Date: Thu, 10 Jul 2014 14:40:25 +0200
From: pierangelafrau@???
To: 
Subject: [deliberiamoroma] Fwd: La rottamazione della scuola pubblica
---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Renato Caputo <renatocaputo71@???>
Date: 10 luglio 2014 12:53
Oggetto: La rottamazione della scuola pubblica
A: 
La rottamazione della scuola pubblica
            
            
                    
      
        
    
      
  
  
  
    formazione
          
        
      
        Wed, 09/07/2014 - 17:36
                di Giovanna Caltanisetta e Danilo Corradi*
                
        Condividi: 
http://www.communianet.org/content/la-rottamazione-della-scuola-pubblica
      
        
          Estate
 infuocata per la scuola italiana. Mentre ci si avvia verso la chiusura 
con la conclusione degli esami di maturità, arrivano le indiscrezioni 
sulla legge delega in preparazione al Miur che con una tempistica 
“sospetta" (scuole chiuse, docenti e studenti in vacanza) dovrebbe 
arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri il 15 luglio.
Ad inaugurare le indiscrezioni sono state le dichiarazioni del 
sottosegretario all'istruzione Reggi che, nonostante le smentite vere o 
presunte, fanno intuire chiaramente il progetto del Governo Renzi.
Il punto su cui si dovrebbe basare la legge delega è la riformulazione, 
praticamente a costo zero, del contratto dei docenti di ruolo a 36 ore. I
 possibili aumenti stipendiali sarebbero legati al “merito”, ovvero al 
giudizio e alle decisioni dei dirigenti scolastici. Il tutto 
accompagnato dalla solita retorica populista con cui si punta il dito contro gli insegnanti colpevoli di lavorare poco,
 di esser fannulloni come il resto degli impiegati pubblici. Poco 
importa se le 18 ore di lezione frontale rappresentino, come dimostrano 
studi e ricerche di ogni tipo, solo la metà dell’orario reale dei 
docenti. Ma soprattutto, visto che questo governo dovrebbe premiare i 
meritevoli, dalle parti del ministero non hanno pensato a quale sia la 
qualità della didattica di un insegnante che svolge 24 o più ore di 
lezione a settimana? E poi, vogliamo parlare di Europa? La media europea parla di 18 ore settimanali di lezione frontale, ma con 8000 euro di salario in più l’anno. Strano che questa volta il confronto continentale non venga chiamato in causa...
Tra i compiti che i docenti dovranno svolgere a seguito dell'aumento 
delle ore lavorative c'è la copertura delle supplenze brevi, anche 
queste a costo zero. L’aumento d’orario implicherebbe ovviamente
 il licenziamento di fatto delle precarie e dei precari iscritti nella 
seconda fascia e/o nelle graduatorie di istituto. Tutto questo 
mentre lo stesso Governo ha appena messo a bando 22.450 posti per il TFA
 per l'a.a. 2014/15, ovvero nuovi abilitati che dopo aver pagato intorno
 ai 2.000 euro (se le cifre saranno quelle del I° ciclo), con 
l'introduzione delle 36 ore non avrebbero nessuna speranza di aspirare a
 qualche supplenza più o meno breve. E' prorpio il governo del fare e 
dell’efficienza... 
Gli altri punti di forza di questa propaganda populista sono 
l'eliminazione di un anno di corso per le scuole secondarie di II° grado
 e l'apertura delle scuole fino alle 22 in cogestione con soggetti 
privati.
Ma come si fa a tenere aperta una scuola fino alle 22 senza investire 
nel personale? E’ una scuola aperta o la privatizzazione degli spazi 
scolastici per svolgere attività commerciali a pagamento? E qual è il 
vantaggio di far concludere un anno prima la scuola secondaria di II° 
grado con livelli di disoccupazione giovanile che sfiorano il 50%? 
La ricetta de governo Renzi si traduce in tagli alla scuola, 
meno studenti e meno insegnanti con conseguenti effetti economici 
depressivi... meno male che il rilancio dell’istruzione doveva essere 
una priorità.
E' chiara l'idea di scuola, ma non solo, che si nasconde dietro questo 
progetto di legge delega. Una scuola sempre meno pubblica e democratica,
 aperta ai privati, con i docenti di ruolo costretti a lavorare di più a
 scapito dei colleghi precari, con gravi ripercussioni sulla qualità 
dell'insegnamento e quindi sull'istruzione degli studenti.
