[RSF] FW: [nowaroma] Paola Manduca da Gaza mentre i caccia i…

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Autor: pilar castel
Datum:  
To: forumroma@inventati.org, Poema, Teatro Valle Occupato, pace@peacelink.it, marcello biondo, juliavshawlawrence@gmail.com, alessandroverga70@yahoo.it
Betreff: [RSF] FW: [nowaroma] Paola Manduca da Gaza mentre i caccia israeliani....


Date: Sat, 21 Jun 2014 08:02:25 +0100
From: nowaroma@???
Subject: [nowaroma] Paola Manduca da Gaza mentre i caccia israeliani....
To: nowaroma@???; valeria.sonda@???; gianmarco.pisa@???; mariagabriellavitorchiano@???; patriz.ricci@???; francescosantoianni@???; housellina3@???





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      MONDO  ASIA
    'Io prigioniera a Gaza'
      Parla la professoressa genovese


      17 giugno 2014 

















      ©
        LaPresse 



    Gaza (Striscia di Gaza), 17 giu. (LaPresse) - "Il rumore era
      forte e mi ha svegliato. Non mi sono alzata e, come succede qui,
      ho solo spalancato gli occhi e mi sono domandata da che direzione
      venissero i rumori". E' il racconto a LaPresse di una testimone
      diretta degli ultimi raid israeliani su Gaza. A parlare è Paola
      Manduca, genetista dell'università di Genova, leader di New
      Weapons Research Group, un gruppo di scienziati e ricercatori che
      conduce da anni analisi sugli effetti dell'impiego di armi non
      convenzionali sulle popolazioni civili dopo i conflitti. Da
      qualche mese si trova nella Striscia per un nuovo studio.


    Da giorni la tensione continua a crescere, dopo la scomparsa di
      tre ragazzi, due israliani e uno statunitense, e nella notte i
      caccia israeliani sono tornati a colpire. "Non ero nella zona
      attaccata - spiega Manduca -. Ho già vissuto vari periodi di
      bombardamenti sporadici come questi, cioè non di guerra aperta ma
      limitati ancorché quotidiani e di droni che per giorni girano
      sulla testa. Credo di avere imparato a fare come gli abitanti.
      Registro, prego che non ci siano vittime e continuo a fare quello
      che facevo prima. Non si può fare diversamente. Poi la mattina
      dopo se ne parla con i colleghi per avere le notizie di chi è
      stato colpito".


    "LA REAZIONE PIU' SANA E' CONTINUARE A VIVERE
        NORMALMENTE". Fortunatamente non ci sono state
      vittime, ma "non cambia molto dal punto di vista della reazione.
      Quando la pressione è continua, la cosa più sana è continuare a
      vivere normalmente".


    "SI EVITA DI PARLARNE PER PROTEGGERE I BAMBINI".
      Questa apparente continuità della quotidianità non è però
      indifferenza, è solo una necessità. Nella mente e nel cuore i
      cittadini sono feriti ogni volta che avviene. Il conto della
      sofferenza si allunga e rende meno sicuri tutti e più arrabbiati i
      giovani. Ma finchè è possibile si cerca di proteggere i bambini
      non parlandone troppo".


    "GLI EGIZIANI BLOCCANO LE USCITE".
      Da settimane al valico di Rafah non si passa. "Sono qui - racconta
      Manduca a LaPresse - da 2 mesi e mezzo e non riesco ad uscire per
      la chiusura continua del valico da parte dell'Egitto. Sono 48
      giorni che non apre nemmeno per i malati. Solo i gruppi
      organizzati di pellegrini per La Mecca passano la frontiera un
      paio di volte al mese. Pensavo di rimanere a Gaza un mese
      soltanto, per discutere alcuni progetti di ricerca e per sostenere
      un team chirurgico pediatrico che abbiamo, come univeristà di
      Genova, messo in contatto per operare bamabini con malformazioni
      congenite. Invece sono ancora qua".


    "GLI EGIZIANI HANNO CAMBIATO ATTEGGIAMENTO". "L'Egitto


      non permette nemmeno ai cittadini europei, pochi come le dita di
      una mano qui a Gaza, di rientrare in Egitto, neanche quando aprono
      il valico per i pellegrini. L'ufficio al Cairo del ministero
      egiziano delegato ai permessi per il valico di Rafah accusa Hamas
      di non voler farci passare. Questo ufficio, nel passato
      collaborativo, ha cambiato direzione e totalmente atteggiamento,
      sia nei confronti dei singoli che delle ambasciate. Ma noi da qui
      sappiamo che non è Hamas che non ci fa passare".


    "NON PASSANO NEANCHE I MALATI". "Rafah non è mai
      stato un valico di facile accesso. Aveva degli orari limitati e si
      aspettava molte ore, ma per 5 giorni alla settimana era
      accessibile. Adesso è tutto cambiato. Da novembre ha aperto solo
      due giorni ogni sei settimane". I malati avrebbero un accesso
      privilegiato ma non sembra più essere così: "Domani - spiega
      Manduca - passeranno forse quelli in lista dalla metà di aprile.
      Un paio di mesi fa a Rafah è morto un bambino malato mentre
      attendeva di passare. E io sto personalmente sperimentando che
      neanche gli europei passano più".


    "IL VALICO SEMBRA UNA TRINCEA". "Il terminal è
      in disuso, non c'è più niente. La banca è chiusa, persino i
      gabinetti sono stati chiusi. C'è pochissimo personale. Le casette
      adibite a bar e servizi igienici sono state rase al suolo. Non c'è
      la folla di ragazzi che portavano le valigie e cambiavano i soldi,
      né le donne che vendevano frutta, insomma tutta quella economia
      povera che si era sviluppata intorno al valico. C'è solo terra
      battuta e sacchi di sabbia, sembrano trincee".


    "SENZA BENZINA C'E' BUIO E SILENZIO". Con
      l'abbattimento dei tunnel, a Gaza non arriva più benzina
      dall'Egitto e quella israeliana costa molto di più. Risultato:
      "Sono scomparse anche le luci ed i generatori a gasolio. C'è buio
      e silenzio. I taxi, unico trasporto pubblico, sono diminuiti di
      numero. Sono comparse invece le biciclette e tantissimi trasporti
      e commerci si fanno con i carri trainati da asini e cavalli".


    A questo si aggiunge il problema degli stipendi dei dipendenti
      statali. La mancata intesa tra Fatah e Hamas su questo punto ha
      portato infatti migliaia di persone a non ricevere più lo
      stipendio. Il che sta provocando un impatto devastante su una
      economia piccola come quella di Gaza.


    "I PALESTINESI SI ASPETTANO UNA NUOVA GUERRA". L'atmosfera


      nella Striscia è pesante. "I palestinesi si aspettano un'altra
      guerra - dice Manduca -. Se sarà solo su Gaza o anche in
      Cisgiordania qui nessuno sa dirlo, ma certamente su Gaza tutti si
      aspettano nuovi attacchi seri".







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