mercoledì 28 maggio dalle 18 alle 19
sui gradini del palazzo ducale di genova 626° ora in islenzio per
la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Altre info su
www.orainsilenzioperlapace.org
Due
giornate contro il
militarismo
I
Azione diretta contro il militarismo
L’Italia
è
in guerra da molti anni. Ne parlano solo quando un ben pagato
professionista
ci lascia la pelle: un po’ di retorica su interventi umanitari e
democrazia,
Napolitano che saluta la salma, una bella pensione a coniugi e
figli. È una
guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del
peacekeeping,
dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce
dell’emergenza,
dell’ordine pubblico, della repressione.
Gli
stessi
militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi
delle
torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade
delle nostre
città, sono in Val Susa. Guerra esterna e guerra interna sono
due facce delle
stessa medaglia. Lo rivela l’armamentario propagandistico che le
sostiene. Le
questioni sociali, coniugate sapientemente in termini di ordine
pubblico, sono
il perno dell’intera operazione.
Hanno
applicato
nel nostro paese teorie e tattiche sperimentate dalla Somalia
all’Afganistan.
Se
la
guerra è filantropia planetaria, se condizione per il soccorso
sono le
bombe, l’occupazione militare, i rastrellamenti, se il militare
si fa
poliziotto ed insieme sono anche operatori umanitari il gioco è
fatto.
L’opposizione
alla
guerra, che in altri anni fa ha riempito le piazze di folle
oceaniche, si
è lentamente esaurita, come le bandiere arcobaleno, che il sole
e la pioggia
hanno stinto e lacerato sui balconi delle case. La mera
testimonianza, la
rivolta morale non basta a fermare la guerra, se non sa farsi
resistenza
concreta.
Negli
ultimi
anni l’opposizione alla guerra qualche volta è riuscita a
saldarsi con
l’opposizione al militarismo: il movimento No F35 a Novara, i No
Tav che
contrastano l’occupazione militare in Val Susa, i no Muos
che si battono contro le
antenne assassine a
Niscemi. Anche nelle strade delle nostre città, dove controllo
militare e
repressione delle insorgenze sociali sono la ricetta universale
c’é chi non
accetta di vivere da schiavo. Le radici di tutte le guerre sono
nelle industrie
che sorgono a pochi passi dalle nostre case. Chi si oppone alla
guerra, senza
opporsi alle produzioni di morte, fa testimonianza ma non
impedisce i massacri.
L'Alenia è uno dei gioielli di Finmeccanica, il colosso armiero
italiano.
La “missione”
dell’Alenia è fare aerei. I
velivoli militari sono il fiore all’occhiello di questo
colosso.. Un business
milionario. Un business di morte. Per fermare la guerra non
basta un no.
Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città,
dal territorio in
cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti,
fabbriche d’armi,
uomini armati che pattugliano le strade.
Palatenda del Prato della Fiera in via Torino a Caselle
Martedì 27 maggio
Serata
antimilitarista
ore 19,30 apericena con
degustazione di
prodotti
ore 20,30 assemblea/dibattito
Interventi
di:
Alberto
Perino,
protagonista
della lotta per
la riconversione da militare a civile delle Officine Moncenisio
di Condove in
Val Susa.
Domenico Argirò e Valter Bovolenta del movimento
No F35
Lunedì 2 giugno ore 10 presidio con
banchetti, musica,
interventi, in piazza Boschiassi.
Interventi
su F35, riconversione dell’industria bellica, occupazione
militare del
territorio dall’Afganistan alla Val Susa, passando per i CIE e i
quartieri
popolari di Torino.
A
fine mattinata il presidio diventa itinerante per concludersi
alla rotonda
d'ingresso al paese dove campeggia un bombardiere dell'Alenia.
Antimilitaristi
di
Torino, Valli di Lanzo e del resto del Piemonte
www.anarresinfo.noblogs.org
Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione
avast! Antivirus .