Re: [Hackmeeting] javascript e facilit? = felicit?

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Author: P@sKy
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To: hackmeeting
Subject: Re: [Hackmeeting] javascript e facilit? = felicit?
Il 28/07/2014 9.16, ɣęƈƞą ha scritto:
>> A me non importa molto l'ignoranza tecnica dei giovani e meno giovani,
>> e' un problema secondario, il problema e' molto piu' politico che tecnico.
>
> Ok, e sta cosa sta cambiando con il tempo. cambiano i poteri in gioco, la
> paranoia degli utenti che si fanno soluzioni home made (bello, no ? anche
> se fanno cazzate è bello) e cambia il mercato. sto cercando di capire
> anch'io come devo cambiare, o cosa servirebbe di nuovo.


Non lo so vecna,
in parte potrei anche essere d'accordo con la tua visione, ma resto
saldo alla dichiarazione finale dell'ICATA del 1989 (molti non erano
neanche nati) che resta ancora tutta attuale sia nei contenuti
pragmatici che politici, purtroppo molti anche qui dentro non hanno
mai letto per cui la inserisco a piè pari in modo che resti a futura
memoria collettiva...

In fondo noi siamo e restiamo cyberpunk e siamo alternativi alla
(in)cultura di massa e alla mercificazione di qualsiasi cosa, siamo
contro il capitalismo e il tecnocontrollo a qualsiasi livello....

Ogni informazione è deformazione... +KAOS...

La storia siamo noi... ;)

http://strano.net/wd/cr/cr001.htm
http://www.ecn.org/hackerart/visionatotale.php?ID=5175&argomento=cyber-right&autore=---

___________________________________________________________________
Amsterdam, Olanda - 1989

"Terminal", n.47, 1989, Parigi Ripubblicata su "CYBERPUNK", SHAKE
EDIZIONI, 1990, MILANO op.cit. in “Opposizioni 80” Tommaso Tozzi
(a cura di), Amen edizioni, Milano, 1991,pag.269

In questa dichiarazione programmatica finale, l'intera scena hacker
internazionale ha concordato nell'agosto 1989 su alcuni principi
base, al fine di riaffermare la propria pratica e di spezzare la
canea montante repressiva, in corso contro di essi in quasi tutti i
paesi del mondo.

E' interessante notare che la pratica dell'hacheraggio viene letta
come necessaria per infrangere il monopolio statale e delle
multinazionali sull'informazione.
Questo dominio, difatti, suona tanto più strano, se confrontato con
l'oggettiva democraticità del mezzo "computer".

Noi, cittadini planetari e partecipanti alla FESTA GALATTICA DEGLI
HACKERS e dell'ICATA 89 ad Amsterdam, abbiamo confrontato, durante
tre giorni, le nostre idee, le nostre esperienze, le nostre speranze
e rispettivi scopi per l'avvenire. Profondamente turbati dalla
prospettiva di una tecnologia dell'informazione e degli attori
economici e politici scatenati da essa, senza controllo democratico
né partecipazione popolare efficace, noi abbiamo risoluto che:

1) Lo scambio libero e senza alcun ostacolo dell'informazione sia un
elemento essenziale delle nostre libertà fondamentali e debba essere
sostenuto in ogni circostanza. La tecnologia dell'informazione deve
essere a disposizione di tutti e nessuna considerazione di natura
politica, economica o tecnica debba impedire l'esercizio di questo
diritto.

2) Tutta intera la popolazione debba poter controllare, in ogni
momento, i poteri del governo; la tecnologia dell'informazione deve
allargare e non ridurre l'estensione di questo diritto.

3) L'informazione appartiene a tutto il mondo, essa è prodotta per
tutto il mondo. Gli informatici, scientifici e tecnici, sono al
servizio di tutti noi.
Non bisogna permettere loro di restare una casta di tecnocrati
privilegiati, senza che questi debbano rendere conto a nessuno del
loro operato.

4) Il diritto all'informazione si unisce al diritto di scegliere il
vettore di questa informazione.
Nessun modello unico di informatizzazione deve essere imposto a un
individuo, una comunità o a una nazione qualsiasi. In particolare,
bisogna resistere alla pressione esercitata dalle tecnologie
"avanzate" ma non convenienti. Al loro posto, bisogna sviluppare
dei metodi e degli equipaggiamenti che permettano una migliore
convivialità, a prezzi e domanda ridotti.

5) La nostra preoccupazione più forte è la protezione delle libertà
fondamentali; noi quindi domandiamo che nessuna informazione di natura
privata sia stockata, né ricercata tramite mezzi elettronici senza
accordo esplicito da parte della persona interessata. Il nostro
obiettivo è di rendere liberamente accessibile i dati pubblici,
proteggere senza incertezze i dati privati. Bisogna sviluppare
delle norme in questo senso, insieme agli organismi e alle persone
interessati.

6) Ogni informazione non consensuale deve essere bandita dal campo
dell'informatica. Sia i dati che le reti devono avere libertà
d'accesso. La repressione dei pirati deve divenire senza fondamento,
alla maniera dei servizi segreti. Parallelamente domandiamo che tutte
le legislazioni, in progetto o già in applicazione, rivolte contro i
pirati e che non perseguono scopi criminali o commerciali, siano
ritirati immediatamente.

7) L'informatica non deve essere utilizzata dai governi e dalle grandi
imprese per controllare e opprimere tutto il mondo. Al contrario, essa
deve essere utilizzata come puro strumento di emancipazione, di
progresso, di formazione e di piacere. Al contempo, l'influenza delle
istituzioni militari sull'informatica e la scienza in generale deve
cessare.
Bisogna che sia riconosciuto il diritto d'avere delle connessioni senza
alcuna restrizione con tutte le reti e servizi internazionali di
comunicazione di dati, senza interventi e controlli di qualsiasi sorta.
Bisogna stabilire dei tetti di spesa, per paese, per avere accesso a
questi vettori di comunicazione di dati pubblici e privati.
Si deve facilitare quei paesi senza una buona infrastruttura di
telecomunicazione e la loro partecipazione nella struttura mondiale.
Noi ci indirizziamo agli utilizzatori progressisti di tecnologie di
informazione nel mondo affinché socializzino le loro conoscenze e
specializzazioni in questo campo con delle organizzazioni di base, al
fine di rendere possibile uno scambio internazionale e
interdisciplinare di idee e informazioni tramite delle reti
internazionali.

8) Ogni informazione è al contempo deformazione.
Il diritto all'informazione è al contempo inseparabilmente legato al
diritto alla deformazione, che appartiene a tutto il mondo. Più si
produce informazione, e più si crea un caos di informazione sfociante
sempre più in rumore. La distruzione dell'informazione come del resto
la sua produzione, è il diritto inalienabile di ognuno.

9) Bisognerebbe sovvertire i canali regolamentari e convenzionali
dell'informazione grazie a dei detournaments e dei cambiamenti
surrealisti degli avvenimenti, al fine di produrre del caos, del
rumore, dello spreco i quali, a loro volta, saranno considerati come
portatori di informazione.

10) La libertà di stampa deve applicarsi anche alle pubblicazioni
tecno-anarchiche, che appaiono in giro, per reclamare la liberazione
dei popoli, la fine delle tirannie della macchina e del sistema sugli
uomini.
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P@sKy
Makkinista - Fuokista
Isole Nella Rete - http://www.ecn.org/