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Aihe: [NuovoLab] “Verità e Giustizia” pronuncia l’addio “Processi finiti e isolamento politico”
Amnesty insiste: “Dopo 13 anni né scuse né riforme, si potrebbe pensare che non sia successo nulla”
“Verità e Giustizia” pronuncia l’addio “Processi finiti e isolamento politico”

arrivati al terzo grado di giudizio (pur con le polemiche su levità delle pene e prescrizioni), la necessità che ora su quei dannati giorni del luglio 2001 siano finalmente la politica e (poi) la storia a pronunciarsi. Ma non solo, anche un «senso di sconfitta e di isolamento politico» come dice Antonio Bruno. E così il Comitato Verità e Giustizia per Genova, a 13 anni dal G8 e dopo la nuova manifestazione in ricordo di Carlo Giuliani, che ha raccolto domenica centinaia di persone in piazza Alimonda, decide di essere arrivato al capolinea, e dà il suo addio. Nelle stesse ore in cui Amnesty International segnala che continuano a mancare
scuse e assunzione di responsabilità per le violazioni dei diritti umani commesse alla Diaz e a Bolzaneto, e si fanno ancora attendere riforme indispensabili, quali l’introduzione del reato di tortura e dei codici d’identificazione per gli operatori delle forze di polizia in servizio di ordine pubblico. Quegli agenti che d’altro canto, attraverso il Silp Cgil, sollecitano il sindaco Marco Doria a chiedere ai “vertici” di risarcire «il danno d’immagine causato dalla politica e dal dipartimento della pubblica sicurezza».
La ferita del G8 resta, amara e indelebile come nella canzone di Guccini, ma l’Italia è cambiata. Per questo Antonio Bruno, consigliere comunale Fds e da sempre impegnato nel moviche
mento parla di «sensazione di sconfitta e di isolamento politico »: di fatto, il ricordo del G8, una volta che i processi sono stati celebrati e che le responsabilità sono state accertate, resta appannaggio più dei singoli — in primis la famiglia Giuliani —
non delle forze politiche della sinistra, specialmente quelle che erano più vicine al movimento, dal ruolo politico ormai defilato. ma la missione, scrivono in una nota, è compiuta: testimoniare, documentare, sostenere le parti civili e i legali ai
processi Diaz e Bolzaneto, e soprattutto non dimenticare. Ma resta da fare molto: istituire una commissione parlamentare, consentire l’identificazione del personale delle forze dell’ordine e altre azioni che evitino nuovi giorni come quelli del 2001. Tutte cose che però, sino a oggi, la politica non è riuscita a fare, anzi ha fallito, conclude la nota del Comitato.
Dal canto suo Amnesty International attacca: continuano a mancare scuse e assunzione di responsabilità per le violazioni dei diritti umani commesse nel luglio 2001 e si fanno ancora attendere riforme indispensabili, quali l’introduzione del reato di tortura e dei codici d’identificazione per gli operatori delle forze di polizia in servizio di ordine
pubblico e altre misure finalizzate a una maggiore trasparenza. «Un osservatore neanche troppo distratto potrebbe farsi l’idea che a Genova, 13 anni fa, non sia successo niente di grave. E’ vero il contrario, ma l’assenza di collaborazione delle istituzioni e le gravi e perduranti lacune legislative hanno impedito di rendere pienamente giustizia alle vittime delle violenze del G8» dichiara Antonio Marchesi di Amnesty Italia, che chiede un confronto ai vertici di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Mentre il Silp Cgil attacca: per il danno d’immagine il sindaco di Genova Marco Doria deve rivolgersi ai vertici: quelli della politica e della polizia di quei giorni, e non solo.

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DONATELLA ALFONSO