad assurgere a un livello
crescente di organizzazione e di coscienza, a compiere quella
trasformazione delle relazioni sociali e di loro stesse a cui la
borghesia imperialista e il suo clero si oppongono con tutte le forze
che il dominio della società, che ereditano dalla storia che abbiamo
alle spalle, mette nelle loro mani nonostante gli effetti distruttivi
della loro direzione. Per le masse popolari questa impresa è come una
medicina amara, la cura indigesta di una malattia grave: richiede un
grande sforzo intellettuale, morale e pratico e solo grazie a questo
grande tensione delle forze e alle convulsioni che essa comporta può
compiersi e dispiegare i suoi effetti benefici.

Questa grande impresa che l'umanità deve compiere è l'oggetto del
marxismo, della concezione comunista del mondo. I fondatori del
movimento comunista e i promotori di questa scienza hanno fatto della
storia umana l'oggetto della loro ricerca. Per secoli, per millenni la
filosofia materialista, la cui nascita si perde nella notte dei tempi,
si era occupata della conoscenza degli oggetti, di come era fatto il
mondo. Gli uomini cercavano di capire come era fatto il mondo che li
circondava e come si formavano le loro idee e immagini di esso. Il
materialismo dialettico ha trasposto questo metodo anche alla società
umana, alla sua storia, alla relazione tra la società e gli individui, a
come la società forma gli individui e a come gli individui fanno la
storia dell'umanità. Non a caso il materialismo dialettico è nato quando
la borghesia, sebbene del tutto inconsapevolmente (ogni capitalista
infatti è mosso dalla spinta a valorizzare il suo capitale) ha
sovvertito a ritmo accelerato tradizioni, valori, idee, divisioni,
ordini e confini millenari, ha rimesso tutto in discussione. Questo ha
portato i fondatori della concezione comunista del mondo, Marx ed
Engels, a elaborare il materialismo dialettico, la filosofia
dell'attività sociale dell'uomo: perché e come si trasforma e si
dispiega l'attività delle società umane. Gli uomini hanno capito che
essi fanno la loro storia. Ma se fino allora l'avevano fatta spinti dal
bisogno di alimentarsi e di difendersi dalla natura, ora il progresso
delle forze produttive e della scienza li liberava e li rendeva capaci
di determinare essi stessi l'ulteriore sviluppo della loro storia.

Questa è la concezione del mondo di cui avevano bisogno le classi
sfruttate e oppresse della società borghese e non a caso è diventata la
concezione del mondo della classe operaia man mano che essa lottava per
emanciparsi dalla sua condizione di classe sfruttata, di materiale umano
(risorsa umana) usata dalla borghesia per aumentare il suo capitale. È
diventata anche la concezione del mondo che ha guidato i popoli oppressi
dal sistema imperialista mondiale man mano e quando hanno lottato per
porre fine alla loro condizione di terreno di investimento dei gruppi
dominanti del sistema imperialista mondiale che si erano spartiti tra
loro il mondo.

La prima ondata della rivoluzione proletaria è stata il primo assalto al
cielo della classi sfruttate e dei popoli oppressi. Il primo assalto per
porre fine al sistema imperialista facendo di tutta l'umanità, liberata
da antagonismi di classe e da divisioni di razza, di nazione, di genere
e di cultura, un'associazione in cui il libero sviluppo di ogni
individuo è la condizione per il libero sviluppo di tutti.

A causa dei limiti dei comunisti nel comprendere le condizioni, le forme
e i risultati della lotta di classe, la prima ondata della rivoluzione
proletaria non ha instaurato il socialismo nei paesi imperialisti e si è
quindi esaurita. Persino i primi paesi socialisti, a partire dall'Unione
Sovietica, creati in paesi arretrati quanto allo sviluppo del modo di
produzione capitalista, si sono in larga misura reintegrati nel sistema
imperialista mondiale. Il nuovo non è riuscito a eliminare il vecchio
che lo aveva dominato, il vecchio ha ripreso il sopravvento e il
risultato è il marasma di fango e di sangue che minaccia di sommergerci,
l'incubo che assilla chi non si stordisce ma non vede neanche che
uscirne è possibile e che dipende da lui portare nel mondo luce e aria
pulita.

