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_AVVISO AI NAVIGANTI__ 43_
5 giugno 2014
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Dopo "Pensare non è come cagare, bisogna imparare a pensare!", ai
promotori di movimento diciamo anche
SMETTETE DI CREDERE CHE IL MONDO È COME LO PRESENTANO I PADRONI!
SPALANCATE LE FINESTRE, USCITE DI CASA E GUARDATE IL MONDO COME
VERAMENTE È!
I devoti portavoce dei vertici della Repubblica Pontificia da domenica
25 maggio sono scattati e fanno con zelo il mestiere per cui sono
pagati: celebrano il trionfo e le glorie del nuovo "unto dal Signore",
Matteo Renzi. Parlare con loro è inutile. Sono gli impiegati del sistema
di distrazione, confusione e intossicazione delle idee e dei sentimenti
delle masse popolari, uno dei pilastri su cui si regge la Repubblica
Pontificia.
La cosa su cui invece richiamiamo l'attenzione dei nostri lettori è
un'altra: la cieca pervicacia con cui alcuni noti promotori del
movimento delle masse popolari, quindi persone che godono di prestigio e
seguito presso le masse popolari, completano con i loro pianti e lamenti
l'immagine del mondo presentata da quel sistema di distrazione di massa.
Per sentire le loro lamentele c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Giorno dopo giorno monotono _il manifesto_ rigurgita e piange
"l'indubbio successo di Renzi nel voto europeo" (uno a caso: Massimo
Villone, 5 giugno).
Dal sito della Rete 28 Aprile -
http://www.rete28aprile.it Giorgio
Cremaschi (_I gufi ribelli_) illustra "il quadro economico e sociale
italiano nel quale ha trionfato Renzi" e assicura che "il voto alle
europee premia con un consenso da anni '50 un partito e un leader che
fruiscono di un sistema di potere e sostegno senza precedenti nella
storia repubblicana."
Il sito di _ Abitare nella Crisi_ -
http://www.abitarenellacrisi.org
vuole convincere i suoi lettori (_Contro la guerra ai poveri di Renzi:
Roma rilancia! 4 giugno assemblea pubblica_) che "dopo le elezioni ci
rendiamo conto, inoltre, di quanto una parte dell'elettorato abbia
confermato il governo dell'ordine, quello che garantisce sogni
tranquilli a quella parte del paese che non vuole mettere in discussione
i propri privilegi. Il 40% al PD è l'espressione di quella violenza
messa in campo a Piazza del Popolo, quella che è contenta, nonostante un
alto tasso di astensionismo, di stare sempre su quella strada che, già
da tempo, segue l'Europa neoliberista. Le briciole degli 80 euro al mese
solo per alcuni, le garanzie alla borghesia delle grandi opere e della
rendita hanno prodotto la continuità che il nostro caro Presidente della
Repubblica Napolitano sperava."
Sergio Bellavita, dell'esecutivo provvisorio dell'area "Il sindacato è
un'altra cosa-Opposizione Cgil", intervistato da Checchino Antonini _-
_
http://anticapitalista.org aggiunge mesto che "quel 40% al PD, come si
evince dalle dichiarazioni di queste ore, cancella ogni minoranza, se
mai fosse esistita, nel PD e restituisce un quadro desolante"
(_L'opposizione nella Cgil. Intervista a Sergio Bellavita_).
E potremmo continuare ancora a lungo.
Eppure che le elezioni europee del 25 maggio sono state una batosta per
i vertici della Repubblica Pontificia e non un successo per il PD di
Renzi, è un fatto. Per un'analisi dettagliata dei risultati delle
elezioni rimandiamo i nostri lettori al Comunicato CC 21/2014 [7] - 27
maggio 2014 e all'editoriale del numero di giugno di _ Resistenza [8]_,
il mensile del Partito dei CARC che è appena uscito. In ambedue vengono
anche riportati, a confronto, i risultati ottenuti dalle varie liste in
tutte le 4 elezioni generali che ci sono state in Italia da quando nel
2007 è iniziata la fase acuta e terminale della crisi generale del
capitalismo fino ad oggi.
Sfidiamo chiunque a contestare con argomenti seri le conclusioni che
abbiamo tirato nel Comunicato CC 21/2014.
1. In tutte quelle 4 elezioni generali la coalizione delle Larghe Intese
a cui i vertici della Repubblica Pontificia hanno affidato il governo
del paese ha costantemente e con continuità perso elettori: da 28.2
milioni nelle politiche 2008, a 21.7 milioni nelle europee 2009, a 21.1
milioni nelle politiche 2013, a 17 milioni delle europee 2014. Non
significa questo che le masse popolari sono sempre più insofferenti dei
vertici della Repubblica Pontificia?
