Re: [NuovoLab] dedicata alla Palestina la 632° or ain islen…

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著者: norma
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To: Mailing list del Forum sociale di Genova
古いトピック: Re: [NuovoLab] dedicata alla Palestina la 632° or ainislenzio pe rla pace
題目: Re: [NuovoLab] dedicata alla Palestina la 632° or ain islenzio pe rla pace





No, non siamo stati contattati nè dal
      collettivo city strike ( che non conosco)nè dalla Murga, che mi
      risulta abbia indetto l'iniziativa delle 17.

      Siamo stati invece contattati dall'ARCI, che ci ha proposto un
      documento di carattere nazionale che ha ottenuto  numerose firme.
      Non è esattamente l'appello che avremmo scritto noi, ma abbiamo
      ritenuto giusto aderire, affiancandolo con un documento nostro.

      Non posso allegarlo, perch+è la lista non accetta allegati, e
      neppure copincollarlo per un motivo informatico  che non capisco.

      Lo allego in una mail che invio a Dario Rossi.

      ciao

      Norma


      Il 14/07/2014 18.31, 
dario.rossi1965@??? ha scritto:





ho notizia che mercoledì è stato indetto un presidio di
            solidarietà con la palestina in piazza deferrari credo dal
            collettivo city strike.

Vi chiedo se ne sapete qualcosa e se c’è stato un
            coordinamento con l’ora di silenzio.

ciao
dario  


From: norma
Sent: Tuesday, July 08, 2014 5:23 PM
To: forumgenova@???
                  ; 
Fori
                    sociali

Subject: [NuovoLab] dedicata alla Palestina
                  la 632° or ain islenzio pe rla pace



 

Mercoledì 9 luglio dalle 18 alle 19
              sui gradini del palazzo ducale di Genova, 632° ora in
              silenzio per la pace.

              All'iniziativa parteciperanno rappresentanti della
              comunità palestinese a Genova e di Music for Peace

              Incollo il volantino che verrà distribuito

              Altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org


Paola Manduca, genetista
                  dell’università di Genova, è rientrata pochi giorni fa
                  da Gaza, dopo che per ventotto giorni le è stato
                  impossibile transitare in Egitto perché la frontiera è
                  stata tenuta chiusa dal Governo Egiziano

Paola, dacci
                    una breve presentazone di te stessa e del tuo lavoro

Sono una genetista
                  dell’università di Genova. Da quando ho potuto
                  lasciare l’attività didattica 4 anni fa mi dedico allo
                  studio delle malformazioni alla nascita, in
                  particolare in relazione all’uso di alcuni tipi di
                  armi. 

Perché Gaza?
Perché da anni gli
                  israeliani fanno larghissimo uso dei tipi di armi,
                  arricchite in polveri di metalli, oggetto del mio
                  studio.

 
Qual è stato
                    lo svolgimento delle tue ricerche?

Abbiamo dimostrato che le
                  armi usate da Israele contenevano metalli
                  potenzialmente capaci di indurre malformazioni e
                  tumori identificandole nelle ferite subite dai
                  palestinesi nel 2006 e nel 2009 a Gaza.

Successivamente abbiamo
                  dimostrato che le malformazioni presenti nei neonati
                  sono aumentate tra il 1997 ed il 2010 e che l’aumento
                  è iniziato successivamente alla seconda intifada, nel
                  settembre del 2000; e che c’è stato un ulteriore
                  incremento a partire dall’operazione “Piombo fuso” nel
                  2008.

I bambini
                    malformati di mamme che sono state esposte ad armi
                    contenenti metalli “capaci di indurre
                    malformazioni”, tra cui anche le munizioni al
                    Fosforo Bianco, sono contaminati in utero con
                    questi  metalli

 
Come si
                    viveva a Gaza fino al mese scorso, quando ancora non
                    erano stati ritrovati i corpi dei tre ragazzi
                    israeliani rapiti?

Intanto voglio ricordare che
                  l’assassino dei tre ragazzi non è stato ancora
                  identificato ed ogni notizia è soggetta a ordine di
                  riservatezza.

A Gaza la “normalità” è
                  vivere sotto assedio completo. Dal momento del colpo
                  di stato del generale Sissi in Egitto il valico con
                  l’Egitto è stato chiuso. Anche le persone, senza
                  eccezioni per stranieri e malati, non entrano e non
                  escono.

I  tunnel che portavano
                  mercanzie e benzina a Gaza sono stati demoliti,
                  riducendo Gaza a dipendere solo ciò che Israele
                  permette di importare.

La loro distruzione ha
                  ridotto drasticamente le entrate “autonome” del
                  Giverno che provenivano in larga parte dalle tasse
                  doganali

Di conseguenza mancano
                  medicine, generi di prima necessità. Manca la benzina
                  e quindi anche l’elettricità, e non possono funzionare
                  le pompe per le fogne, i depuratori e le pompe per
                  l’acqua. Oramai molti trasporti di persone e di cose e
                  molti servizi si effettuano utilizzando asini e
                  cavalli; o moto che trainano enormi carretti. 

La mancanza di entrate
                  governative colpisce tutti i servizi, anche ospedali e
                  scuole che sono in gran parte pubblici. I dipendenti
                  pubblici, il  cui stipendio sfama almeno 400 000
                  persone, da novembre ad aprile hanno ricevuto solo
                  metà stipendio; e niente a maggio. 

E oggi?
Attacchi aerei quotidiani di
                  sempre maggior intensità e numero da parte di Israele;
                  si vede il precipitare verso un attacco massiccio. Il
                  sentimento più diffuso però a Gaza è la determinazione
                  che non si può che difendersi e combattere perché
                  peggio di cosi non è possibile vivere. Questa
                  necessità è avvertita da persone di ogni appartenenza
                  politica e di diversa posizione sociale. Quello che si
                  dice da tutte le parti è che questa volta Gaza
                  resisterà con tutti i mezzi possibili.

 








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