Il mondo attuale è il risultato dell'esaurimento della prima ondata
della rivoluzione proletaria, della ripresa in mano della direzione del
mondo da parte della borghesia imperialista e del suo clero (il clero
cristiano con al centro la Chiesa Cattolica Romana), della nuova crisi
generale per sovrapproduzione assoluta di capitale in cui la borghesia
imperialista si è per sua propria natura nuovamente impigliata. Quelli
che cercano di spiegare l'origine e la natura del corso attuale delle
cose trascurando questi tre eventi, formulano frasi vuote e fedi senza
senso. Nel corso attuale delle cose alle mosse scomposte che dalla loro
posizione di riconquistato dominio le istituzioni e i personaggi della
Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e
sionisti compiono per perpetuare il loro dominio e i loro privilegi, si
contrappongono le iniziative dei comunisti che valorizzano le mille
forme di resistenza e le lotte che le masse popolari spontaneamente
(cioè indipendentemente dall'attività dei comunisti, in alcuni casi
mobilitate addirittura dai gruppi imperialisti stessi) sviluppano in
ogni parte del mondo (dall'America Latina all'Asia, dall'Europa
all'America del Nord all'Africa), per fare di esse la forza politica che
instaurerà il socialismo nei paesi imperialisti e ridarà vigore alle
rivoluzioni di nuova democrazia dei paesi oppressi. A questo fine i
comunisti si riappropriano della concezione comunista del mondo e la
sviluppano facendo tesoro degli insegnamenti della prima ondata della
rivoluzione proletaria e del corso attuale delle cose: per indicare
chiaramente sia questa continuità sia l'innovazione chiamiamo
marxismo-leninismo-maoismo la concezione del mondo che ci guida, la
scienza della trasformazione della società tratta dall'esperienza della
sua trasformazione.

In questo contesto mondiale, oltre ai due protagonisti principali appena
indicati, bisogna considerare il ruolo particolare che svolgono la Cina,
la Russia e i "paesi emergenti", ruolo che nella cultura corrente, in
larga misura dettata dalla borghesia imperialista, è travisato perché
viene sistematicamente trascurato il ruolo della lotta di classe che
invece è ancora oggi il fattore in definitiva decisivo del corso delle
cose.

NELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE la proprietà delle forze produttive è
ancora in larga misura la proprietà pubblica residua dalla prima ondata
della rivoluzione proletaria, ma la Cina alla fine degli anni '70 ha
abbandonato il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale
che sotto la direzione di Mao Tse-tung e del Partito Comunista Cinese
aveva assunto dopo che, con la svolta impressa da Kruscev nel 1956,
l'Unione Sovietica l'aveva gradualmente abbandonato; il potere politico
non è più nelle mani della classe operaia e la partecipazione delle
masse popolari alla vita politica e alla cultura che con la Rivoluzione
di Nuova Democrazia (1927-1949) e la Rivoluzione Culturale Proletaria
(1966-1976) aveva compiuto grandi passi avanti, non solo non progredisce
ma è stata ricacciata indietro; la borghesia sviluppa su scala crescente
la sua influenza, i capitalisti cinesi aumentano di numero, di forza e
di arroganza, le contraddizioni tra le classi, tra le regioni e tra i
settori si aggravano, il settore pubblico dell'economia è gestito sempre
più con criteri capitalisti da ammiratori e seguaci della via
capitalista come lo era in Unione Sovietica a partire dalla svolta
impressa da Kruscev nel 1956 e proseguita durante l'epoca di Breznev;
nei settori dove la borghesia non ha ancora stabilito la proprietà
privata dei mezzi di produzione, la direzione della borghesia si
manifesta nella crescente corruzione che invano capi di governo
periodicamente denunciano e contro cui inutilmente lanciano campagne
analogamente a come avveniva nell'Unione Sovietica dell'epoca Breznev;
la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e
sionisti ha buon gioco nell'approfittare con arroganza dei contrasti di
ogni genere che lo sviluppo capitalista produce in Cina per sgretolare
la Cina, minare l'unità del paese, ostacolare su tutti i piani
(economico, finanziario, politico, scientifico, ecc.) i capitalisti
cinesi nel sistema di relazioni internazionali, sfruttare direttamente o
indirettamente i lavoratori cinesi. Il ruolo acquisito dalla Cina nel
mondo è un aspetto del sistema imperialista mondiale dominato dalla
Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e
sionisti e la Cina è al traino delle manovre della Comunità, su una
posizione principalmente difensiva.