2. All'interno di quella coalizione domenica 25 maggio il PD ha raccolto
una parte, ma meno della metà, dei voti persi dagli altri partiti della
coalizione. Questi hanno raccolto solo 5.8 milioni di voti: ne avevano
avuto 16.1 nelle politiche 2008, 13.7 nelle europee 2009, 12.1 nelle
politiche 2013. Il PD domenica 25 maggio ha raccolto 11.2 milioni di
voti (ne aveva avuto 12.1 nelle politiche 2008, 8 nelle europee 2009, 9
nelle politiche 2013). E comunque il PD ha pur sempre raccolto meno dei
12.1 milioni che aveva raccolto nelle politiche 2008 (non andiamo più
indietro, ai 19 milioni di voti raccolti dalla coalizione Prodi nel 2006
- e ai 38 milioni allora raccolti dalla coalizione delle Larghe Intese -
perché per fare confronti seri occorrerebbero altre considerazioni che
ci porterebbero fuori tema).
3. La Corte Pontificia e la sua Chiesa (la Conferenza Episcopale, la
CISL, le ACLI, l'Azione Cattolica, ecc.) avevano già prima delle
elezioni europee tolto la loro investitura alla banda Berlusconi e
puntato le loro carte sulla cricca di Matteo Renzi, ma sono riuscite a
spostare a suo favore solo meno della metà dei voti persi dal resto
della coalizione delle Larghe Intese: questa e non altra la causa dei
voti che il PD ha raccolto a danno degli altri partiti della coalizione.
I vertici della Repubblica Pontificia hanno perso le elezioni. Matteo
Renzi e la sua cricca hanno perso le elezioni con loro. Le elezioni
hanno mostrato che il loro seguito e la loro egemonia tra le masse
popolari sono diminuiti.
Perché allora tanta pervicacia da parte di personaggi e gruppi che
ufficialmente sono oppositori del governo Renzi, addirittura promotori
dell'opposizione delle masse popolari alla politica del governo Renzi,
nel confermare, deplorandolo, il "trionfo di Renzi" messo in scena dagli
imbonitori a ciò incaricati dai vertici della Repubblica Pontificia?
Sono due i motivi che in misure diverse si combinano in ognuno dei
personaggi e dei gruppi.
Uno è l'abitudine ad accettare acriticamente l'immagine del mondo
diffusa da chi comanda, il servilismo intellettuale e morale alle classi
dominanti. L'altro è l'opportunismo di chi, non volendo assumere la
responsabilità di una vera lotta, nasconde a se stesso e ai suoi seguaci
la sua rinuncia dietro la maschera dell'impossibilità ("non lo facciamo
perché non ci sono le forze per farlo"), scarica la sua vigliaccheria
sulle masse popolari che voterebbero come i vertici della RP comandano.
In sostanza gli uni e gli altri, i succubi e gli opportunisti, ripetono
verso Matteo Renzi, il nuovo "unto dal Signore" investito dai vertici
della RP, la vicenda del re nudo di cui tutti i cortigiani lodavano
quanto erano meravigliosi i vestiti, finché un bambino gridò: ma il re è
nudo!
Noi invitiamo i nostri lettori che sono capaci di ragionare, a insorgere
in ogni riunione in cui qualcuno deplora o piange il "trionfo
elettorale" di Renzi, il seguito che il PD di Renzi avrebbe riscosso il
25 maggio presso le masse popolari: li invitiamo a insorgere e a
rinfacciargli i veri risultati del voto. Mai i vertici della RP sono
stati sconfessati dall'elettorato come ora. Non è sul consenso delle
masse popolari che poggia il potere di Matteo Renzi e della sua cricca.
Le masse popolari ripudiano sempre più i vertici della Repubblica
Pontificia.
Rendersi conto di questo è il punto di partenza per capire il compito
politico del momento: trasformare l'opposizione delle masse popolari in
una forza politica, darle coscienza e organizzazione perché senza
coscienza e organizzazione l'opposizione non è ancora una forza
politica, non è una forza capace di prendere il potere e governare. I
vertici della Repubblica Pontificia non si reggono grazie al loro
prestigio e al consenso che riscuotono: si reggono grazie alla
disorganizzazione delle masse popolari e non a caso ricorrono su scala
crescente alla repressione.
Chi ha la volontà e la capacità di tirare profitto dalla lezione delle
elezioni del 25 maggio deve partire dal risultato reale di quelle
elezioni, non dal travisamento che ne fa il sistema di condizionamento e
intossicazione delle coscienze e dei sentimenti gestito dai vertici
della Repubblica Pontificia. Nonostante la forza di questo sistema una
parte crescente delle masse popolari è contro la Repubblica Pontificia.
Anche i voti persi dal M5S di Beppe Grillo dicono la stessa cosa. Il M5S
ha perso voti perché dopo le elezioni politiche di febbraio 2013 i suoi
parlamentari hanno perso tempo e disperso forze in manovre inutili per
le masse popolari, perché le amministrazioni comunali M5S anziché
diventare Amministrazioni Locali d'Emergenza [9], sono restate semplici
appendici locali del governo dei vertici della RP: Pizzarotti lo ha
perfino proclamato.
