[Retenowar] 2 giugno: L'esercito è la sconfitta della democr…

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Szerző: Alessio Di Florio
Dátum:  
Címzett: avantipopolo, fori-sociali, pescarafree, retenowar, reteantirazzista
Tárgy: [Retenowar] 2 giugno: L'esercito è la sconfitta della democrazia. Aboliamo la parata militare, Lademocrazia deve vergognarsi delle sue armi, non esaltarle
*Aboliamo la parata militare del 2 Giugno*

*2 giugno: L'esercito è la sconfitta della democrazia*

*La democrazia deve vergognarsi delle sue armi, non esaltarle*

"L'Italia è una repubblica democratica" non è solo una frasetta di
circostanza, ma l'essenza stessa dell'essere repubblicano del nostro Paese.
La democrazia è il luogo per eccellenza del dialogo, della mediazione, del
ripudio della risoluzione delle controversie con la violenza e la mera
forza bruta.

In democrazia(demos, popolo; kratos, potere; dovremmo imparare a leggere
l'origine delle parole per capirne la portata ...) il popolo si riappropria
della propria sovranità e la esercita seguendo strade che se non sono
proprio quelle della nonviolenza, le sono vicine parenti.

La forza militare è l'esatto opposto, il contrario più totale della
democrazia. Essa è depositaria della violenza più bruta, che cancella ogni
ratio e dove prevale solo l'arroganza e il ferro. L'esercito è sempre stato
in ogni dittatura, elemento preponderante e decisivo per opprimere e
imporre la tirannia. Una democrazia non può quindi mai e poi mai esaltare
la violenza delle armi, la potenza del proprio apparato bellico. Essa
dovrebbe invece addirittura averne vergogna, in quanto la "necessità" delle
armi è una sua sconfitta, una sua resa. La Repubblica Italiana è nata con
l'esperienza civile e morale della Resistenza. Dopo oltre vent'anni di
dittatura fascista, di buio della ragione tantissimi italiani hanno trovato
la forza, morale e di coscienza, di opporsi, di dire no alla tirannia. E
sono fiorite le esperienze, le occasioni in cui la resistenza morale e
civile del popolo italiano si è potuta esprimere. In quelle settimane la
democrazia è stata seminata, si è rafforzata e poi finalmente è fiorita
dopo la liberazione. A nulla sarebbero servite le armi "partigiane" senza
la ribellione popolare, senza le decine, le migliaia di italiani che
sostennero la Resistenza senza imbracciarle. Ma anche coloro che lo fecero,
non lo fecero per militarismo o per esaltazione dell'arme. Essi, come
cantava il menestrello d'America Bob Dylan, erano "soldati perché un giorno
nessuno sia più soldato". Accettarono di essere sconfitti democratici
imbracciando un fucile perché la guerra potesse essere "ripudiata"
dall'Italia intera.

Gli eserciti esistono per un solo scopo: fare la guerra. Le armi che
vengono costruite possono essere utilizzate per un solo atto: sparare … ed
uccidere. Essi sono la massima esaltazione della “legge” del più forte,
dell’arroganza bellica, della disumanità. Nessuna di queste parole fa,
neanche solo lontanamente, rima con democrazia. Oltre 10 anni di avventure
belliche degli Stati occidentali stanno lì a dimostrarcelo e, ogni giorno,
anche se facciamo finta di dimenticarcene e giriamo la testa dall’altro: la
democrazia non si esporta con le bombe e gli eserciti. E fin quando non
capiremo questa lezione, parole come democrazia e libertà (quelle che
vengono esaltate, come ogni “Festa della Repubblica”, anche in queste ore)
suonano false se pensiamo che le si possa esportare massacrando, uccidendo,
spargendo sangue e che le si possa festeggiare ostentando parate militari.

Ricordiamocelo prima della parata militarista del 2 giugno. E aboliamola.

*Alessio Di Florio*

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