IN RUSSIA la proprietà privata delle forze produttive è stata
completamente ristabilita dopo il colpo di Stato di Eltsin che nel 1991
ha dissolto l'Unione Sovietica completando l'opera di distruzione delle
conquiste socialiste iniziata da Kruscev e portata avanti da Breznev e
infine da Gorbaciov; la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti
europei, americani e sionisti ha in vari modi soggiogato e inghiottito
una gran parte delle ex repubbliche sovietiche; i capitalisti dirigono
ora la Russia, ma la Russia, come paese capitalista, nonostante la forza
che ha ereditato dall'Unione Sovietica è ridotta a difendere con fatica
il suo territorio e la sua partecipazione al sistema delle relazioni
internazionali dall'aggressione della Comunità Internazionale. La CI non
tollera limiti all'espansione del terreno d'investimento dei suoi
capitali né vincoli alla loro libertà d'azione. Essa ha portato la
guerra sino ai confini tra la Russia e l'Ucraina, ma la Russia non aiuta
la resistenza in Ucraina perché le repubbliche popolari dell'Ucraina
orientale pongono all'ordine del giorno una lotta di classe che la
borghesia russa deve soffocare. La loro vittoria sarebbe non solo la
sconfitta della CI: sconvolgerebbe anche la Russia capitalista.

Alcuni ritengono che la Cina, la Russia oppure l'alleanza Cina-Russia
faranno fronte all'imperialismo USA e alla CI. Le loro concezioni si
basano sulle dimensioni economiche (sulla competizione economica tra
sistemi, come l'intendeva Kruscev - sia detto per chi ha la memoria
corta), a prescindere dalle altre relazioni internazionali e dalle
relazioni tra le classi nei singoli paesi. Se i loro cultori si
dichiarano marxisti, adottano una caricatura del materialismo storico,
ragionano delle relazioni internazionali come ragionano i soci di
un'impresa capitalista (quanto capitale ci metti tu, quanto ce ne metto
io; qual è il tuo giro d'affari, qual è il mio): non pongono la lotta di
classe come principio base per capire lo sviluppo della storia di cui la
lotta di classe è ancora oggi il motore principale. Oggi la CI conduce
lotte sovversive in Cina e in Russia, mentre la Cina e la Russia non
conducono lotte sovversive negli USA e in Europa. Perché? Perché la CI
ha la forza militare, politica, finanziaria e commerciale per condurre
impunemente (senza sanzioni, senza reazione esterna e senza
destabilizzare le relazioni di forza tra le classi all'interno dei
singoli paesi imperialisti, almeno in quelli che dettano la legge, in
particolare negli USA) le sue manovre di destabilizzazione in Cina, in
Russia come negli altri paesi del mondo (basta vedere cosa sta facendo
in Venezuela e in altri paesi dell'America Latina). La Cina e la Russia
invece non osano immischiarsi negli affari interni dei paesi della CI
perché dipendono dal loro sistema finanziario. Non hanno nulla da dire
alle classi sfruttate e alle masse popolari emarginate dei paesi
imperialisti. Ai paesi oppressi offrono a condizioni vantaggiose
investimenti e accordi commerciali, ma si ritirano in buon ordine quando
i gruppi e le potenze imperialiste della Comunità Internazionale
mostrano i denti e mettono in campo la loro forza militare: basta vedere
i casi diversissimi della Libia e dell'Argentina. Cina e Russia sono
succubi del sistema finanziario, commerciale, scientifico, culturale e
delle informazioni dominato dalla CI.

Ci fu un tempo, durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, in
cui la Cina e ancora di più l'URSS erano "convitati di pietra" e ben più
che convitati di pietra nella lotta politica in Europa, negli USA e nel
mondo. Concentriamoci sull'URSS. Da dove veniva la forza dell'URSS di
Lenin e di Stalin, benché fosse militarmente ed economicamente inferiore
ai paesi imperialisti? L'URSS di Lenin e di Stalin si è sempre giovata
della solidarietà dei popoli oppressi e delle classi sfruttate e ha
sostenuto le une e gli altri nella loro lotta per l'emancipazione.
Questo faceva dell'URSS di Lenin e di Stalin una potenza mondiale
nonostante la sua debolezza militare ed economica di fronte ai paesi
imperialisti, una potenza mondiale che dirigeva la politica mondiale
perché ispirava le classi sfruttate e i popoli oppressi di tutto il
mondo e costringeva la borghesia sulla difensiva. Le potenze
imperialiste subivano la sua iniziativa. Fondavano le associazioni
Anticomintern, tramavano in segreto, erano alla ricerca del modo di
contenere l'avanzata del movimento comunista nel loro stesso paese e nei
loro "cortili di casa", mobilitavano cielo e terra, il Papa e il Dalai
Lama per far fronte al movimento comunista che aveva nell'URSS prima (e
poi nella Cina) la sua base rossa mondiale.