Ora non è con proposte e manovre nel Parlamento Europeo che combineranno
qualcosa di positivo per le masse popolari. Non fa alcuna differenza che
si accordino con i Verdi di Vula Tsetsi, con l'Ukip di Nigel Farage o
con altri. Quelli del M5S che si affannano a trovare una qualche
alleanza per ripetere nelle commissioni del Parlamento Europeo quello
che hanno fatto nel Parlamento Italiano nei 14 mesi trascorsi dalle
elezioni politiche del febbraio 2013 o sono opportunisti inveterati o
sono ingenui. Il Parlamento Europeo conta ancora meno del Parlamento
Italiano. Le loro proposte e i loro maneggi nel Parlamento Europeo, per
le masse popolari varranno ancora meno delle proposte e dei maneggi che
nei mesi trascorsi hanno fatto nel Parlamento Italiano. Se si
ostineranno su questa strada perderanno definitivamente e giustamente la
fiducia che una parte delle masse popolari ha accordato al M5S nelle
elezioni politiche del 2013. Faranno la fine dell'IdV di Di Pietro o
peggio ancora.
Gli eletti nella lista del M5S al Parlamento Europeo come gli eletti al
Parlamento Italiano e gli amministratori e consiglieri comunali e
regionali possono valorizzare il credito che hanno avuto e quindi far
crescere anche la fiducia delle masse popolari in loro, solo se le
immunità e le risorse di cui godono le impiegano contro le forze della
repressione che i vertici della RP sempre più su larga scala scatenano
contro le masse popolari. Solo se le forze e le risorse che hanno avuto
le impiegano per creare e rafforzare l'unica reale via d'uscita delle
masse popolari dal marasma creato dalla crisi generale del capitalismo.
Se le impiegano per promuovere la mobilitazione e l'organizzazione delle
masse popolari, per moltiplicare il numero delle organizzazioni operaie
e popolari (OO e OP), per elevare la forza e sviluppare il coordinamento
delle OO e OP, per far prevalere tra le OO e OP l'orientamento a
costituire un proprio governo d'emergenza, il Governo di Blocco Popolare
[10].
Questa è per le masse popolari la sola via d'uscita dalla crisi generale
del capitalismo, la sola via per evitare la catastrofe di miseria e di
sangue in cui le affoga la Comunità Internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti. La borghesia imperialista e
il suo clero cercano di conservare ad ogni costo i loro privilegi e il
loro sistema di relazioni sociali e internazionali. La guerra che il
governo fascista che ha installato a Kiev conduce in Ucraina contro le
masse popolari, il colpo di Stato strisciante che fomenta da quasi
quattro mesi a questa parte in Venezuela contro la rivoluzione
bolivariana, la devastazione che ha già causato in Siria, in Libia e in
molti altri paesi, mostrano dove portano le manovre della Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti. Questa congrega di criminali e
di assassini porta il mondo verso una nuova guerra mondiale se non è
fermata in tempo da una nuova ondata della rivoluzione proletaria che
instaura il socialismo nei paesi imperialisti.
Oggi gli eletti nella lista del M5S come tutte le persone che hanno
seguito e prestigio tra le masse popolari possono svolgere un ruolo di
grande importanza, storico. Possono e devono usare le forze e le risorse
di cui dispongono, le conoscenze, il prestigio e le relazioni che hanno
per chiamare le masse popolari a mobilitarsi e organizzarsi e sostenere
le organizzazioni operaie e popolari (OO e OP) che si formano perché
diventino le nuove autorità di cui le masse popolari hanno bisogno.
Devono costituirsi in Comitati di Salvezza Nazionale che chiamano le
masse popolari a mobiliarsi e organizzarsi perché sorgano numerose le
organizzazioni operaie e popolari che agiscono come nuove autorità
locali, difendono le aziende che i padroni vogliono chiudere,
delocalizzare o ridurre, danno il via ai lavori di manutenzione del
patrimonio edilizio e delle opere pubbliche, pongono fine alla grandi
opere frutto della speculazione, avviano ovunque i lavori necessari a
salvaguardare il territorio, sviluppano le produzioni necessarie e
pongono fine a quelle inutili o dannose, si occupano seriamente della
lotta contro l'inquinamento, assegnano le case vuote a che ne ha
bisogno, impediscono gli sfratti, prendono i provvedimenti necessari
affinché ogni adulto abbia un lavoro dignitoso e ogni persona abbia
quanto necessario per vivere. Le masse popolari organizzate possono fare
tutto questo se le OO e le OP si coalizzano e coordinano fino a rendere
il paese ingovernabile ai governi emanazione dei vertici della RP e
costituire un Governo di Blocco Popolare.
Le elezioni europee non hanno rafforzato Renzi e la sua cricca. Al
contrario hanno mostrato che il loro prestigio e il loro seguito presso
le masse popolari sono minori di quelli di cui godeva la banda
Berlusconi, perché il prestigio e il seguito dei vertici della
Repubblica Pontificia sono diminuiti e continueranno a diminuire. Le
masse popolari hanno sempre più bisogno di un centro di direzione che
trasformi la loro opposizione ai vertici della Repubblica Pontificia in
una forza politica. Questa è la lezione delle elezioni europee.
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