Ma i docenti non ci stanno e in diverse città italiane ci sono 
assemblee spontanee, come quella di martedì 8 luglio a Roma con circa 
200 docenti di ogni ordine e grado riunitisi per “salvare la scuola 
pubblica”.
Dai diversi interventi dell'assemblea è emersa una posizione chiara e 
unitaria: «non ci può essere una riforma della scuola senza 
investimenti». I docenti sono i primi a sostenere l'apertura pomeridiana
 della scuola, e lo hanno dimostrato in questi anni lottando per la 
difesa del tempo pieno e per il tempo modulare; anzi chiedono che venga 
restituito quel “tempo scuola” che le riforme degli ultimi anni hanno 
tagliato. Durante l'assemblea sono inoltre state avanzate diverse 
proposte per migliorare l'attuale situazione, garantendo però che la 
scuola resti pubblica. Ad esempio coprire l'apertura fino alle 22 con 
l'assunzione di insegnanti precari, migliorare la situazione 
contrattuale di tutto il personale della scuola docente e ata, per 
garantire la qualità della didattica e l'apertura al territorio 
preservando quanto sancito dalla nostra Carta Costituzionale.
Per
 questo l'assemblea dell'8 luglio ha lanciato una prima data di 
mobilitazione per il 15 luglio alle ore 9:00 con un Presidio a 
Montecitorio. Un primo appuntamento aperto a docenti, personale
 ata, genitori, studenti e a tutti coloro che hanno a cuore  la difesa 
dell'Istruzione Pubblica per costruire insieme le prossime tappe della 
mobilitazione.
Se Renzi vuole sfidare la scuola si prepari a un autunno di movimento. 
*Insegnanti precari
RESOCONTO DELLA AFFOLLATISIMA ASSEMBLEA DELLA SCUOLA
L'Assemblea delle scuole che si è svolta l'8 luglio presso 
l'Associazione “il cielo sopra l'Esquilino” su proposta del 
Coordinamento Scuole Roma e dei Lavoratori Autoconvocati, ha visto la 
partecipazione di moltissimi lavoratori e lavoratrici e di alcuni 
genitori nonostante il periodo non favorevole e una convocazione fatta 
in pochi giorni.
Oggetto dell'Assemblea erano le proposte del governo Renzi: aumento sino
 a 36 ore dell'orario di lavoro per i docenti; apertura delle scuole 
fino alle 22; eliminazione dell'ultimo anno della scuola secondaria 
superiore; abolizione delle graduatorie di Istituto.
Le proposte del governo sulla scuola, seppur ancora abbozzate, sono 
state quindi oggetto del dibattito e i 25 interventi le hanno 
concordemente giudicate come estremamente pericolose perché indirizzate 
ad un preciso scopo: dividere il mondo della scuola mettendo in 
conflitto docenti di ruolo malpagati e docenti precari, personale della 
scuola e famiglie, e così via.
Si sono ribaditi i seguenti punti:
Difesa del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di fronte al 
tentativo di emanare modifiche di orario, competenze, retribuzioni per 
via legislativa;
Difesa della qualità del lavoro docente contro ogni pretesa di orari incompatibili con una seria offerta formativa;
Convinzione che la proposta educativa delle scuole passa in primo luogo 
attraverso i suoi organi di democrazia incompatibili con gestioni 
autoritarie di molti Dirigenti Scolastici.
In merito all'apertura delle scuole per un maggior numero di ore 
l'Assemblea ribadisce la propria convinzione dell'importanza di una 
scuola aperta al territorio, ma denuncia la demagogia delle proposte del
 governo visto che finora a tagliare il tempo scuola (Tempo Pieno, 
Moduli, Materie, ecc) è stato proprio il Ministero. Una proposta seria 
si dovrebbe basare in primo luogo su un aumento di personale.
In conclusione l'Assemblea all'unanimità invita a partecipare a tutte
 le iniziative che verranno indette contro le misure a partire da questi
 due primi appuntamenti:
•     seminario organizzato dai lavoratori autoconvocati della scuola il 13
 luglio dalle ore 9 al Cielo sopra l’Esquilino via Galilei 57.
•    Assemblea nazionale Unicobas  del 14 luglio alle ore 15,30 sotto al Ministero della pubblica istruzione.
CONVOCA
 un sit in a Montecitorio per il giorno 15 luglio alle ore 9.00
Invita tutte/i a dare la massima diffusione a questa iniziativa per 
dare una prima visibilità al dissenso diffuso del mondo della scuola.
          
            scuolaprecarietà