Da quando con il XX Congresso del PCUS Kruscev ha rinunciato al ruolo di
base rossa e ha sostituito l'appoggio dell'URSS alla rivoluzione
proletaria, alle classi e ai popoli oppressi, con la competizione tra il
campo socialista e il campo capitalista nello sviluppo economico e
militare, l'URSS ha incominciato a perdere colpi sul piano
internazionale e a declinare sul piano interno: la direzione della sua
politica e della sua economia venne sempre più assunta dai fautori della
via capitalista. Invece il socialismo si sviluppa solo se alla testa
della politica, dell'economia e del complesso delle attività sociali vi
sono i fautori della via al comunismo, uomini decisi a battersi a ogni
costo per il comunismo, con un accanimento superiore a quello con cui i
capitalisti perseguono i propri affari e con una lungimiranza e
scientificità che i capitalisti non hanno perché essa viene dalla
concezione comunista del mondo, dal Partito comunista, dall'appoggio
delle masse popolari e dalla fedeltà alla causa delle loro
emancipazione.

Per questo la debole Unione Sovietica di Lenin e di Stalin, che aveva
ereditato l'arretratezza dell'impero zarista, tenne testa alle potenze
imperialiste coalizzate mentre la forte e ricca Russia di Putin e di
Medvedev, che ha ereditato dall'URSS un grande armamento e un avanzato
livello scientifico e tecnologico, è succube della Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti,
subisce le loro iniziative ai suoi confini e all'interno dello stesso
paese, non arriva fino a consegnare Edward Snowden ai suoi persecutori,
ma ne tollera a fatica e ne limita la denuncia dei crimini del governo
di Washington e gli centellina i permessi di soggiorno.

Nei PAESI CAPITALISTI DETTI EMERGENTI, appartenenti al gruppo dei BRICS
(Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) e altri (Turchia, Indonesia,
alcuni paesi africani e di altri continenti), l'economia capitalista si
sviluppa al servizio della Comunità Internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti, come pezza e rimedio
parziale e precario alla sovrapproduzione assoluta di capitale in cui
quei gruppi imperialisti sono impigliati. Si sviluppa formando in ogni
paese un nuovo strato di ricchi (capitalisti, dirigenti, professionisti,
funzionari, impiegati, trafficanti, ecc.) e rendendo impossibile la vita
a una parte crescente di contadini che è ridotta ad abbandonare la terra
e a condurre una vita miserabile e precaria nelle grandi città locali o
emigrare nei paesi della CI nelle condizioni di cui sono piene le
cronache e lasciando nel Mediterraneo e nei deserti americani una scia
di cadaveri.

In conclusione, né la Cina, né la Russia, né i paesi emergenti sono
un'alternativa di qualche prospettiva alla Comunità Internazionale dei
gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Essi non possono
cambiare il corso delle cose. Solo il movimento comunista, la sua
rinascita e la nuova ondata della rivoluzione proletaria può condurre
l'umanità su una strada diversa da quella impressa dalla CI.

Vi sono oggi nel mondo paesi, il Venezuela e i paesi dell'ALBA sono i
casi esemplari, diretti da uomini e partiti che conducono una politica
di indipendenza nazionale e di resistenza all'imperialismo, senza aver
instaurato il socialismo (potere della classe operaia organizzata e
delle masse popolari organizzate dirette dal partito comunista,
proprietà pubblica delle principali forze produttive e pianificazione
dell'attività economica, promozione sistematica della partecipazione
universale delle masse popolari all'attività politica e alla cultura e
del loro accesso a un crescente livello di organizzazione e coscienza).
Ognuno di questi paesi si avvale di condizioni particolari (per il
Venezuela principalmente la tradizione antimperialista delle Forze
Armate e la rendita petroliera nazionalizzata) per promuovere il
miglioramento delle condizioni delle masse popolari e sottrarsi almeno
in parte alle costrizioni della Comunità Internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti. Essi seguono la via, che nel
1917 per alcuni mesi anche Lenin aveva preso in considerazione in
Russia, di "far lavorare i capitalisti per andare verso il socialismo".
Noi comunisti salutiamo la loro azione internazionalista e appoggiamo
con tutte le nostre forze la resistenza che essi oppongono al sistema
imperialista. La loro azione avvantaggia le classi sfruttate e i popoli
oppressi di tutto il mondo. La rivoluzione socialista che noi conduciamo
nel nostro paese e la seconda ondata della rivoluzione proletaria che si
sviluppa in tutto il mondo si giovano della loro azione e sono anche una
forma di solidarietà nei loro confronti. Noi auspichiamo che questi
paesi riescano a far fronte con successo alla guerra coperta o aperta
che la CI conduce contro di loro e a realizzare il loro progetto di "far
lavorare i capitalisti per andare verso il socialismo", ma certamente
non è la stessa strada che dobbiamo praticare e che pratichiamo noi
comunisti dei paesi imperialisti. Noi conduciamo la rivoluzione
socialista per espropriare la borghesia imperialista e instaurare il
socialismo.

È possibile instaurare il socialismo nei paesi imperialisti? È possibile
fare la rivoluzione socialista negli USA, nei paesi dell'Europa
occidentale?

Tutta l'analisi condotta dal nostro Partito risponde di sì. Smentisce la
vuote dichiarazioni (le dichiarazioni vuote di argomenti) di Oliviero
Diliberto e dei suoi amici che le condizioni per instaurare il
socialismo "non sono state ancora oggi (scriveva il Diliberto nel 2011
in _Ricostruire il partito comunista_ - Marx XXI, pag. 51) raggiunte in
nessuna parte del mondo", il socialismo "appartiene a un futuro non
ravvicinato". Al contrario l'analisi del presente e il bilancio della
prima ondata fatti dal nostro Partito confermano le tesi di Lenin, di
Stalin, di Gramsci, di Mao che è possibile instaurare il socialismo nei
paesi imperialisti, negli USA e nei paesi imperialisti d'Europa.

Noi comunisti non abbiamo instaurato il socialismo durante la prima
ondata perché nessun partito comunista ha mai studiato e sperimentato,
elaborato una scienza della rivoluzione socialista nei paesi
imperialisti. I partiti comunisti sorti per impulso della I
Internazionale Comunista (IC) hanno lottato eroicamente contro il
nazifascismo, hanno difeso le libertà della democrazia borghese cercando
di ampliarle a vantaggio delle masse popolari, hanno strappato grandi
conquiste di civiltà e di benessere. Ma non si sono mai cimentati
nell'opera di instaurare il socialismo, l'hanno accantonata e, appena
l'URSS con il XX Congresso del PCUS del febbraio 1956, ha abbandonato il
ruolo di base rossa, si sono anche apertamente liberati del compito
(VIII Congresso del PCI, dicembre 1956): luridi individui di cui la
storia ha messo a nudo le vergogne, come Bertinotti e Napolitano, sono
gli epigoni di questa deriva.

Non abbiamo instaurato il socialismo durante la prima ondata perché tra
tutti i dirigenti dei partiti comunisti, dei partiti della prima
Internazionale Comunista, Antonio Gramsci è stato l'unico che ha seguito
sistematicamente e a fondo l'esortazione di Lenin e di Stalin di
"studiare la strategia della rivoluzione socialista nei paesi
imperialisti" (IV Congresso dell'IC, 1922), ha riconosciuto che il
partito che egli dirigeva (il PCI creato nel gennaio 1921 grazie all'IC)
non era ancora dotato di una strategia adeguata (_Cinque anni di vita
del Partito [7]_, in _l'Unità_ 24 febbraio 1926) e ha studiato la
strategia della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti. Ma lo
dovette fare da prigioniero, nelle condizioni che i fascisti gli
imposero fino alla morte (nel 1937) e con i limiti dovuti all'isolamento
e alla mancanza della possibilità di sperimentare. Per di più il suo
insegnamento venne non solo ignorato al momento ma, dopo la Liberazione
nel 1945, travisato e occultato da Togliatti e dai suoi soci che
condividevano, già allora, le tesi che il Diliberto oggi risfodera come
_Appunti per una discussione_: che instaurare il socialismo nei paesi
imperialisti non è possibile.

Per questo oggi noi ci troviamo alle prese con un'impresa nuova. E il
primo fondamentale compito per ogni dirigente comunista oggi è fondare
scientificamente la sua certezza granitica che instaurare il socialismo
nei paesi imperialisti è possibile. Gran parte dei problemi e delle
difficoltà che incontriamo ad avanzare, anche a imparare a fare la
rivoluzione socialista, a condurre la Guerra Popolare Rivoluzionaria [8]
(GPR), ad elevare il livello intellettuale e morale nelle nostre file è
dovuta a incertezze e dubbi su questa questione. L'abbiamo chiamata
anche "adesione identitaria" al Partito. Si è comunisti perché il
comunismo è un ideale giusto, perché il meglio che l'umanità ha espresso
negli ultimi cento anni si è formato nel movimento comunista, perché il
nuovo Partito comunista italiano è quanto intellettualmente e moralmente
di meglio c'è sulla piazza. Ma non si è convinti che instaurare il
socialismo nei paesi imperialisti è necessario e possibile, sulla base
della comprensione profonda della storia della società umana e in
particolare della storia della società borghese e delle sue leggi di
sviluppo. E dove c'è il dubbio, prende piede il senso comune:
probabilmente non è possibile, se non si è mai fatto ci sarà pure un
perché, chissà se mai si potrà fare, forse in un futuro lontano...
intanto bisogna pur vivere. Che direste di una persona che, di fronte a
una donna che ha le doglie del parto, si mettesse a ponzare: ma forse
dovrebbe partorire, forse prima o poi partorirà, forse dovrei fare
qualcosa, vediamo un po' cosa succede, vediamo come va a finire, ma io
adesso devo andare a far la spesa per la mia mamma.

Noi facciamo fatica a imparare come fare, perché nelle nostre file ci
sono molti compagni che dubitano che sia possibile fare, esitano e
tergiversano, guardano al vecchio modo di fare della sinistra dei
partiti comunisti (alla Secchia, alla Vaja, alla Alberganti, ecc.) che
ha perso la partita con i revisionisti di Togliatti e di Berlinguer (e
l'avrebbe persa per mala sorte o per un accidente) - in sostanza come ci
guardano i seguaci di Marco Rizzo. I mal di pancia e le ansie che ci
sono nelle nostre file vengono dal dubbio che instaurare il socialismo
nei paesi imperialisti sia possibile.

È possibile? Siamo sulla buona strada? Queste ansie non si curano con
esortazioni, con atti di fede o con antidepressivi. La lotta per il
comunismo richiede da parte dei dirigenti e promotori un'adesione tale
che bisogna fondarla, al di sopra di incidenti e mal di pancia che a
ogni individuo possono capitare, sullo studio scientifico
dell'esperienza e sulla sperimentazione, con la serenità, la
determinazione e il metodo che si richiedono in ogni altra grande
impresa innovativa fondata sulla scienza. Chi cercò di circumnavigare il
mondo, compiva un'impresa nuova, basata sull'astronomia e su altre basi
scientifiche: sapeva che era possibile.

Una volta che si ha questa convinzione, trovare la strada, definire la
strategia ed elaborare tattiche diventa relativamente più semplice,
perché su questo aiuta tutta l'esperienza della prima ondata oltre alla
conoscenza della società che dobbiamo trasformare.

La nostra strategia è la GPR e la nostra tattica, da quando è iniziata
la fase acuta e terminale della crisi generale, è la costituzione del
Governo di Blocco Popolare [9] (GBP), la creazione delle tre condizioni
per la sua costituzione e rendere impossibile ai vertici della RP di
governare il paese in modo da indurli a ingoiare la costituzione del GBP
in attesa di tempi migliori che sarà nostra cura non far arrivare.

Noi oggi dobbiamo fare esperienza sul terreno della GPR nelle condizioni
attuali. Si tratta di praticare sistematicamente campagne che finora
abbiamo condotto sporadicamente. Sul piano delle operazioni tattiche e
delle battaglie si tratta di generalizzare moduli che abbiamo praticato
con insufficiente coscienza di concatenazione e sinergia: condurre con
le forze di cui già si dispone l'attacco nelle fessure e negli appigli
del sistema di potere della borghesia imperialista e del suo clero, nei
punti dove l'attacco consente di raccogliere nuove forze; portare quindi
con le forze accresciute nuovi e superiori attacchi fino a rovesciare il
rapporto di forza. Questo è condurre con determinazione,
inflessibilmente e con scienza la GPR. La crisi generale del capitalismo
fa di questa nostra strategia la sola alternativa per le larghe masse
popolari al corso disastroso delle cose dettato dalle borghesia
imperialista e dal suo clero.

"Se continua così, si va al disastro", esclama Giorgio Cremaschi.
Appunto! Per non andarci, bisogna che applicare su larga scala la nostra
linea, la sola che cambierà il corso delle cose. Lasciamo il Landini e
la Camusso latrare alla luna: invocare da Renzi, Berlusconi, Napolitano
o da Merkel, Obama, papa Francesco e Mario Draghi una "diversa politica
industriale", la crescita e la ripresa. Gioviamoci anche dell'attività
dei fautori del conflitto, del conflitto sempre più largo, sempre più
coordinato e sempre più ... conflittuale e diamo uno sviluppo positivo,
a favore della mobilitazione e organizzazione delle masse popolari, a
un'attività che altrimenti genera delusione, amarezza, disperazione.

Riusciremo a indurre personaggi e organismi autorevoli (quell'insieme
che chiamiamo II gamba della nostra linea tattica) ad appoggiare la
linea del GBP, a costituirsi in Comitato di Salvezza Nazionale?
Riusciremo a portare Grillo e il M5S a fare davvero la "Lunga Marcia"
verso il GBP?

Al Senato della Repubblica Pontificia (RP) si è appena conclusa la
discussione della riforma della Costituzione, condotta secondo le
volontà di Renzi, Berlusconi e Napolitano dall'ex magistrato antimafia
Piero Grasso, celebre perché sotto la sua giurisdizione la Mafia e le
altre Organizzazioni Criminali si sono rafforzate, diffuse e ramificate
in Italia, in Europa e nel mondo a un livello mai prima raggiunto. La
discussione e i risultati a cui la votazione in Senato ha spalancato le
porte hanno dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio anche ai
deputati e senatori M5S e a chiunque ha seguito gli avvenimenti e ha
mente per intendere e coraggio per imparare dall'esperienza che
limitarsi ad agitarsi nelle istituzioni della Repubblica Pontificia è
del tutto inutile, serve solo ad arricchire lo spettacolo e a fare da
contorno alle attività criminali dei vertici della RP.

Le votazioni di altri provvedimenti del governo Renzi-Berlusconi che si
svolgono a raffica alla Camera e al Senato sotto il ricatto della
fiducia al governo hanno rafforzato la lezione del Senato. È inoltre
emerso chiaramente che il legame clientelare PD-SEL nelle
amministrazioni locali (comunali e regionali) sottomette i deputati e
senatori SEL a Renzi. È una lezione diretta agli eletti M5S nei consigli
comunali e regionali che non hanno imboccato la linea delle
Amministrazioni Locali d'Emergenza (ALE). Tutti questi episodi
confermano la lezione del colpo di Stato bianco di aprile 2013 quando
Napolitano, l'autore dell'accordo Stato-Mafia del 1992 per l'accesso
della banda Berlusconi al governo del paese, venne confermato alla
Presidenza della RP: il proposito di cambiare il corso delle cose
tramite le istituzioni della RP è destituito di ogni fondamento nella
realtà. Nel secondo dopoguerra, dopo la resa del PCI e degli altri
partiti animatori della Resistenza alla borghesia imperialista e al
clero e la loro integrazione nella RP, per alcuni decenni (i decenni del
"capitalismo dal volto umano") abbiamo avuto partiti della sinistra
borghese e il PCI diretto dai revisionisti moderni che hanno funzionato
come _sponda politica_ (vale a dire come portavoce nelle istituzioni
della RP) delle lotte rivendicative delle masse popolari. Quei tempi
sono finiti, anche se alcuni gruppi che pur si professano comunisti
(come Rete dei Comunisti) di "sponda politica" parlano ancora, ma oramai
a vuoto. Oggi i vertici della Repubblica Pontificia, con le riforme
costituzionali imposte di fatto e quando riescono anche di diritto,
soffocano i dissensi al loro interno e impediscono che i dissidenti
traggano forza dal ricorso sia pur strumentale all'indignazione delle
masse popolari. Denunciare l'abolizione della democrazia borghese e
protestare serve a qualcosa di positivo solo se concorre alla
mobilitazione e all'organizzazione delle masse popolari per costituire e
imporre un proprio governo d'emergenza. Chi denuncia e protesta serve a
qualcosa di positivo solo si sviluppa e rafforza il movimento per la
costituzione del Governo di Blocco Popolare. La protesta e la denuncia
senza sbocco positivo alimentano sfiducia e disperazione. I promotori
del movimento per la costituzione del Governo di Blocco Popolare possono
e devono invece avvalersi anche della protesta e della denuncia e di chi
le alimenta. La crisi della RP è tale che probabilmente riusciremo a
portare la II gamba a svolgere il suo compito: e se non lo svolgerà
perderà il seguito che ora ha tra le masse popolari.

Tutto questo è importante ma il fattore decisivo ai fini del successo
della nostra tattica della costituzione del GBP è la creazione delle tre
condizioni: la moltiplicazione delle OO e OP, il loro coordinamento, il
loro orientamento a formare un proprio governo d'emergenza. Questo lo
possiamo e dobbiamo fare indipendentemente dai risultati della nostra
azione sulla II gamba. Se non trascineremo la II gamba, avremo creato
comunque le condizioni per proseguire senza. Quindi il Lavoro Operaio
(il reclutamento di operai al Partito e la costituzione di Comitati di
Partito nella clandestinità), la costituzione nelle aziende capitaliste
di Organizzazioni Operaie (OO) che "occupano la fabbrica" ed "escono
dalla fabbrica", la costituzione nelle aziende pubbliche e nei luoghi di
abitazione di Organizzazioni Popolari (OP) sono gli assi portanti del
nostro lavoro dei prossimi mesi. Avanti con la rinascita del movimento
comunista!
Viva i comunisti che sotto tutti i cieli lavorano alla rinascita del
movimento comunista!

OPERAI E LAVORATORI AVANZATI, GIOVANI E DONNE DELLE MASSE POPOLARI,
ARRUOLATEVI NELLE FILE DEL NUOVO PARTITO COMUNISTA ITALIANO PER FARE LA
RIVOLUZIONE SOCIALISTA: QUESTA È L’IMPRESA PRINCIPALE DELL’ORA ATTUALE!
QUESTO DECIDE DI TUTTO IL RESTO! NON C’È FUTURO CON IL CAPITALISMO!

COSTITUIRE NELLA CLANDESTINITÀ COMITATI DI PARTITO IN OGNI AZIENDA E IN
OGNI LUOGO D’ABITAZIONE E STUDIARE IL _ MANIFESTO PROGRAMMA [10]_ DEL
(NUOVO)PARTITO COMUNISTA ITALIANO!

MOBILITARE IN OGNI AZIENDA CAPITALISTA I LAVORATORI A COSTITUIRE
ORGANISMI OPERAI CHE PRENDANO IN MANO LA SORTE DELLA LORO AZIENDA, NE
ASSICURINO L’AVVENIRE E NE FACCIANO UN CENTRO DI ORGANIZZAZIONE E
MOBILITAZIONE DELLE MASSE POPOLARI DELLA ZONA!

MOBILITARE IN OGNI AZIENDA PUBBLICA E IN OGNI ZONA D’ABITAZIONE I
LAVORATORI E LE MASSE POPOLARI A COSTITUIRE ORGANISMI POPOLARI CHE
FACCIANO SUBITO FRONTE CON MISURE D’EMERGENZA ALLA CRISI DEL
CAPITALISMO!

OO E OP DEVONO COORDINARSI FINO A COSTITUIRE IL NUOVO GOVERNO
D’EMERGENZA PER TUTTO IL PAESE, IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE

LA NUOVA ONDATA DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA AVANZA IN TUTTO IL MONDO!

_ _

_**************_

_ Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[11]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [11]_].
_

[2]

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[6]
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[7] http://www.nuovopci.it/classic/gramsci/cinque.html
[8]
http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/03_Il_PC_lotta_Italia_nuovo_paese_socialista.html#3_3
[9] http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav07.html
[10] http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/indicmp.html
[11] http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html